Lunedì, 11 Settembre 2017 12:09

Liceo Cotugno, il primo giorno di scuola su diverse sedi. La preside: "La sensazione è che questa città sembri non avere voglia di trovare una soluzione"

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"Rappresento una comunità professionale educante costituita da studentesse e studenti, docenti, educatori e personale ATA che non ha fissa dimora. Un Istituto che vanta – nei suoi articolati indirizzi – qualità, professionalità, dedizione totale alla cura della formazione, orientamento all’innovazione e apertura all’internazionalizzazione. Una comunità che si ritrova, oggi, all’inizio di un nuovo anno scolastico a non avere un luogo dove poter svolgere le proprie attività".

Parole della dirigente scolastica del 'Convitto nazionale Domenico Cotugno' Serenella Ottaviano che, stamane, alla riapertura delle scuole, ha inteso scrivere una lettera aperta di denuncia per le criticità che il Convitto dovrà affrontare, spalmato com'è su diverse sedi.

"Molte idee, grandi ed encomiabili parole, confronto e condivisione, ad oggi, non hanno ancora portato ad una soluzione provvisoria sostenibile e della soluzione 'tampone' adottata non si prevede la durata e si ignora quale sia la sede definitiva ipotizzata", sottolinea Ottaviano. "Riprendiamo le attività educative e didattiche e il delicato e prezioso compito di istruire e formare affrontando tutte le difficoltà che, nei fatti, comporterà questa polverizzazione dell’istituto su molteplici sedi provvisorie, grazie alla disponibilità delle Dirigenti Scolastiche dei quattro Istituti di Istruzione secondaria di primo e secondo grado e di Istruzione Tecnica Superiore che, nostro malgrado, ci ritroviamo ad 'invadere'. Ci ritroviamo, infatti, nella umiliante situazione di 'richiedenti asilo' perché ancora senza tetto, sfollati e profughi in cerca di protezione nella nostra stessa città".

La dirigente scolastica è consapevole che il Convitto 'Cotugno' non è l’unico istituto a non avere una sede sicuramente certificata, "ma è l’unica scuola a non avere … la scuola! Ed è mortificante e frustrante trovarsi nella condizione di simil questuanti alla fra’ Galdino a perorare scampoli di spazi per garantire almeno la ripresa ordinaria delle lezioni, per lavorare e studiare nella normalità. Grazie a tutte e tutti coloro che, in questi pochi giorni, hanno lavorato alacremente per consentirci di avere almeno un tetto sulla testa. Eppure, nel complesso, la sensazione è che questa città sembri non avere la voglia di trovare una soluzione: lo spirito celestiniano che tanto si è declamato, nei fatti sembra essere una pura teoria utopica".

La comunità professionale del Convitto garantirà l’azione formativa di eccellenza e di prestigio che ha sempre erogato e implementato negli ultimi anni; "garantirà cura e attenzione a ciascuna studentessa e a ciascuno studente; dedicherà tempo, ascolto e comprensione alle famiglie esasperate; gestirà al meglio che potrà - e in sinergia con le Dirigenti degli Istituti che hanno messo a disposizione spazi, risorse e palestre – la vigilanza, la sicurezza e l’emergenza in cui si trova ad operare ancora oggi, benché siano già passati più di otto anni dal sisma del 2009 e otto mesi dal 18 gennaio 2017. Ma tale condizione non può e non deve essere che provvisoria. L’ansia e l’impotenza generano malumore: non si può operare al meglio se non si recupera la dignità alla quale tutte e tutti abbiamo diritto".

In questi anni il Convitto Nazionale 'Domenico Cotugno' si è molto rinnovato, rivendica Serenella Ottaviano: "è stato cablato con fondi provenienti dal PON LAN-WLAN ed è stato introdotto il registro elettronico; utilizza tecnologie informatiche multimediali quali l’aula 3.0 (acquistata con fondi PON); ha potenziato un laboratorio linguistico con attrezzature di ultima generazione, perno delle attività di insegnamento delle lingue straniere; si è dotato di un campetto sportivo per le attività pratiche di Scienze Motorie e Sportive in aggiunta alla palestra; altre attrezzature e strumenti (sempre da fondi PON) implementeranno la didattica della musica nel Liceo Musicale e col progetto 'Biblioteche innovative' le attività per tutti gli indirizzi; non ultimo l’avvio del Liceo classico internazionale, la costituzione di più Reti per il piano Abruzzo Musica e l’individuazione del Convitto quale Capofila per il Progetto Erasmus. Tutto ciò potrebbe subire amputazioni dolorose, se non si progetta un piano di 'ricostruzione' culturale e sociale della città a cominciare da edifici scolastici sicuri".

Da otto mesi l’istituto è oggetto mediatico di critica e discussione. "Da oggi, 11 settembre 2017, vorremmo fossero definitivamente abbandonati i proclami sterili. E’ improcrastinabile dare seguito ad un’azione concreta e tangibile di risoluzione del problema che è 'il' problema su cui innestare la rinascita della città, di questa comunità civile, già abbondantemente provata, che ha il diritto – costituzionalmente garantito – a far crescere nel benessere le generazioni future. L’appello è accorato, ma fermo. Questo Istituto deve rappresentare ed essere – dopo tante inerzie colpevoli – l’esempio virtuoso per la costruzione, non solo di scuole sicure, ma di cittadinanza attiva, consapevole, critica, colta, formata, propositiva, felice, viva! Altrimenti non sarà solo il Convitto Nazionale “Domenico Cotugno” a chiudere (a vantaggio di altre realtà regionali), ma l’intera città".

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