Martedì, 20 Giugno 2017 14:23

Turismo, Lolli: "Piano Strategico '17-'22, rivoluzione copernicana"

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"Quasi una rivoluzione copernicana nella strategia con cui promuovere il turismo nel nostro Paese".

Così il vice presidente della Giunta regionale Giovanni Lolli, Coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, ha definito il Piano Strategico del Turismo 2017-2022, a margine dell'evento di presentazione "Italia. Paese per viaggiatori" che si è tenuto oggi a Roma.

Secondo quanto riferito dallo stesso Lolli di ritorno dalla Conferenza, "per troppo tempo in Italia ci siamo cullati, affidandoci esclusivamente al valore immenso del nostro patrimonio artistico e naturale conosciuto in tutto il mondo e non abbiamo costruito una politica di promozione adeguata mettendo affianco del prodotto che avevamo a disposizione una rete adeguata di servizi ed infrastrutture".

Ora, il Piano Strategico del Turismo crea una radicale discontinuità: "si inaugura una stagione in cui tutti i protagonisti insieme decidono di rivitalizzare il settore dando una strategia al sistema turistico italiano; lo ha fatto lo Stato coinvolgendo tutti i ministeri interessati giacché il turismo non può essere confinato nell'ambito di un solo settore, ma evidentemente coinvolge ed impegna trasversalmente diversi dicasteri; lo hanno fatto le Regioni che hanno in questa materia competenze fondamentali affidate loro dalla Costituzione che intendono esercitare in squadra con lo Stato e con la rete dei Comuni, in un'ottica più stringente e più condivisa".

Dunque, "il Piano può essere considerato il frutto dell'apporto di tutti i protagonisti, in primo luogo degli operatori del settore, dei privati e di coloro che organizzano sul territorio l'offerta turistica e che hanno scelto di muoversi all'altezza della situazione e in modo più ordinato: quindi è proprio il metodo, con cui si è costruito questo piano, la vera ragione del suo successo".

Lolli ha spiegato che siamo entrati in una fase nuova che spinge sul "brand Italia" e sul "vivere all'italiana", ovvero su un prodotto che non si fonda più solo sulle grandi città d'arte ma coinvolge il territorio, i piccoli borghi che, come ha dimostrato il successo dell'anno dei Borghi d'Italia, rappresentano un traino fondamentale, il filo conduttore di un racconto straordinario fatto di uomini, visi, sapori, conoscenze, arte, artigianato e paesaggi". La così detta 'Italia minore' che, in realtà, "è la chiave per un'offerta turistica diversa, più diffusa, che consente di capire e far percepire un modello di vita a dimensione umana, proponendo un marketing sempre più fondato sul Life Italian Style, caposaldo di un Piano strategico di cui le Regioni e i Comuni sono protagonisti".

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