Lunedì, 14 Ottobre 2013 15:53

CaseMatte, città solidale. Cialente: "Pronto ad assumermi responsabilità"

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“Dopo quello delle carriole continua la sequenza dei processi a carico di chi in questi anni si è mobilitato in difesa della città. Le domeniche delle carriole, la manifestazione del 7 luglio a Roma, quella presso la sede della Regione, quella di contestazione a Berlusconi e Bertolaso fuori dalla Guardia di Finanza e il processo contro il presidio di Casematte nel parco di Collemaggio coinvolgono decine di cittadine e cittadini accusati di non essere rimasti inerti davanti alle ingiustizie e allo Stato di abbandono. Per noi questo si chiama partecipazione, per noi queste sono vitamine fondamentali per la democrazia”.

A dirlo, in una nota stampa, il gruppo civico consiliare di Appello per L'Aquila, all'indomani dell'apertura della fase dibattimentale del processo per l'occupazione dello spazio sociale CaseMatte, a Collemaggio, con imputati 12 tra attivisti e attiviste. La Asl 1 (Avezzano-Sulmona-L'Aquila), che tre anni fa aveva denunciato gli occupanti del 3e32, si è costituita parte civile, chiedendo una provvisionale di 50mila euro, una sorta di anticipo in primo grado sul risarcimento totale che intende richiedere. A quanto pare, ben più cospiscuo.

Una cifra assolutamente spropositata, un evidente tentativo di intimidazione se si pensa che la richiesta è motivata con i “danni all'immagine e al patrimonio” di cui sarebbe stata vittima la Asl. Peccato che, ad oggi, a più di quattro anni dal terremoto, uno dei pochi edifici riqualificati e attraversati da cittadini sia proprio CaseMatte. Tutt'intorno, strutture fatiscenti abbandonate alla sporcizia e al degrado.

Un paradosso, per il gruppo consiliare di Appello per L'Aquila: “Comunque la si pensi nessuno può negare che il comitato 3e32 abbia svolto un ruolo decisivo per la partecipazione attiva delle cittadinanza, per riempire il vuoto sociale lasciato colpevolmente dall’Amministrazione e come sentinella a guardia dell’utilizzo pubblico del parco di Collemaggio. Un ruolo ormai riconosciuto a livello nazionale: nel 2009 furono i ragazzi e le ragazze di via Strinella prima e di Collemaggio in seguito a comprendere e combattere quello che stava avvenendo. I giovani e non le cosiddette classi dirigenti silenti della città”.

“Oggi si trovano sotto processo anche con la vergognosa richiesta da parte della ASL di un cospicuo rimborso monetario per 'danno di immagine', una richiesta rivolta a precari e disoccupati”, si legge nella nota. “Il 'danno di immagine' lo chiediamo semmai noi al dott. Silveri della ASL che dopo più di quattro anni non ha provveduto nemmeno a un piano per il recupero degli edifici che insistono nel parco di Collemaggio, lasciando colpevolmente al completo abbandono un patrimonio di tutta la collettività”.

Un processo, incalza il gruppo di opposizione, che si svolge con il silenzio assordante delle forze politiche: “Mai come in questo momento è invece necessario schierarsi chiaramente. Noi lo facciamo senza se e senza ma, invitiamo tutti gli altri a farlo e chiediamo che l’Amministrazione comunale metta in campo tutte le azioni concrete necessarie a difesa dell’esperienza di Casematte".

