Lo ha assicurato Roberto Riga, assessore all'ambiente e vicesindaco, presentando la prima conferenza cittadina che si è tenuta ieri nell'Auditorium del Parco, al Castello cinquecentesco.
Un incontro organizzato da Comune e Confservizi-Cispel Abruzzo per fare il punto della situazione attuale e indicare la strada per un futuro maggiormente eco sostenibile. Molto si è fatto, in questi ultimi mesi. Tantissimo, però, c'è ancora da fare.
Lo dicono i numeri. E' vero, in alcune zone della città si è arrivati al 67% di differenziata. Un risultato molto importante. Stiamo parlando, però, dei soli cittadini raggiunti dal servizio "porta a porta", 38.885 abitanti sui 68.484 censiti. E, tra loro, non vanno considerati i nuclei industriali di Bazzano e Monticchio e i circa 13.000 residenti nei progetti C.A.S.E.
Nei nuovi quartieri, infatti, la raccolta differenziata fatica a prender piede: si raggiungono livelli del 37-45%, con una media del 42,9% nel mese di febbraio. Le cose non vanno meglio nelle zone industriali, dove siamo al 43%.
Insomma, i dati dicono che, per i 38.885 cittadini raggiunti dalla raccolta porta a porta, la media di differenziata è del 57%. Gli altri trentamila abitanti non sono stati ancora raggiunti. Entro settembre, però - la promessa è del vicesindaco Riga - tutta la città sarà coinvolta.
Allargando lo sguardo alla Regione Abruzzo, qual è la situazione?
La raccolta differenziata nei primi 6 mesi del 2012 si attesta al 36,87%. E' cresciuta di circa 3,3 punti percentuali rispetto alla media del 2011. E' quanto emerge dai dati contenuti nel Catasto Telematico Gestione Rifiuti della Regione Abruzzo. La provincia dell'Aquila è al 23,65%. Le cose vanno assai meglio nelle provincie di Chieti, al 46,33%, Pescara, al 30,14%, e Teramo che è quasi al 46%.
Sfogliando il VII rapporto sulle raccolte differenziate, l'ultimo realizzato dall'Osservatorio rifiuti della Regione Abruzzo, che fa riferimento ai dati del 2011, si legge che la città di Pescara aveva una media del 29,38%, Chieti del 47,32% e Teramo addirittura del 63,73%. Il dato fa riferimento a tutta la città. E le cose negli ultimi mesi sono migliorate.
Dunque, la città dell'Aquila ha ancora molto da fare. Considerato, però, che si partiva da un desolante 17,34% di fine 2011, non si possono negare i grandi passi avanti fatti negli ultimi tempi. E le iniziative presentate ieri lasciano ben sperare. Presto saranno realizzati una Carta dei cittadini e un contratto di servizio per garantire maggiore trasparenza possibile in materia di raccolta differenziata. Strumenti seri, per tutelare gli aquilani dai disservizi. Perché la carta venga rispettata, il Comune intende istituire la figura di un garante. Il documento, concordato con i sindacati, è stato firmato proprio ieri.
Il coinvolgimento dei cittadini è assolutamente auspicabile, anche per stimolare un maggior senso civico. In particolare, ci sarà da lavorare molto nei progetti C.A.S.E: è probabile che la sensazione di precarietà che vivono molte delle famiglie che vivono nei nuovi quartieri non abbia aiutato a spiegare l'importanza della raccolta differenziata. E' per questo che risulta incomprensibile l'atteggiamento del Comune che, dopo aver invitato il gruppo civico di Appello per L'Aquila a partecipare all'incontro, non ha inserito l'intervento proposto nel programma della giornata: "Lo scorso 11 gennaio riceviamo un invito dal Sindaco - scrive il gruppo in una nota - Decidiamo di partecipare, abbiamo delle cose da dire, ci mettiamo sotto per studiare, preparare l'intervento e i materiali di supporto alla presentazione. Quindi, dopo pochi giorni, rispondiamo all'invito. Non riceviamo alcun riscontro. I primi giorni di febbraio passano ma nulla. Poi in questi giorni veniamo a sapere che l'incontro si sarebbe tenuto il 26 marzo. Leggendo il programma il nostro intervento non è stato inserito".
"La materia ci sta a cuore - sottolinea Carla Cimoroni, del gruppo di Apl - anche perché alcuni di noi studiano e lavorano in questo settore. Abbiamo organizzato incontri sui rifiuti con i Comuni più virtuosi d'Italia".
Cosa avreste voluto dire? "La raccolta differenziata è produttiva ed economicamente sostenibile per un territorio se inserita in un ciclo virtuoso", risponde a NewsTown, "e il primo passo è avere autonomia d'impianti. Ad oggi, infatti, conferiamo i rifiuti nei siti Cogese e Agiam di Sulmona e Avezzano. Di lì, vengono spediti fuori regione, in Emilia Romagna. Un costo non da poco. Abbiamo organizzato mesi fa un convegno pubblico con Alessio Ciacci, assessore all'ambiente del Comune di Capannori (Lucca), tra i più virtuosi d'Italia, e ci raccontava che loro non fanno semplicemente la differenziata: hanno gli impianti, riutilizzano i materiali riciclati e, così, creano ricchezza per il territorio. Hanno persino dei centri di ricerca che studiano la riciclabilità dei materiali. Insomma, non basta sparare dei numeri: andrebbe fatto un ragionamento più serio sull'intero ciclo dei rifiuti".
In effetti, il comune di Capannori è stato il primo comune d'Italia che, nel 2007, ha aderito alla rete internazionale dei Rifiuti Zero per l'abbattimento dei rifiuti entro il 2020. Una strategia che si propone di riprogettare la vita ciclica delle risorse in modo tale da riutilizzare tutti i prodotti, facendo tendere la quantità di rifiuti da conferire in discarica allo zero, e contrapponendosi alle pratiche che prevedono necessariamente un processo di incenerimento o discarica.
Un'esperienza a cui guardare con grande interesse. Sarebbe importante che questo territorio riuscisse, finalmente, ad aprirsi ad altre intelligenze.