Sabato, 04 Novembre 2017 15:28

11 novembre, ambientalisti in marcia a Teramo per l'acqua trasparente

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E' stata presentata stamane a Pescara, con una conferenza stampa regionale, la Manifestazione per l'Acqua Trasparente organizzata dall'Osservatorio Indipendente per l'Acqua del Gran Sasso, e promossa dalle associazioni WWF, Legambiente, Mountain Wilderness, ARCI, ProNatura, Cittadinanzattiva, Guardie Ambientali d'Italia, FIAB, CAI, Italia Nostra e FAI.

Si svolgerà sabato 11 novembre a Teramo: il punto di ritrovo sarà alle ore 15 in viale Mazzini presso i "Giardini Carino Gambacorta" (noti come i "Tigli") e il corteo attraverserà tutto il centro cittadino. "Abbiamo scelto di presentare la Manifestazione a Pescara con una conferenza stampa regionale perché la messa in sicurezza dell'acqua del Gran Sasso è un problema di tutto l'Abruzzo" hanno evidenziato i rappresentanti dell'Osservatorio. "L'acquifero del Gran Sasso fornisce acqua a circa 700.000 abruzzesi nelle province di Teramo, L'Aquila e Pescara. La sua messa in sicurezza è fondamentale per oltre metà degli abitanti di questa regione ed è importante che in tanti sabato prossimo partecipino alla manifestazione per far sentire la propria voce e chiedere sicurezza e trasparenza".

Come riportato nell'appello di convocazione, la manifestazione è stata organizzata come momento importante di un percorso portato avanti dall'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso nei mesi successivi all'incidente dell'8 maggio scorso. "Ed è stata organizzata oggi per pretendere una svolta nella gestione di questa annosa vertenza", l'affondo degli ambientalisti.

Chi marcerà a Teramo il prossimo sabato 11 novembre chiederà:

  • trasparenza e partecipazione: finora tutta la vicenda dell'acqua del Gran Sasso è stata caratterizzata da mancanza di informazione e di partecipazione. I cittadini hanno il diritto di sapere cosa succede all'acqua che arriva nelle loro case e all'ambiente in cui vivono;
  • sicurezza per l'acqua: la consapevolezza dell'interferenza tra acquifero/autostrada/laboratori deve spingere ad atti concreti per mettere finalmente in sicurezza l'acquifero del Gran Sasso. Dopo gli oltre 80 milioni spesi dalla gestione commissariale, centinaia di migliaia di cittadini hanno potuto verificare che la sicurezza ad oggi non è affatto garantita. È il momento di affrontare una volta per tutte il problema e adottare soluzioni efficaci che mettano al primo posto la tutela della salute e dell'ambiente;
  • azzeramento del rischio: in attesa della soluzione definitiva è però necessario azzerare il rischio di incidenti. Vanno aumentate la qualità e la quantità dei controlli, ma soprattutto, in presenza di una conclamata interferenza non si può continuare a mantenere e aumentare il carico di materiale pericoloso, men che meno radioattivo, fatto transitare, immagazzinato e utilizzato sotto il Gran Sasso. 

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