"Fino a domenica mattina, quando sono andata via, la situazione era tranquilla e la polizia era presente ma si teneva piuttosto lontana e non interveniva. Ho visto anche degli agenti aiutare un ragazzo rimasto in panne col furgone" racconta Valentina giovane aquilana di 21 anni che ha partecipato al Rave Party dello scorso week-end nella Valle del Cavaliere, ad Oricola.
E' lì, nella campagna tra Abruzzo e Lazio, che i Kernel Panik - storica tribe romana di musica tekno - hanno scelto di festeggiare con una tre giorni i loro 15 anni di attività.
Proprio alla fine del terzo giorno, il lunedì verso mezzogiorno, sarebbero scattate la maggior parte delle denunce: 1265, davvero molte, per "invasione di terreni" e "riunione non autorizzata in luoghi aperti", con 10 arresti per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti trovate nelle tasche di altrettanti giovani.
"C'erano migliaia di persone - racconta sempre Valentina - che ballavano tranquille. Gente arrivata da tutta Italia ma anche dalla Francia. C'era sostanzialmente un solo sound system, enorme, di quelli ben fatti, che non si vedono più tanto spesso in giro".
Se a Valentina si chiede il perché rischiare invadendo terreni per un rave illegale e quale sia - visto da dentro - il rapporto di queste feste con la droga lei risponde: "la droga si trova ovunque anche nelle discoteche, solo che lì nessuno ne parla. I Rave sono mal visti sopratutto perché illegali. Purtroppo nelle discoteche c'è il vizio di cacciare via i ragazzi e metterli alla guida delle proprie automobili, in qualsiasi stato psicofisico".
Ma Valentina associa anche un concetto politico di carattere antisistemico a quello propriamente di festa: "Per noi fare un Rave è una forma di protesta pacifica e festosa che nasce solo dalla consapevolezza di elaborare nuove strategie di resistenza al sistema che non capisce, non riconosce e reprime. La tekno per me è una cultura, un modo per sfogarsi e con la quale costruiamo una taz che sfugge allo Stato".
Ma perché il desiderio di fuggire e da cosa esattamente? "Fuggire dalla repressione che impongono a noi giovani e a tutti, tramite ad esempio il lavoro salariato. Il Rave è un modo per esprimere la libertà, anche estrema, di una persona ed una volta che la provi capisci anche tutte le costrizioni da cui ci si può liberarare".
Il concetto di Taz (TemporaneousAutonumus Zone, tradotto in Italiano Zone temporaneamente autonome) che Valentina ricorda fu inventato da Hakim Bey, pseudonimo di un personaggio americano senza fissa dimora rimasto sempre anonimo. Occupatosi anche di ambiti più mistici, con la Taz, Bey nel 1991 ha coniato un concetto che calza a pennello con la filosofia Rave e con le culture del conflitto giovanili delle metropoli. Concetto che si è inserito nel dibattito del cyber punk e del mondo dell'anarchismo in genere.
Senza approfondire troppo, una zona temporaneamente autonoma descrive una tattica sociopolitica di creazione di una zona temporanea (e solo temporanea) che elude le normali strutture di controllo sociali concentrando tutto nel presente. E' per questo che le informazioni sui Rave party vengono messe in circolo in maniera criptata e parziale fino a quando la Taz non compare e quindi è già troppo tardi per fermarla.
Questo è accaduto lo scorso sabato ad Oricola, in un Rave che, secondo le testimonianze dei presenti, assomigliava nello spirito a quelli degli anni 90' dove, a detta degli animatori della scena, maggiore era la consapevolezza dei partecipanti a questi concetti politici.
Ora, infatti, nell'ambiente Rave si ribadisce spesso che i giovani partecipanti per lo più non conoscono il significato della Taz e, allo stesso tempo, è proporzionalmente cresciuto tra loro il consumo di droghe fine a sé stesso e l'attitudine all'auto-distruzione.
Il fenomeno Rave è iniziato nei primissimi anni 90' in Inghilterra con la storica tribe degli Spiral tribe. Nel 94' il Governo Inglese li rese illegali, costringendo di lì a poco gli Spiral ad emigrare dall'Inghilterra (uno dei loro componenti, Cristal distorsion, ha suonato recentemente a L'Aquila).
Nel 2001 in Francia è stata varata la legge Mariani che vieta l'organizzazione di Rave senza l'autorizzazione di prefetti locali. In Italia non esiste una vera e propria legge anti Rave. Come ci aiuta a comprendere Peter, un appassionato aquilano di musica Tekno, "normalmente il reato contestato è invasione di suolo che puo' essere pubblico o privato, e manifestazione non autorizzata. Va peggio per gli organizzatori a cui comunque viene sequestrato il sound. Io personalmente ho avuto un problema presso Fara Sabina circa due anni fa - continua Peter - C'era un grosso Rave e la polizia si appostò nella sola strada di uscita possibile. Ci controllarono i documenti ad uno ad uno e poco dopo mi arrivò la notifica di inizio dell'indagine preliminare per invasione di suolo pubblico. Ma da allora più niente - conclude Peter - e con il tempo che è passato spero che il procedimento sia caduto".
Chissà cosa ne sarà delle 1265 denunce (tante), fatte ad Oricola.