Giovedì, 31 Ottobre 2013 13:48

Mondo rap: La figuraccia di Killa negli Usa è davvero anche quella del rap italiano?

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Ormai il rap in Italia si è ritagliato una cospicua fetta nel panorama musicale mainstream e non. Se fino a poco tempo fa erano rimasti ancora pochi scettici a riguardo, adesso la conferma arriva proprio dal fatto che i rapper del bel Paese riescono sempre più a far parlare di sé e a scalzare dalle testate, blog e web magazine tutti i loro colleghi degli altri generi musicali.

Uno dei trend topic più importanti del momento riguarda infatti il rapper milanese Emis Killa e la sua performance che ha sollevato non poche critiche agli ultimi BET awards.

Ma partiamo da principio e vediamo di fare un sunto. I BET Awards sono dei premi istituiti nel 2001 dal network Black Entertainment Television per celebrare afroamericani ed altre minoranze nel campo della musica, della recitazione, dello sport, e di altri settori dell'intrattenimento.

Ovviamente, essendo l'hip-hop la cultura afro-americana più rappresentativa e diffusa nel mondo, la parte rap dell'evento è particolarmente sentita e seguita da tutti gli appassionati del genere.
Si esibiscono infatti gli artisti più quotati del momento, e in qualche edizione capita anche che venga dato spazio ad artisti non americani.

Quest'anno è stato il turno dell'Italia rappresentata per l'appunto da Emis Killa in un esibizione che lo vedeva affiancato a Rittz, Wax, Rapsody, Jon Connor e dj Premier.

Il rapper milanese ha rappato una strofa di uno dei su ultimi singoli "WOW", un pezzo decisamente poco impegnato e impegnativo con contenuti totalmente auto-celebrativi come molti ce ne sono nel panorama rap in tutto il mondo.

La sua performance ha suscitato non poco sdegno sia per il pubblico che segue il genere in Italia sia per quello oltre-oceano; da una parte perché in Italia tra i "rappusi" più accaniti, il rapper di Milano non gode di una buona fama e nessuno ha perso l'occasione per sparare a zero; mentre negli States è stato sommerso di critiche per le sue liriche in pubblica piazza.
La più pesante è stata proprio quella di ED LOVER afro-americano classe 1963 passato per TV e radio, e che adesso riscuote un discreto successo come opinionista nella sua seria "C'MON SON!" su youtube.
Proprio in questa sede la dichiarazione (molto terra terra, come quasi tutto il resto della comicità afro negli U.S.A.) è stata la seguente: ''Emis Killa dall'Italia: naah figliolo, nahh. Hanno messo i sottotitoli sullo schermo, e leggendo i sottotitoli la metà di quello che hai detto non era in rima secondo me, e non era nemmeno granché. Tornatene in Italia con queste cazzate. Vai a mangiare degli spaghetti, delle lasagne, della pasta... forse quelle cazzate che hai detto piacciono in Italia, ma non qui. C'MON SON! Porta via da qui quelle cazzate.".
Insomma figura abbastanza barbina per il Killa.

Cosa ne penso io che pure faccio Rap? Un paio di riflessioni:

Se si va a spulciare sulla vicenda, una delle espressioni più usate in merito è stata "fallimento per il Rap italiano".

Sinceramente non credo che si possa dire cosa più sbagliata.

Sono sicuro che molti degli appassionati del genere (me compreso) avrebbero voluto vedere un altro al posto di Emis Killa: Bassi maestro, er Danno, Kaos, Kiave, Johnny Marsiglia, E-Green, giusto per citarne alcuni (anche se potrei andare avanti per molto ancora).

Il problema principale è che probabilmente nessuno nella lista sarebbe riuscito a fare una figura migliore del "malcapitato" Emis.

Vuoi per un limite di pura e semplice fonetica (l'italiano non è per niente una lingua adatta per il rap specie se affiancata al molto più fluido inglese); vuoi perché se ai Bet c'è arrivato Killa c'è un motivo: nessun altro al momento ha uno staff dietro così importante come il suo e come quello di tutti gli artisti che si esibiscono lì ogni anno.

Calcolando le aspettative del pubblico che segue in media il rap in Italia l'unico nome che avrebbe avuto le credenziali adatte per poter soddisfare tutti sarebbe stato un Lou X nei suoi tempi d'oro, ovvero quando era sotto contratto con la Sony ( già perché anche se molta gente ancora non lo sa, Lou X aveva un contratto con una major del calibro della Sony).

Però purtroppo erano più di 15 anni fa e i Bet awards non esistevano e, a parlare con i se e con i ma, non si va da nessuna parte.

Altra cosa molto importante da far notare a tutti coloro che pensano che il rap Italiano abbia sfigurato in modo irreparabile davanti ai padri fondatori americani, è che tutto il polverone alzato in torno al caso Emis Killa ha eclissato un'altra interessante combinazione proprio tra il Rap del bel paese e quello statutinitense, ovvero quella svoltasi tra Fabri Fibra e i Run DMC nello spot dell'adidas.

Adesso tutti gli appassionati del rap e dell'Hip-Hop in generale vedendo accostate le parole adidas, Fabri Fibra e Run DMC nella stessa frase, credo, dovrebbero solo rifarsi due conti e tranquillizzarsi perché il rap in Italia non è stato assolutamente messo sotto una cattiva luce.

In conclusione. Già il mercato della musica è funestato dalla dittatura dei numeri, le dietrologie e le conoscenze. Sarebbe meglio allora se il pubblico italiano riuscisse ad acquisire una maggiore maturità e capire una volta per tutte che si potrebbe parlare meglio di ciò che piace anziché denigrare (anche a prescindere), ciò che non ci va a genio.

Forse, e dico forse, si riuscirebbe così a far rientrare in campo nel mondo della musisa, un po' più di sana meritocrazia e contribuire a far raggiungere alla scena un maggiore spessore qualitativo.

Forse, chi lo sa, in questo modo anche altri rapper nostrani potrebbero più facilmente raggiungere lo stesso peso di Killa nell'industria musicale ed arrivare loro a rappresentare meglio il Rap Italiano all'estero.

Ultima modifica il Venerdì, 01 Novembre 2013 20:24

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