Da qualche giorno è stato rimosso da Palazzo Fibbioni, sede del comune dell'Aquila, lo striscione in memoria di Giulio Regeni, il ricercatore italiano sequestrato, torturato e assassinato al Cairo, in Egitto, tra il gennaio e il febbraio 2016. Lo striscione, che recava la scritta Verità per Giulio Regeni, nome della campagna nazionale lanciata da Amnesty International e dalla famiglia del ricercatore, era stato esposto a marzo 2016 a seguito dell'ordine del giorno presentato dal consigliere Ettore Di Cesare (Appello per L'Aquila che vogliamo) e accolto all'unanimità dall'assise consiliare.
Carla Cimoroni, consigliera di opposizione di Coalizione sociale, il gruppo che ha preso il posto di Appello per L'Aquila in consiglio, ha chiesto spiegazioni al Comune. Stando alla risposta data dall'ente, lo striscione sarebbe stato rimosso in seguito alla rottura di una delle corde che lo sostenevano. "Per riattaccarlo" scrive la consigliera su Facebook "pare sia necessario l'intervento di operai del Comune in forza al settore Lavori pubblici qualificati all'uopo". Questi ultimi, tuttavia, sempre stando a quanto riporta la consigliera, "sono tutti completamente dedicati, al momento, ad interventi connessi all'imminente riapertura delle scuole". La Cimoroni afferma che, poiché "da oggi e fino al 13 ottobre il tratto di via San Bernardino sotto Palazzo Fibbioni è interessato dal cantiere dei sottoservizi, che produrrebbe polveri che potrebbero rovinare lo striscione, si starebbe valutando l'ipotesi di spostare lo striscione in altra sede istituzionale e in particolare a Villa Gioia".
"Pur apprezzando la premura del sindaco e del suo capo di Gabinetto" osserva ironicamente la consigliera comunale "per lo stato di conservazione dello striscione, segnalo che lo stesso è plastificato e realizzato apposta per resistere agli agenti atmosferici. Del resto, ai Quattro Cantoni, di cantieri da marzo 2016 ad oggi ce ne sono stati anche altri e per fortuna direi. A Villa Gioia lo striscione sarebbe di fatto invisibile a cittadini e visitatori; il senso, se non è chiaro, non è ottemperare a un atto di Consiglio, ma segnalare e mantenere viva tra la popolazione la richiesta di verità e giustizia per l'omicidio di Giulio Regeni. Per questo" conclude Cimoroni "mi faccio volontaria, e non sono sola, per riappendere lo striscione a Palazzo Fibbioni. Anche subito. E da Palazzo Fibbioni smettetela di #faremelina".