Venerdì, 04 Dicembre 2015 12:36

L'Aquila, Parco del Gran Sasso primo in Europa per numero di piante

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Un importante primato ambientale per il Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Con 2651 entità floristiche censite, il Parco sarebbe l'area protetta con il maggior numero di piante in tutta Europa.

A darne conferma sono stati i dati messi a confronto nell’ambito del convegno nazionale del "Gruppo di Floristica, Sistematica ed Evoluzione" della Società Botanica Italiana, tenutosi alla fine di novembre all'Orto Botanico di Roma.

In questa sede, i ricercatori Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci del Centro di Ricerche Floristiche dell'Appennino (centro d'eccellenza che il Parco gestisce in collaborazione con l'Università degli Studi di Camerino) hanno presentato il compendo della flora del Parco, divulgando i dati riassuntivi che derivano da decenni di ricerche.

"Il numero di piante registrate - ha spiegato Fabio Conti - non solo è il più alto tra le aree protette europee e del bacino del Mediterraneo, ma anche uno dei più alti al mondo e da un'indagine condotta con la collaborazione di botanici di altri paesi è risultato che solo pochissimi Parchi possono vantare numeri più alti, come alcune aree protette del Borneo, Bolivia e Costa Rica. Al contrario, Paesi famosi per ricchezza di biodiversità, non hanno aree protette così ricche di piante. Parchi molto noti, come Yellowstone, e persino equatoriali, come quello di Virunga, in Uganda, risultano nettamente più poveri da questo punto di vista".

Tra le 2651 entità floristiche censite nel Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, 218 sono endemiche italiane, vivono cioè solo nel nostro Paese e molte altre sono di particolare interesse biogeografico, perché rare o al limite del loro areale. Lo studio effettuato dai ricercatori del Centro ha, inoltre, permesso di individuare le emergenze floristiche che meritano specifici piani di gestione e tutela.

"L'eccezionale patrimonio floristico del Parco - ha commentato il direttore dell'Ente, Domenico Nicoletti - deve inorgoglirci e spingerci verso nuovi orizzonti di studio, volti all’approfondimento delle conoscenze sistematiche e conservazionistiche, ma anche verso un rinnovato impegno per il rilancio dei nostri territori, trasformando questi straordinari primati ambientali in un valore aggiunto per lo sviluppo sostenibile".

Ultima modifica il Venerdì, 04 Dicembre 2015 12:47

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