E’ finalmente approdata in prima commissione (convocazione richiesta dai consiglieri comunali di opposizione), la vicenda riguardante l’aumento dei prezzi per il conferimento dei rifiuti, richiesto dal Cogesa (consorzio a capitale pubblico che gestisce l’impianto di smaltimento Noce Mattei a Sulmona) a carico della ASM (azienda a capitale pubblico che si occupa della raccolta e smaltimento dei rifiuti in città e comuni limitrofi).
Il presidente della commissione, Livio Vittorini, è riuscito a mettere intorno ad un tavolo, l’amministratore di Asm, Lanfranco Massimi, coadiuvato dal dott. Fabio Ianni, il responsabile tecnico del Cogesa, Stefano Margani , su delega del neo amministratore unico del consorzio, Franco Gerardini e la parte politica del Comune, rappresentata dall’assessore all’ambiente Fabrizio Taranta. Tutti i commissari accreditati erano presenti all’appello. Il presidente Vittorini , inoltre, ha messo a disposizione della commissione, la lettera che, in data 13 gennaio, il Cogesa ha inviato all’ASM
In questi giorni, il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è più volte intervenuto sulla vicenda, prendendo posizioni piuttosto dure "Non si può dire che i rifiuti dell'Aquila puzzano più dei rifiuti di qualche altra parte perché sennò significherebbe ammettere che l'impianto non funziona bene perché quello è un impianto per il trattamento meccanizzato e biologico con la stabilizzazione della frazione organica, quindi se i rifiuti puzzano c'è un problema nell'impianto e forse andrebbe chiuso se i rifiuti non puzzano c'è una volontà di chiudere il conferimento dell'Aquila e di creare difficoltà per una motivazione puramente politica.”
Di fatto, ha aperto una querelle con gli altri comuni che partecipano al capitale sociale di Cogesa, principalmente con il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, che, nelle scorse settimane, aveva affermato “non c’è alcuna battaglia di campanile. Non c’è alcuna volontà di andare allo scontro con il capoluogo di regione, però la realtà è che L’Aquila conferisce 22mila tonnellate in discarica a un prezzo che obiettivamente non è competitivo, anzi diventa un costo per Cogesa. Siamo nel 2023 e sarebbe auspicabile che, come fanno ormai tutti i Comuni, anche la città dell’Aquila inizi a fare la raccolta differenziata dei rifiuti”
Nello scontro, tutto politico, tra i due sindaci, Biondi e Di Piero, restano in mezzo le due società che, oggettivamente, hanno bisogno l’una dell’altra. Una gestisce l’impianto di trattamento dei rifiuti, l’altra produce 22.000 tonnellate di materiale necessario per un buon funzionamento dell’impianto. Il rischio di queste posizioni ideologiche, potrebbe essere che, ad ASM costerà di più lo smaltimento (dovranno trovare un altro impianto che accolga i rifiuti) mentre il Cogesa dovrà rinunciare al 20% del suo fatturato, con evidenti e possibili ripercussioni sulla tenuta finanziaria dello stesso consorzio.
Durante il suo intervento, l’amministratore unico di ASM, Lanfranco Massimi, ha descritto, per filo e per segno, la posizione tenuta dalla società nei confronti del Cogesa. Ha premesso che ASM detiene una quota del consorzio e, fino al 31/12/2022 i rapporti erano regolati da un contratto (ora in prorogatio, poiché, per ragioni di salute pubblica, non può essere interrotta la raccolta dei rifiuti), che prevedeva un costo di smaltimento pari a euro 110,32 a tonnellata.
Questa cifra è stata aumenta, unilateralmente dal consorzio, ben due volte durante la vigenza del contratto, una nel 2021 portando il costo per tonnellata a euro 120,00 l’altra nel 2022 raggiungendo la cifra di euro 136,50 a tonnellata (con un aumento del 20% rispetto al 2020), a giudizio dell’amministratore unico, avv Massimi, tali richieste sono irricevibili, mentre il confronto, su una soluzione condivisa resta sempre aperto, anzi, auspicabile. Inoltre ha confermato che, l’abbandono dello smaltimento dei rifiuti tramite il Cogeri, porterebbe alla necessità di indire una gara di evidenza europea, con tutte le difficoltà che ciò comporta, per l'individuazione di un nuovo soggetto a cui conferire il rifiuto indifferenziato.
Il responsabile tecnico del Cogesa, Stefano Margani, rispondendo alle domande dei consiglieri, non si è tirato indietro, ma, gli va dato merito, ha risposto in modo compiuto alle richieste di informazioni. La consigliera Stefania Pezzopane aveva chiesto, a proposito della “puzza” dei rifiuti aquilani di cui ha parlato Biondi, di spiegare quale incidenza ha una scarsa percentuale di raccolta differenziata sulla qualità del rifiuto “secco”. La risposta è lapidaria; meno è la raccolta differenziata, più alta è la porzione di organico che va a inquinare la qualità dell’indifferenziato. È evidente che, con questa situazione, il rischio è di emanare odori sgradevoli è maggiore.
Rispondendo poi al consigliere Paolo Romano, che chiedeva lumi sull’eventuale interruzione del contratto con ASM, il tecnico Margani, ha dichiarato che, la società aquilana, “pesa” il 20% del fatturato complessivo del Cogesa, quindi, rappresenta una fetta importante degli incassi annui del consorzio. Inoltre ha spiegato che, l’aggiornamento del costo di 136,50 euro a tonnellata, permette a Cogesa di coprire le maggiori spese determinate dall’aumento delle fonti energetiche.
Questo è il racconto dei fatti avvenuti in commissione, ognuno ha esposto, correttamente, la propria posizione, però a noi è venuto un dubbio: non è che, i due contendenti, uno supportato del sindaco Pierluigi Biondi, l’altro invece dal sindaco Gianfranco Di Piero, di giorno, dichiarano di volere un accordo, mentre la notte cercano altre soluzioni?
Perché, vi starete chiedendo? La risposta è semplice: l’ASM ha in ballo una joint venture con Segen (concorrente di Cogesa e proprietaria di un impianto di smaltimento in Valle Roveto) per la realizzazione di un impianto di trattamento dei rifiuti urbani e di un impianto per il recupero della pulizia strade. Il Cogesa, non si straccia le vesti per la minaccia di ASM di portare altrove i rifiuti e, la nomina di amministratore unico di Franco Gerardini, ex dirigente della Regione Abruzzo, da sempre nel campo, potrebbe essere una credenziale da spendere per trovare altri comuni che possano sostituire le 22.000 tonnellate di rifiuti aquilani.
Resta un solo problema: gli ottocentomila euro che Cogesa chiede ad ASM e che la società aquilana non ha nessuna intenzione di pagare, che fine faranno?