E se a scegliere il finale del film fosse lo spettatore, in sala, proprio durante la proiezione?
È l’esperienza della cine-democrazia di Roberto Zazzara vissuta attraverso Claustrophonia, il nuovo lavoro del regista abruzzese. Presentato in anteprima mondiale alla 18ma edizione del Future Film Festival di Bologna, il cortometraggio sdogana un nuovo concetto di visione per lo spettatore che viene catturato e trasportato in uno scenario post apocalittico dove tutto è immobile: un virus paralizzante si è diffuso tra la popolazione tramite il contatto visivo e ciò che rimane della vita umana sono soffocate richieste di aiuto e sguardi impazziti.
Protagonista della vicenda è Mati, giovane sposa che riesce a sfuggire al contagio ma che, nel cammino verso un’ipotetica salvezza, guidata solo da un sottofondo musicale, intraprende un percorso dentro se stessa in un ascensore di emozionanti flash back e straziante presente. Lo spettatore è al fianco della ragazza e come lei, per lei, si troverà a dover fare una scelta per il continuo.
Tre le opzioni tra cui scegliere sul telecomando consegnato all’ingresso in sala, all’apparenza indifferenti se non veicolate dai molti elementi subliminali presenti nei 15 minuti di pellicola. Pochi secondi e il finale più votato è quello proiettato.
Amore, sperimentazione e musica sono gli ingredienti di questo innovativo progetto nato dalle menti del regista Zazzara e del produttore musicale Guglielmo Talei Franzesi, sviluppato dallo sceneggiatore Davide Orsini, premiato per il film Aquadro, e rifinito dal direttore della fotografia Michele D’Attanasio, vincitore agli ultimi David di Donatello per la miglior fotografia con Lo chiamavano Jeeg Robot. Il tutto impreziosito dall’astro nascente Matilde Gioli, protagonista del film, da Patrick Fryer attore inglese che qui è il promesso sposo di Mati, e dal contributo vocale di Gary Jules (la voce di Mad World nella colonna sonora del film Donnie Darko) che dagli Stati Uniti ha sposato il progetto e interpreta Talking Stones il brano che accompagna Mati nel suo cammino. Un cast eccezionale per un progetto che lo è altrettanto e che ha trovato il suo giusto trampolino di lancio in un festival sempre attento alle nuove tecnologie applicate al mondo della pellicola e dell’animazione.
Un cortometraggio pensato anche per le piattaforme interattive come web e canali TV on demand, che non esclude ulteriori evoluzioni per il futuro.
Con un’opera forte e spiazzante Roberto Zazzara conferma la sua intraprendenza facendosi promotore di quello che sarà il cinema del futuro, quello interattivo, e continua a godere del successo del documentario Transhumance – Tansumanza, già vincitore di numerosi premi in Italia e che la settimana prossima sarà presentato a Seoul al GFFIS- Green Film Festival, unico italiano al più importante festival asiatico di tematiche ambientali.