Mozart e Haydn saranno i protagonisti del prossimo appuntamento con la rassegna "Musica per la città", assieme a I Solisti Aquilani e le prime parti dell'ensemble: Daniele Orlando e Francesco Peverini, violini; Gianluca Saggini, viola. Il concerto, dedicato alla memoria del Maestro Vittorio Antonellini, recentemente scomparso, si terrà il prossimo 4 febbraio presso l'Auditorium del Parco alle ore 18.
Il concerto si apre con il Rondò K. 373, una breve pagina, concentrata in meno di sei minuti, ma raffinatissima, dotata di grande freschezza, e caratterizzata da uno stile più maturo e personale se messa a confronto con i cinque Concerti per violino del 1775 di Mozart. Rispettando le convenzioni della forma del Rondò, il brano ruota intorno a un tema elegante, esposto all'inizio dal solista e subito ripreso dall'orchestra, che si alterna a episodi caratterizzati da estesi arabeschi del violino, o sottolineati da brevi slittamenti tonali (una delicata modulazione prima in la minore, poi in re minore) che coincidono con delle increspature drammatiche del discorso musicale. Ancora Mozart con la Sinfonia concertante K 364 per violino, viola e orchestra K36.
Composta a Salisburgo nell'estate del 1779, la Sinfonia per violino, viola e è il massimo risultato raggiunto da Mozart nella composizione con più strumenti solisti e orchestra e segue di pochi mesi l'esperienza del grande viaggio a Mannheim e Parigi, infruttuoso sotto il profilo professionale, e preziosissimo per le acquisizioni stilistiche. Peculiare del brano è innanzitutto il rapporto fra i due solisti, conflittuale, nella loro serrata contrapposizione, e insieme solidale nella cantabilità belcantistica. Altro elemento imprescindibile della partitura è l'importanza dell'orchestra; grazie all'eloquenza dello stile orchestrale di Mannheim e al dominio di una concezione formale più articolata, ci troviamo di fronte a una composizione veramente "sinfonica", caratteristica che si impone fin dalle prime battute dell'Allegro maestoso, che affermano prepotentemente la tonalità passionale di mi bemolle.
La serata si chiude sulle note della Sinfonia n. 43 per orchestra. Verso la metà del Settecento si fa palese, nella produzione sinfonica di Haydn, il desiderio di spingersi oltre i confini tradizionali di un genere legato al piacevole intrattenimento nobiliare: la sinfonia diviene allora il terreno privilegiato per sperimentare un linguaggio più espressivo ed emozionalmente pregnante. Alcune sinfonie - e tra queste la n. 43 - sono particolarmente significative da questo punto di vista. Haydn dà loro un carattere ben individuato, a volte spiccatamente teatrale, caricandole di un'intensa drammaticità che aderisce all'estetica dello Sturm und Drang. Questa inclinazione, che Haydn abbandonerà anni più tardi, è stata commentata da molti come una conseguenza dell'isolamento in cui il compositore si trovava da quando aveva seguito il principe Nikolaus nella nuova residenza di Eszterhàza, dove si sarebbe trattenuto - praticamente tagliato fuori dal mondo - fino al 1790. Fu Haydn stesso a riferire a un biografo, anni più tardi: «Ero isolato, nessuno accanto a me poteva turbarmi o arrecarmi disturbo, perciò sono stato costretto a diventare originale».
Il costo è 10 euro per il biglietto intero, 6 euro per il ridotto.