Martedì, 06 Settembre 2016 01:26

Controtendenza - La deludente serata aquilana del “Jazz italiano per Amatrice”

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Dopo il distruttivo terremoto in Centro Italia dello scorso 24 agosto e l'annullamento dell'iniziativa "Jazz italiano per L'Aquila 2016" - regalo del Ministero dei beni e le attività culturali per la ripresa sociale, culturale ed economica della città dell'Aquila colpita dal sisma del 2009 - le cose sono state gestite abbastanza male dai vari pezzi che erano coinvolti nell'organizzazione dell'evento.

All'inizio "il-jazz" si doveva annullare, poi fare a Roma, trasformandolo in "Jazz per Amatrice", infine è stato spalmato in decine di piazze con gran finale sul prato di Collemaggio a L'Aquila. Il tutto in corsa e in solidarietà per recuperare il cinema-teatro di Amatrice (aspettiamo adesso di conoscere la somma netta destinata al benefit dal Ministero e poi di monitorare i tempi effettivi dell'intervento).

Ma, pur mossa dalle migliori intenzioni, la serata - gratuita - vista a L'Aquila mi è sembrata qualcosa di raffazzonato, risultato di qualcosa che è sembrato forzato, fatto per rimediare...

In cui il Sindaco Massimo Cialente ha dovuto ri-raccontare dal palco una storia che è apparsa incoerente dalle sue stesse parole, in cui sosteneva che in un primo momento il concerto non si voleva più fare per il rispetto del dolore, ma poi non l'hanno pensato più, per il prevalere della voglia di fare solidarietà.

La verità è, piuttosto, che subito dopo la scossa di Amatrice il prefetto del capoluogo abruzzese ha dichiarato che non tutto il Centro dell'Aquila fosse sicuro. Comunicando cioè indirettamente, che non esisteva la possibilità di contenere tutte le persone che sarebbero accorse nelle poche strade messe realmente in sicurezza, e che quindi, con lo sciame sismico in corso, era troppo pericoloso fare come si era fatto l'anno scorso.

Anche per questo , esecuzioni musicali a parte, l'unico momento autentico della serata mi è sembrato quello in cui Paolo Fresu, esortato dal Sindaco dell'Aquila Cialente, scatenato in proposte di solidarietà, gli ha risposto in soldoni che "la scena jazz è pronta a fare tutto per la solidarietà, ma speriamo non sia più necessario".
Un messaggio neanche troppo sottile alla politica, momento finale della situazione delicata che si è venuta a creare dopo l'iniziale scelta di annullare il "Jazz italiano per L'Aquila", in conseguenza della quale erano sorte, a livello locale, alcune obiezioni e polemiche (nessuno, localmente, ha invece avuto nulla da ridire sull'annullamento dei giorni di festa cittadina della Perdonanza previsti dal 23 al 27 agosto).

Questo perché la prima di edizione di "Jazz italiano per L'Aquila", era stata un successo clamoroso per tutti, commercianti compresi che non avevano capito la portata dell'evento e quanto ci si potesse lavorare. Ma contenti erano rimasti tutti: gli aquilani, tutto il pubblico accorso da dovunque, i musicisti.
Suonare quel jazz, in quel modo, era stato speciale, unico davvero. Aveva per quel giorno curato le ferite di una città.
Domenica scorsa invece per niente.
La favola non si è ripetuta.
E infatti il pubblico, non così enorme ed in gran parte aquilano, alla fine si è anche stufato, andandosene in massa prima della fine. Perché fare un concerto di jazz, di domenica, con tutti qui musicisti e quei tempi, in uno spazio fisso, su un prato in piano - nonostante la maestosa coreografia della basilica di Collemaggio - non è la stessa cosa di farlo itinerante nelle piazze e per le strade di una città particolare come L'Aquila.

Insomma, sarà stato pure per solidarietà (non si capisce alla fine se più per Amatrice o per L'Aquila), ma bisogna per forza dire che è stato bello questo "Jazz per Amatrice" a L'Aquila?

 

Ultima modifica il Martedì, 06 Settembre 2016 10:37

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