Sabato, 20 Maggio 2017 19:43

Riscoprire il beato Placido da Roio al tempo dei social network

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E' raro, nel mondo della iper-comunicazione, dell'overload di informazioni e dei social network, riuscire ad ottenere la partecipazione di tante persone ad un evento, senza che la pubblicizzazione dello stesso sia stata minimamente presente sul web o sulla stampa.

Ci è riuscita l'associazione Casuentum, che consapevolmente ha voluto coinvolgere innanzitutto la comunità di Casentino, piccolo borgo del comune di Sant'Eusanio Forconese (L'Aquila), a pochi chilometri dal capoluogo abruzzese, nel mezzo della splendida Media valle dell'Aterno. L'occasione è stata la presentazione di un volume - regalato ai paesani, in vendita nelle librerie - che racconta di un tempi antichi e spiritualità, ma anche di quello stesso territorio: Il beato Placido da Roio, eremita nelle terre di Barili.

Il libro, a cura di Innocenzo Chiacchio, è di fatto un affresco interdisciplinare che ruota intorno alla figura dell'eremita Placido e riporta gli atti di un convegno organizzato a Ocre (L'Aquila) poco più di un anno fa. E' stato editato da NewsTown Edizioni, la casa editrice della società proprietaria anche di old.news-town.it.

Placido nasce intorno al 1170 a Roio da famiglia di contadini. Ben presto diventa punto di riferimento spirituale per la sua comunità, fino alla vocazione per l'eremitismo, non prima di aver pellegrinato per mezza Europa.

Un personaggio importante, insomma, cui viene affidato il tesoro spirituale dei villaggi del comprensorio - da Villa Sant'Angelo a Fonteavignone, fino a Fossa e alla stessa Casentino - prima dal conte Bernardo d'Ocre e poi dalla famiglia feudale dei Barili, che gli affidano il monastero che oggi conosciamo come di Santo Spirito a Ocre. 

grotta placidoAllora, non solo luogo di culto e pellegrinaggio, ma come tutti i monasteri centro di controllo del territorio, di gestione del potere, di trasformazione dei prodotti d'allevamento e delle pelli, della vita anche economica della valle, insomma. Una storia, quella di Placido da Roio, raccontata a Casentino con raffinata compostezza dallo storico Elpidio Valeri.

"E' straordinario come si riesca a fare la storia sul posto, comunicarla alla comunità e al territorio", ribadisce l'architetto Giuseppe Centauro, che il borgo del Medio Aterno l'ha conosciuto solo dopo il terremoto del 2009, e da allora se n'è innamorato, assieme ad altri studiosi e tecnici dell'Università di Firenze, ateneo che ha redatto anche il piano di ricostruzione del paese. E' lui a ricordare che Placido era innanzitutto un esploratore, e che c'è una ricorrenza tra l'inconsapevolezza della bellezza del territorio da parte del giovane di Roio, e la auspicabile presa di consapevolezza che dovrebbero assumere le popolazioni dei panorami che le circondano, seppure viziati parzialmente dal sisma, dalla ricostruzione e dai suoi effetti collaterali.

Ed anche Carlo Alberto Garzonio e Andrea Bacci, altri tecnici toscani ma casentinesi d'adozione, che evidenzia come la progettualità del territorio, la sua riscoperta autentica dovrebbe andare al di là delle (eventuali) politiche turistiche e persino della stessa progettualità della ricostruzione material dei borghi.

Iniziativa mirabile quella di Casuentum, con una pubblicazione da leggere e divulgare, che NewsTown Edizioni ha sostenuto con convinzione.

Ultima modifica il Domenica, 21 Maggio 2017 10:18

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