Cresce la povertà e, di conseguenze, l'esclusione sociale, nel cantiere più grande d'Europa.
Pochi giorni fa, il 17 ottobre scorso, in occasione della 'Giornata Internazionale contro la povertà', la Caritas ha pubblicato il rapporto 2016 a denunciarne l'aumento, in particolare tra i giovani, con gli indigenti, coloro che non riescono più ad accedere a beni e servizi essenziali, che oramai sono 4 milioni e 600 mila, 1 milione e 582 mila famiglie. Numeri che fanno tremare i polsi, se è vero che il numero degli indigenti assoluti, dal 2007 ad oggi, è più che raddoppiato, passando dal 3.1% della popolazione al 7.6%, con punte del 10% nel mezzogiorno d'Italia.
Se si proiettano i dati Istat sul nostro contesto territoriale, si può stimare che circa 2 mila famiglie, a L'Aquila, vivano in uno stato di povertà assoluta. E se si considera che il numero medio di componenti per nucleo familiare si attesta a 2.3 persone, possiamo ragionevolmente ipotizzare che quasi 5 mila cittadini, nel cantiere più grande d'Europa, non abbiano accesso a beni e servizi essenziali alla vita. E la situazione è in costante peggioramento, altro che ripresa.
"Sono stime che fanno il palio con quanto abbiamo osservato negli ultimi 2-3 anni", ha sottolineato l'assessora al sociale del Comune dell'Aquila, Emanuela Di Giovambattista. "Sono sempre di più le persone che si rivolgono ai servizi sociali: sul nostro territorio, d'altra parte, la sfavorevole congiuntura economica nazionale e regionale si è innestata su un tessuto devastato dal sisma del 6 aprile 2009".
Sono diverse le problematiche, diverse le realtà quotidiane di chi, si tratti di una famiglia o di persone sole, vive oramai ai margini della società: "Parliamo di persone sole, spesso malate, che vivono disagi fisici o mentali, che si aggiunge, magari, ad una dipendenza da alcol o da gioco; parliamo di famiglie numerose con minori, di nuclei che hanno subito un tracollo economico, magari a seguito della chiusura di una attività commerciale; di piccoli artigiani e commercianti che non hanno un supporto familiare alle spalle, di persone che vivono in condizioni abitative precarie, sotto sfratto", ha spiegato l'assessora.
Dunque, la Giunta comunale - al fine di avviare interventi organici a sostegno delle persone in difficoltà - ha approvato una delibera, la 398 del novembre 2015, che si configura come "un vero e proprio sistema di interventi straordinari, con misure di supporto a famiglie e singoli, che spaziano dal sostegno economico al supporto sociale, psicologico, ed educativo". In assenza - fino ad ora - di specifici interventi economici nazionali e regionali, ha inteso ribadire Di Giovambattista, con soldi che sono stati trovati tra le pieghe del bilancio comunale. "Interventi per circa un milione di euro", ha ribadito l'assessora, elencandoli uno ad uno.
Alcuni, sono stati realizzati in collaborazione con associazioni già operanti sul territorio, che fanno parte della rete locale per i servizi di prossimità: "Si tratta di 18 associazioni che, insieme al Comune, hanno co-progettato e gestito una serie di interventi alla persona".
Partiamo dal così detto bonus una tantum, dal contributo economico annuale: "Per l'annualità 2015, abbiamo introdotto una novità, e cioé la finalizzazione di almeno il 30% del contributo per l'acquisto di beni di prima necessità o per il pagamento di canoni d'affitto, bollette e così via. L'intervento è stato destinato a persone singole e famiglie con Isee fino a 4 mila euro, con un intervento del Comune che si è attestato a 340mila euro. Sono state 536 le domande pervenute - ha spiegato Di Giovambattista - 471 quelle ammesse, di cui ben 277 presentate con Isee 0, da nulla tenenti, per lo più persone sole (160 su 277). Il contributo, una tantum, è stato diversificato a seconda delle esigenze, oscillando tra i 500 euro riconosciuti alle persone sole ai 950 euro di contributo alle famiglie".
