I fattori climatici possono condizionare il nostro comportamento? Ce lo chiediamo spesso, soprattutto se in una calda mattinata estiva ci svegliamo con un umore nero o se in un piovoso pomeriggio autunnale non abbiamo voglia di fare niente.
Sicuramente c'è una correlazione tra umore e clima, ma in psicologia è molto difficile che l'effetto di un comportamento sia dovuto ad un'unica causa: quasi sempre un comportamento è dovuto a una molteplicità di fattori scatenanti. Tuttavia, durante l'anno il comportamento generale della popolazione sembra avere delle differenze “stagionali”.
Ciò sembra essere dovuto a differenze nella produzione di alcuni neurotrasmettitori responsabili del nostro umore. La Serotonina, ad esempio, è implicata nel controllo dell'umore ma anche nella termoregolazione corporea . Un repentino cambio di temperatura ambientale determina un cambiamento nella produzione serotoninergica in quanto il corpo deve mantenere una costante temperatura interna, i valori di serotonina si ristabiliscono a livelli normali solo dopo 12 ore dallo shock termico.
Lavorare per un lungo periodo in un ambiente climatizzato quando all'esterno è molto caldo può causare degli scompensi.
Nel campo della salute mentale si notano inoltre delle differenze che potremmo definire “stagionali”: le persone con diagnosi di “disturbo bipolare” (caratterizzato dall'alternanza di fasi depressive e fasi cosiddette "maniacali" o "euforiche") manifestano i sintomi della fase “maniacale” prevalentemente nella stagione estiva. Quanto detto però non implica necessariamente che la temperatura possa essere un fattore scatenante della maniacalità, ma altri fattori climatici possono influenzarci, come l'irradiazione solare.
È stato dimostrato, infatti, che c'è una correlazione negativa tra esposizione ai raggi solari e umore depresso: la luce solare ci rende più attivi e la sua mancanza ci deprime. Questa appare una delle cause dell'alto tasso di suicidi nei paesi scandinavi durante la stagione invernale. Il sole inoltre è indispensabile per la produzione di vitamina D che a sua volta sembra essere indirettamente correlata a problemi di salute mentale.
Il nostro corpo, il nostro comportamento e il nostro umore sono quindi costantemente regolati sia da fattori climatici che da fattori sociali e psicologici. Se non ci sono forti problematiche a livello psicologico e sociale i fattori ambientali stressogeni possono essere facilmente superabili, perché siamo maggiorente in grado di farvi fronte. In una città come L'Aquila dove le problematiche sociali e psicologiche sono allarmanti (tasso di disoccupazione tra i più alti d'Italia, popolazione tendenzialmente depressa, problemi di socialità e di risocializzazione dovuti al dislocamento territoriale, problemi dovuti alla ricostruzione ecc.) un fattore stressante come quello climatico può avere effetti più gravi che in altre zone.
In queste ultime settimane si è registrato un consistente aumento dei ricoveri nella Struttura di Diagnosi e Cura di L'Aquila e questo è difficile che questo sia dovuto esclusivamente al caldo, al sole o ad altri fattori ambientali, ma piuttosto al fatto che la città non riesce ad offrire alla popolazione un ambiente sano e sicuro che permetta di far fronte a fattori ambientali stressanti.
di Emanuele Sirolli, psicologo in attività tra L'Aquila, Roma e Trieste.