A lavori conclusi, il rettorato e l'amministrazione dell'Università degli studi dell'Aquila - oggi nei locali di via Di Vincenzo - torneranno in centro storico: gli uffici amministrativi troveranno spazio a Palazzo Camponeschi; altri, a palazzo Ciavola Cortelli su via Roma e in uno stabile di proprietà dell'Univaq ubicato su via Forcella.
E Palazzo Carli, storica sede del rettorato? Al momento, non sono previsti finanziamenti. L'obiettivo dichiarato della rettrice Paola Inverardi è di farne un incubatore d'imprese ad alto contenuto tecnologico, con spazi utili a chiunque voglia iniziare un'attività imprenditoriale di valorizzazione del patrimonio culturale, dalla scrittura alla musica all'arte, in ogni sua forma.
Se ne è parlato anche di recente, alla Festa dell'Unità, ospite il sottosegretario allo sviluppo economico Antonello Giacomelli che, indicando nella sfida digitale la chiave di volta per un rilancio vero del centro storico cittadino, ha mostrato interesse per la proposta della rettrice.
Immaginare spazi destinati alle start up, alle imprese culturali, in pieno centro storico, che potranno fruire, tra l'altro, del cablaggio a fibra ottica che correrà nel tunnel dei sottoservizi, "è un'idea interessante - ha riconosciuto Giacomelli ai nostri microfoni - e siamo disponibili a sederci intorno ad un tavolo per discuterne e costruire il progetto insieme. Mi piacerebbe che il Palazzo diventasse un punto di riferimento per start-up di ragazzi non solo aquilani, ma provenienti da tutto il mondo", ha aggiunto il sottosegretario. "Sarebbe un bellissimo simbolo, sapere che lì, nel cuore del centro storico, non c'è solo la ricostruzione di quello che c'era ma c'è la costruzione di un ponte verso il futuro".
Servono 17 milioni di euro, però.
"Sulla nostra idea di progetto funzionale per Palazzo Carli - ha spiegato Inverardi a NewsTown - è intervenuta l'Ance, finanziando e donandoci un progetto di recupero che ci è stato consegnato qualche giorno fa [sotto, l'ipotesi progettuale]. E' un progetto molto bello, ed un passo importante per noi: avendo il progetto preliminare, infatti, possiamo chiedere con ancora più forza, al tavolo di finanziamento dei beni pubblici, che Palazzo Carli possa ottenere finalmente le risorse per la ricostruzione".
"Abbiamo raccolto il grido di dolore venuto dall'Università - ha aggiunto il neo presidente dell'Ance provinciale, Ettore Barattelli - a segnalare come un luogo simbolo per l'Ateneo e la città fosse privo di finanziamenti e persino di un progetto. Con le risorse destinate dall'Ance nazionale ad un fondo per la rinascita sociale ed economica della città, e con l'impegno dell'associazione provinciale, abbiamo inteso finanziare il progetto preliminare di restauro: i progettisti hanno lavorato a rimborso spese, con la preziosa collaborazione del dipartimento di Prove materiali dell'Università guidato dal professor Galeota".
Ne è venuto fuori un progetto assolutamente non banale - ha sottolineato Barattelli - "non si tratta del solito restauro conservativo di un fabbricato: pur ispirandosi alla tradizione del consolidamento monumentale, infatti, inserisce forti elementi d'innovazione tecnologica che consentono di adeguare sismicamente l’edificio e di coniugare gli spazi in maniera funzionale ad una fruizione polivalente che metta in connessione la vita universitaria con quella cittadina".
D'altra parte, parliamo di un aggregato importantissimo "che sta nel cuore del centro storico", tra via Roma, Piazza Rivera, via del Pavone e via Forcella, ha proseguito Inverardi. "L'Università tornerà a Palazzo Camponeschi, il Comune a Palazzo Margherita: avere lì un enorme aggregato, per ora senza fondi e senza destinazione, è un vulnus per il recupero dell'intera area. L'azione dell'Ance ha rafforzato la nostra posizione e, credo, rafforzi soprattutto la possibilità di recupero completo della funzionalità di un'area fondamentale del centro storico cittadino".
Il progetto preliminare consegnato dall'Ance all'Università degli studi dell'Aquila verrà presentato alla città, nei suoi dettagli, nelle prossime settimane. Intanto, NewsTown è in grado di svelarvi alcuni degli aspetti di progettazione più significativi.
"Avevamo dato indicazione chiara che il Palazzo non venisse ripensato esattamente com'era, compatibilmente con i vincoli imposti dalla Soprintendenza", ci ha confidato Inverardi. "Ed in effetti, ci sono importanti elementi di novità". L’edificio per come lo ricordiamo, settecentesco nella facciata, era il risultato del rimaneggiamento dell’impianto cinquecentesco di cui restavano poche tracce e, pur mostrandosi come un impianto unico, risultava separato in due blocchi da una parte centrale rappresentata da una superfetazione di cemento armato realizzata in anni recenti. Ebbene, quest’ultima sarà sostituita da un moderno nucleo distributivo che da via Roma a via Forcella creerà un percorso aperto che attraverserà i due blocchi servendo sia l’auditorium, che affaccerà su via Forcella, che il cortile dell’università.
"Così, si darà luogo ad un'area coperta, molto bella, con dei portici aperti alla città", ha aggiunto Inverardi [nell'immagine in basso, l'affaccio su via Forcella].
Oltre agli spazi destinati alle iniziative imprenditoriali in ambito culturale, all'incubatore della creatività, alcune parti dell'edificio resteranno a destinazione universitaria: in più, la vecchia aula magna - ha svelato Barattelli - diventerà un teatro, sono previsti spazi espositivi permanenti e una sala convegni.
Con la ricostruzione che, si spera, verrà presto, "avremo bisogno di creare delle partnership con soggetti privati - ha dunque aggiunto Inverardi - che possano essere interessati ad investire e magari gestire l'incubatore d'imprese". E in questo senso, l'abbiamo detto, c'è l'ìnteresse, importante, del sottosegretario allo sviluppo economico.