E per il 2016, ha assicurato l'assessora, il Comune ha deciso di investire ancora, 300 mila euro. "Il nuovo avviso verrà pubblicato entro lunedì: potrà accedere al contributo chi ha già avuto sostegno l'anno passato, purché abbia rendicontato la parziale finalizzazione prevista, e, ovviamente, anche chi non ha presentato domanda l'anno passato, purché con reddito Isee fino a 4 mila euro".
Altro intervento è stato rivolto alle famiglie numerose a basso reddito, con figli minori: "Con le associazioni del territorio, abbbiamo attivato percorsi protetti di sostegno al reddito. Le famiglie sono state inserite in percorsi di utilità sociali, hanno svolto, cioé, lavori di sostegno in favore delle associazioni, ricevendo il 50% del contributo ad inizio del percorso e il 50% restante alla fine. Ad oggi, sono circa 70 i nuclei familiari che hanno fruito della misura, e tutti hanno terminato il percorso previsto. L'investimento del Comune si è attestato sui 60mila euro. Ovviamente - ha tenuto ad aggiungere Di Giovambattista - le famiglie sono state inserite anche in un percorso psico-educativo".
Terzo servizio offerto, complesso stavolta, perché si rivolge a persone così definite multi problematiche, che soffrono, cioé, di disabilità fisiche o mentali associazione a dipendenze o altre patologie. "Abbiamo investito 77 mila e 500 euro su alcuni interventi integrativi alla domiciliarità: si tratta di 20 piani ordinari, di presa in carico continuativa dei bisognosi che sono stati sostenuti nelle attività quotidiane (dalla pulizia dell'abitazione alla spesa e così via), e 7 puani straordinari, che hanno permesso di risolvere anche problemi economici, di indebitamento improvviso".
C'è poi la collaborazione con l'Azienda sanitaria locale, con il sostegno a persone affette da disabilità mentale che vivono in appartamenti della città, in gruppo, e che ricevono contributi diretti per la convivenza e bonus per favorire la vita autonoma e l'integrazione sociale: su questa misura, il Comune dell'Aquila ha messo 60 mila euro.
E poi, il capitolo delle famiglie che vivono gravi disagi alloggiativi, magari a rischio sgombero: "Abbiamo garantito 130 mila euro su azioni di pronto intervento sociale, di risposta, per l'immediato, ai problemi alloggiativi e per fornire, poi, una rete di servizi che renda autonome le famiglie".
Le ultime due misure, sono le più recenti. Il Comune dell'Aquila ha aperto 3 sportelli territoriali, di prossimità, per aiutare i cittadini bisognosi ad accedere ai servizi, in collaborazione con altrettante associazioni del territorio. "Non sono sportelli dove si danno aiuti materiali: almeno, non solo. Sono punti d'ascolto, con figure qualificate, e di accompagnamento psico-sociale. In due sportelli - gestiti dalla Caritas di Pile e da Fraterna Tau - vengono forniti pacchi di conforto e beni di necessità, accanto alle attività di ascolto e di supporto, con un investimento pubblico pari a 40 mila euro. L'altro sportello, il terzo, è invece gestito dall'Auser provinciale, ed è dedicato alle problematiche, sempre più diffuse, di sovraindebitamento".
Lo sportello è attivo su prenotazione, dal 2 agosto scorso: si potrà prendere appuntamento fino al 30 ottobre (al numero 347-9193258 oppure 348-6193888) ma, ha promesso Di Giovambattista, il servizio verrà prorogato. "Fino ad ora, sono stati investiti 200 mila euro ma implementeremo le risorse e la platea dei destinatari cui ci rivolgiamo, e cioé cittadini con Isee fino a mille euro, oggetto di procedimenti di ingiunzione, sgombero o pignoramento".
Ci sono, poi, le altre misure di sostegno alle povertà previste finalmente a livello nazionale e regionale. Innanzitutto il SIA, il sostegno all'inclusione attiva, voluto dal Governo e che, per l'intero Abruzzo, stanzia 17 milioni di euro. E' attivo dal mese di settembre e, per L'Aquila, ci sono già una quarantina di domande ammesse. E poi, il Piano sociale d'ambito regionale, "che stiamo per programmare", ha detto Di Giovambattista. Si tratta di concertare con i territori i percorsi sociali per il triennio 2017-2019, "con 200mila euro destinati ai comuni del cratere".