Nel corso del dibattimento, gli avvocati della difesa hanno presentato al manager la lettera che Massimo Cialente aveva inviato alla Asl nell'aprile del 2011 per chiedere un incontro sulla questione di Collemaggio. Una lettera protocollata e ricevuta dalla Asl e a cui, però, non è mai stata data risposta. E ai microfoni di NewsTown, il primo cittadino ha rivelato di aver inviato una nuova missiva, qualche giorno prima dell'udienza: “Ho scritto nuovamente a Silveri chiedendo di darmi in affitto lo spazio di CaseMatte ad un prezzo simbolico, anche di 1000 euro l'anno, facendomi carico di tutte le responsabilità, civili e penali. Trovo abominevole quanto accaduto. Il manager si comporta così perché deve rispondere della sua gestione alla Corte dei Conti: è per questo che mi sono offerto, come Comune dell'Aquila, di assumermi la responsabilità dell'occupazione dell'edificio a ColleMaggio. L'abbiamo già fatto per l'Asilo Occupato. Non c'è alternativa, vista la mancanza di spazi sociali e d'aggregazione”.

Evidentemente, però, il manager non ha alcuna intenzione di risolvere la vicenda: “Ho spedito la lettera e ho anche telefonato a Silveri. L'ho pregato di farmi una proposta. Mi ha risposto che c'è un problema di riperimetrazione dell'area occupata, che non intende assumersi le responsabilità civili dell'occupazione e che, se ci fossero problemi, sarebbe lui stesso a pagare in quanto rappresentante legale dell'azienda. Non posso fare altro: non posso fare di più, se non proporre di assumere come Comune la responsabilità civile e penale di quanto accade a CaseMatte”.

Risposte non ne sono arrivate. Anzi, il manager della Asl ha chiesto una provvisionale di 50mila euro alle attiviste e agli attivisti: “Se anche avesse richiesto mille euro, il problema è un altro: vogliamo che quello spazio resti ai ragazzi e alle ragazze che l'hanno occupato? A parer mio, si. Almeno in questa fase, prima di avviare un progetto complessivo su ColleMaggio. Un progetto che è nel mio programma di mandato ma di cui è inutile discutere almeno sino a quando non arriveranno i fondi. Fino a quando non ci sono risorse certe, è inutile che ci prendiamo in giro”.

E' chiaro che il manager la pensi diversamente: una volontà che potrebbe nascondere l'intenzione di vendere l'area di Collemaggio. In questo senso, CaseMatte sarebbe un problema da risolvere al più presto. E' altrettanto chiaro, però, che considerato l'abbandono in cui versa l'area, un bene comune della città che potrebbe rispondere, in particolare, alle esigenze aggregative dei tanti ragazzi che, in questi giorni, sono scesi in piazza per chiedere spazi di socialità, non si può far finta di non ascoltare le voci di chi, da quattro anni, si batte per la tutela di uno spazio prezioso.

"Gli studenti hanno occupato per creare quel luogo di aggregazione giovanile che nella nostra città, a quattro anni dal sisma, continua a mancare. Queste prese di posizione vogliono rappresentare, ora più che mai, la necessità dei giovani di poter essere tali. La richiesta che portiamo avanti oggi e che riempirà il lavoro nei prossimi giorni è la seguente: vogliamo essere presi in considerazione dal resto della cittadinanza aquilana, dalle istituzioni, e vogliamo che si prenda coscienza che L'Aquila per poter sopravvivere deve diventare una città a misura di giovane”. Si legge nella nota diffusa, stamane, dagli 'studenti aquilani uniti' che hanno occupato alcuni Istituti superiori.

Paradossale che chi da tempo si batte per questi spazi sia costretto a difendersi in un'aula di tribunale, con la minaccia di dover pagare chissà quanti soldi.

 

La solidarietà della città a CaseMatte. 

Sostegno e solidarietà ai ragazzi di CaseMatte, per il processo contro l’occupazione dello spazio di Collemaggio. Lo esprime la senatrice Stefania Pezzopane, che si dice rammaricata per la piega che hanno preso gli eventi. “Insieme al sindaco dell’Aquila, quando ero assessore alle Politiche Sociali del Comune abbiamo scritto più di una volta al manager della ASL, il dott. Silveri, sollecitandolo a cedere lo spazio di Collemaggio per destinarlo a scopi sociali e culturali. Un’area - prosegue la senatrice- che da anni versa in una situazione di degrado e di abbandono. Non abbiamo mai ricevuto risposta. È assurdo e paradossale che la ASL chieda un risarcimento di 50mila euro agli attivisti di CaseMatte, che hanno riqualificato una porzione di Collemaggio. Su quella collina, per anni luogo di dolore e di solitudine, alcuni giovani aquilani hanno creato uno spazio ricreativo e culturale, che in parte risponde all’esigenza più volte manifestata dai ragazzi della nostra città di luoghi d’incontro e di aggregazione.
Evitiamo l’accanimento, soprattutto nella specifica situazione degli spazi sociali, nella città post terremoto”.

