La Germania è erede del Terzo Reich nazista e, come tale, deve risarcire le vittime delle stragi di civili commesse in Italia durante la Seconda Guerra mondiale. Per questa ragione il tribunale di Sulmona (L’Aquila) ha condannato ieri lo Stato tedesco al pagamento di oltre 6 milioni di euro come riparazione dell’eccidio avvenuto nel novembre del 1943 a Limmari, frazione di Roccaraso, nella quale persero la vita 128 innocenti.
Non è la prima volta che un tribunale italiano condanna il governo di Berlino come responsabile delle stragi ma queste condanne sono rimaste fino a oggi lettera morta; ogni tentativo da parte dei legali di vedere risarcito il danno si è scontrato contro la netta opposizione delle autorità tedesche che, sia dal punto di vista giuridico che politico, ritengono di aver rotto ogni legame con i crimini di Hitler.
La sentenza di Sulmona è un pronunciamento di primo grado e anche per questa ragione, come le precedenti, non troverà di certo immediata esecuzione. La giudice civile Giovanna Bilò ha riconosciuto 5 milioni agli eredi delle vittime e 1,6 milioni al comune di Roccaraso. "Una simile strage - è scritto nella sentenza - fu resa possibile proprio dalla sistematica accondiscendenza, quando non dalla sollecitazione, da parte dei vertici dell’esercito tedesco di tali atti di assassinio, sterminio, deportazione e violazione della vita privata ai danni della popolazione civile e con il dichiarato fine di contrastare qualsivoglia pericolo alla supremazia tedesca. Lo sterminio degli abitanti fu cinicamente, lo strumento attraverso il quale l’esercito tedesco, intimorito dall’avanzare delle avanguardie alleate, fece piazza pulita dei civili ancora presenti nella fascia di sicurezza".
Come detto, prima dei giudici Sulmona altri tribunali d’Italia avevano condannato lo Stato (attuale) della Germania per crimini commessi dal (fu) Stato nazista. E’ stato così a Firenze, Bologna, Ascoli Piceno. Persino la Cassazione aveva stabilito, con due sentenze nel 2008 e nel 2014 il diritto dei familiari al risarcimento da parte delle autorità tedesche. Ma di fronte a queste richieste i legali della Germania in Italia hanno sempre opposto una serie di argomenti giuridici: l’impossibilità di citare in giudizio uno Stato da parte di un altro Stato; il Trattato di pace siglato alla fine della Seconda Guerra, con il quale l’Italia avrebbe rinunciato a ogni pretesa risarcitoria; un accordo tra Roma e Bon siglato nel 1961 con il quale venivano dichiarate risolte tutte le rivendicazioni.
Mazzocca: "Una sentenza che rappresenta un fatto storico"
"Apprendiamo con massima soddisfazione la fausta notizia della sentenza del Tribunale di Sulmona sull'eccidio dei Limmari nell'avvicinarsi del 74° anniversario".
Interviene così Mario Mazzocca, Sottosegretario alla Presidenza della Giunta regionale nonché storico membro di ANPI Abruzzo, che ricorda come "fra il 16 ed il 21 novembre del 1943 a Pietransieri, nei pressi di Roccaraso, in località bosco di Limmari i soldati tedeschi trucidarono 128 persone inermi (fra cui molti anziani, 60 donne, 34 bambini al di sotto dei 10 anni e un bimbo di un mese), senza motivazioni documentate, ma per il semplice sospetto che la popolazione civile sostenesse i partigiani. La rappresaglia dei tedeschi si accanì dapprima contro il bestiame razziato, poi i nazisti rastrellarono gli abitanti inermi che si trovavano fra i casali dei Limmari e li trucidarono".
I cadaveri restarono a lungo abbandonati nella boscaglia, nelle radure, fra le rovine dei casali, sepolti dalla neve. Scampò alla strage una sola superstite, Virginia Macerelli, una bambina di sei anni che fu occultata e protetta dalle vesti della mamma.
L'eccidio, sino ad oggi, era ancora senza colpevoli. Il Tribunale di Sulmona, "con una esemplare ed eroica sentenza" depositata dal giudice Giovanna Bilò, ha sancito la colpevolezza della Repubblica Federale di Germania per l'eccidio. "La sentenza – aggiunge Mazzocca – nell'accertare inequivocabilmente le responsabilità di un eccidio tanto efferato quanto incomprensibile, rappresenta un fatto storico; essa costituisce un primo e fondamentale passo di un percorso che va ben oltre l'aspetto del materiale risarcimento ma che sarà un formidabile strumento affinché la comunità locale, insieme all'Istituzione Comunale e Regionale, possa condividere ed individuare idonee iniziative strategiche volte ad alimentare nel tempo il valore assoluto della memoria collettiva e l'incommensurabile tributo ad esso dato dai martiri pietransieresi".