Giovedì 1 dicembre 2016, all’Aquila, il professor Claudio Magris, uno dei più importanti intellettuali italiani, tra i più conosciuti e apprezzati anche all’estero, riceverà il premio "Socrates Parresiastes” edizione 2015.
Il premio - riconoscimento che viene conferito per premiare una personalità che si sia distinta nella “Parresia socratica”, appunto l'arte di dire sempre la verità con franchezza e coraggio citata, quale valore universale, anche da Papa Francesco - è organizzato dall'associazione culturale “Confraternita Aquilana dei ’Devoti’ di Sant’Agnese”, che ha deliberato all’unanimità la scelta di Magris per i suoi meriti professionali e umani nel campo delle letteratura.
"La targa Socrates Parresiastes" ricorda in una nota l'associazione "che viene attribuita una volta ogni anno a persona dotata dei caratteri in essa indicati, recita:
Pensa la verità
ragiona con sapienza
dice il vero autorevolmente
parla con saggezza, franchezza e coraggio
agisce secondo verità
"e sempre viene consegnata in una pubblica cerimonia, sotto il patrocinio del Comune dell’Aquila e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, alla presenza delle massime autorità cittadine".
Nel 2007, la targa fu consegnata, per la filosofia, a Remo Bodei, professore all'Università della California di Los Angeles; nel 2008, per la sociologia, al presidente del Censis, Giuseppe De Rita; nel 2009, per l’Economia politica, al presidente emerito della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi; nel 2013 (dopo l’interruzione dovuta al grave sisma che ha colpito L’Aquila), per la teologia, a monsignor Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti e teologo di fama universale; nel 2014, per lo sport, a Fabio Capello.
La cerimonia di consegna della targa avverrà all'Aquila giovedì 1 dicembre alle ore 16 nella sala Benedetto Croce del Palazzo dell’Emiciclo (in via Michele Iacobucci alla Villa Comunale), sede del Consiglio regionale, dove Magris terrà una lezione.
"La nostra vuol essere l’utile provocazione" spiega il professor Tommaso Ceddia, presidente onorario dell’Associazione promotrice "di una città “ferita” nel nome di un’antichissima tradizione cittadina, la “festa strana” di Sant’Agnese (la religione non c’entra nulla) che fa dell’Aquila la “Capitale della Maldicenza” lì dove predichiamo il “dire il male” (esercizio di satira, critica mordace e libertà) e non “dire male” (pettegolezzo becero)".