 

"E' solo una straordinaria formula di autorecupero sociale quella che è sotto gli occhi di tutta la città nell'area dismessa del Parco di Collemaggio", si legge in una nota dell'assessore alla ricostruzione, Pietro Di Stefano. "Dovrebbe essere nell'interesse di ogni amministratore che in città non vi siano strutture o spazi pubblici inutilizzati e che questi riescano a trovare una destinazione d'uso, a maggior ragione se la città in questione soffre il dramma sociale di un post terremoto. "Casematte è sbocciata nel Parco di un ex ospedale psichiatrico come un fiore che spunta dal letame. Dal 2009 ad oggi sono state diverse le iniziative organizzate in quell'area recuperata: sulla ricostruzione e in alcune tra queste sono anche stato invitato come assessore al ramo, sul sociale, sulla salute mentale, sulle politiche di comunità. Senza contare le attività più strettamente ricreative. I ragazzi di Casematte e tra questi figurano anche quei dodici che adesso sono chiamati a rispondere dell'accusa di invasione e occupazione di spazi pubblici, hanno curato persino i processi partecipativi necessari ad un coinvolgimento consapevole sia dei beneficiari che del territorio circostante. Il Direttore Generale Silveri", conclude Di Stefano, "si spinge a chiedere loro addirittura una provvisionale di 50.000 euro per i danni. Credo che la città intera debba insorgere in difesa di questi ragazzi e chiedere i danni a Silveri: per abbandono e incuria di un'area sotto la sua diretta responsabilità".

 

"Si dice 'che faccia di bronzo!' quando qualcuno ha la sfacciataggine di spararle grosse, con l'aria di chi sta dicendo la cosa più ovvia e normale del mondo. Ma il Dott. Silveri, con la richiesta di 50.000 euro di risarcimento parziale, per danni al patrimonio ed all'immagine, nei confronti di 12 fra quelle persone che in questi anni hanno fatto rivivere e restituito alla speranza quel luogo triste ed abbandonato nel parco di Collemaggio, merita una valutazione superiore, perché per imbastire l'assurda motivazione e consistenza della sua denuncia ci vuole proprio qualcosa di più di una faccia di bronzo, ci vuole proprio una 'silver(i)face'". A scriverlo, in un comunicato, il Circolo Arci Querencia che ritiene "insopportabile che cali il silenzio e l'isolamento per coloro che si trovano, ancora una volta, a subire conseguenze penali per ottuse, ridicole e perniciose azioni, soprattutto per il valore che quell'esperienza ha rappresentato e rappresenta dopo la frantumazione sociale seguita al terremoto e che ha avuto, tra gli altri, il merito di aver restituito dignità ad un luogo caro alla storia di questa città, un ex circolo Arci, simbolo e presidio di integrazione della città con la realtà dell'ospedale psichiatrico.

 

"In una città che fa fatica ma continua a lottare per rinascere, che porta avanti le sue battaglie per ottenere l'aiuto e l'appoggio di uno Stato troppo spesso "distratto", l'esperienza di Casematte va difesa e valorizzata", dichiara Stefano Albano. "Tante volte abbiamo deprecato la mancanza di spazi comuni nella città che si va formando da quattro anni e mezzo. Casematte rappresenta questo, e lo rappresenta in una prospettiva che nasce dal basso, spontaneamente, dall'attivismo e dalla volontà di un gruppo di cittadini. La priorità dovrebbe essere quella di costruire e ricostruire, non abbattere quello che di buono nasce, per la collettività. Solidarietà quindi ai dodici a processo per Casematte. Altro che danno di immagine, diciamo alla Asl, a ben altri danni dobbiamo porre rimedio, con il dialogo e la ricerca delle soluzioni, con il contributo di tutti".

"180AMICI" per "Casematte"
Il Direttore della ASL dott. Giancarlo Silveri chiede 50.000 euro a Casematte per danno all'immagine mentre dovrebbe riconoscere quanto "Casematte" sia stata determinante dal 2009 nel diffondere la pratica della salute mentale di comunità, con l'accoglienza di cittadini in cura per problemi mentali, ospiti per lunghi mesi invernali in strutture provvisorie del Dipartimento di Salute Mentale all'interno del parco dell'ex Ospedale Psichiatrico "S.Maria di Collemaggio".
Dovrebbe ricordare quando respinse la proposta di delibera per l'utilizzo delle borse-lavoro donate dalla famiglia Losavio e dalla "Fondazione Franca e Franco Basaglia" e che avrebbe potuto esitare in un progetto di inclusione sociale e lavorativa proprio a Casematte, dove alcune persone ospiti delle casefamiglia già collaboravano volontariamente nel bar riaperto a Collemaggio. Quelle borse lavoro, donate il 3 novembre 2009 durante il convegno "Il senso della riabilitazione nella ricostruzione" con la partecipazione della Protezione Civile, dello stesso Dott.Silveri e del Comitato 3e32, furono poi attivate dalla "180amici" all'interno del progetto "Cinebus-matti per il cinema".
"Casematte" è stato, ed è tutt'ora, per alcune di queste persone un punto di ritrovo, un luogo in cui sperimentarsi e mettersi alla prova in ruoli che forse, a causa di un problema spesso ghettizzante, non ricordavano, quello cioè di giovani cittadini attivi nelle pratiche di ricostruzione sociale in un territorio disgregato e disperso come quello della città di L'Aquila.
"Casematte" ha rappresentato per loro, come per molti altri giovani cittadini, un luogo in cui incontrarsi e trascorrere, in modo costruttivo, le giornate allora prive di senso e di vita in una città appena uscita da un lutto immenso come quello del terremoto. Non si dimentichino infatti le presentazioni di libri, le mostre d'arte di giovani e meno giovani artisti aquilani, i concerti e le serate che hanno reso meno vuota la vita di molti cittadini: "Casematte" non è solo un luogo di incontro e relazioni, ma è uno spazio di vita e di idee in una città che forse oggi si è assuefatta all'idea di essere terremotata per quei giovani che tanto si sono impegnati nei progetti di ricostruzione sociale della città.
Riconosciamo la valorizzazione di Collemaggio da luogo in abbandono in luogo di vita, in presidio continuo a salvaguardia del patrimonio aquilano per contrastare i tentativi di vendita. Riconosciamo l'organizzazione delle giornate dedicate alla Salute Mentale di Comunità con la partecipazione della Direzione Sanitaria della ASL Triestina, della portavoce del Forum Salute Mentale, della Fondazione Basaglia, dell'Assessorato Comunale al Sociale
Visto quanto "Casematte" ha fatto per la città, l'Associazione 180amici L'Aquila Onlus esprime la propria solidarietà e vicinanza ai cittadini attivi e presenti fin dal 6 aprile 2009 e impegnati tutt'ora a portare avanti questo progetto, augurandosi che non smettano mai di lottare per qualcosa in cui credono fermamente e che continuino a portare avanti con lo stesso entusiasmo le attività che rendono Collemaggio un luogo vivo in una città distrutta e da ricostruire. 

Associazione 180amici l'aquila Il Presidente
Alessandro Sirolli 

 

Ultima modifica il Venerdì, 18 Ottobre 2013 17:51

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