Si è tenuto stamane presso l'Auditorium del Parco il workshop sulle Sorgenti del Vera, Riserva Naturale Regionale dalla straordinaria bellezza e biodiversità a due passi dalla città.
La giornata è iniziata con il saluto del sindaco Pierluigi Biondi, che ha ribadito quanto la tutela e lo sviluppo ambientale non siano in contraddizione ma debbano procedere di pari passo, e la Riserva Regionale Sorgenti del Vera con i suoi 30 ettari ne è un esempio concreto; Emanuele Imprudente, Assessore all'Ambiente del Comune dell'Aquila, ha sottolineato come si è solo all'inizio di un percorso avviato da anni - anzi decenni - per la costituzione e la valorizzazione dell'area: gli espropri dei terreni sono quasi terminati e, al momento, il Comitato di Gestione della Riserva Naturale Sorgenti del Vera è costituito da Paola Giuliani e Dina Del Tosto, rispettivamente Dirigente e Funzionario del Comune dell'Aquila, e dall'architetto Giovanni Cialone. Per il futuro si penserà ad una gestione diversa, in loco, che possa coinvolgere cittadini, tecnici ed esperti di fruizione e valorizzazione, come avviene già in altre riserve della regione.
Giuliani ha voluto ringraziare la popolazione di Tempera che, con una storia che trova le sue radici intorno all'anno Mille, ha difeso queste sorgenti preservandole da ogni tipo di speculazione per lo sfruttamento sia delle risorse idriche sia dei terreni circostanti. La dirigente ha chiesto inoltre che questo sostegno da parte della popolazione locale sia forte anche per il futuro, quando potrà essere avviata una gestione concreta, condivisa e partecipata che veda il coinvolgimento attivo delle numerose associazioni del territorio che già collaborano con il Comitato di Gestione.
Ai saluti istituzionali sono seguiti poi gli interventi tecnici. Antonio Di Sabatino, docente dell'Università dell'Aquila, ha sottolineato le caratteristiche dell'ambiente naturale e acquatico dell'area evidenziando quanto anche a livello di ricerche e pubblicazioni nonché sopralluoghi e approfondimenti in loco ci si concentri in ambito universitario sulla Riserva, fonte inesauribile di studi sulla biodiversità locale. Giovanni Damiani, biologo ed ex direttore dell'ARTA, ha fornito cenni storici sull'area delle sorgenti e soprattutto notizie d'interesse ecologico ed idrologico che hanno mostrato la totale assenza di inquinanti nelle acque, vero fiore all'occhiello del territorio. In particolar modo sono la bassissima temperatura (nel corso dell'anno mai superiore ai 7/8 gradi) e il carsismo delle rocce da cui l'acqua sgorga che rende questa risorsa pura e preziosa.
Annarita Frattaroli, docente dell'Università dell'Aquila, ha focalizzato il suo intervento sulla vegetazione e la flora dell'area fluviale del Vera, regolarmente censita e studiata al pari di altri ambienti naturali di rilievo e da preservare come quello più noto del fiume Tirino. Dina Del Tosto, funzionario del Comune dell'Aquila, ha ricordato come la Riserva sia stata costituita di recente, nel 2012. Solo nel giugno 2017 è stato approvato il Piano di Assetto Naturalistico - che suddivide la Riserva in tre aree d'interesse - e dunque sono iniziati gli espropri a partire dalla zona che necessita di una maggiore tutela. In passato inoltre erano stati fatti numerosi interventi di canalizzazione e urbanizzazione non compatibili con una Riserva Naturale, ma oggi la maggior parte dei terreni di pertinenza dell'area sono incolti, per cui i cittadini - spesso anziani - sono stati i primi ad accogliere volentieri questo percorso di miglioramento e valorizzazione.
Negli ultimi anni, grazie a fondi regionali per il recupero e risistemazione di detrattori ambientali, sono state realizzate azioni mirate in questo senso: una nuova pannellistica in legno (con informazioni anche in braille e plastico illustrativo), una rete sentieristica composta da tre percorsi, del materiale informativo cartaceo e infine un sito web più applicazione smartphone. Indubbiamente si tratta dei primi passi verso un lavoro di valorizzazione di quella che presumibilmente è la più giovane e la più piccola per estensione delle Riserve Naturali della Regione Abruzzo.
"La memoria storica è un tassello fondamentale per la tutela e la valorizzazione del nostro territorio": lo ha affermato con forza Giovanna Di Matteo, storica dell'arte, ponendo l'accento sulla presenza, nell'area delle sorgenti, di alcuni antichi mulini da grano, noti presumibilmente sin dal Medioevo, uno dei quali poi trasforma la sua funzione e viene utilizzato dalla vicina cartiera per il lavaggio della carta. Il recupero e la conoscenza di queste emergenze storiche, anche attraverso mostre fotografiche e pubblicazioni, può e deve dunque costituire una ulteriore fetta di un più ampio progetto di valorizzazione dell'area.
L'illustrazione di progetti e prospettive future è stata affidata all'architetto Giovanni Cialone, che ha approfondito in primo luogo alcune "note dolenti" legate alle costruzioni edificate in passato al fine di ospitare piccoli nuclei industriali oggi abbandonati e che però potrebbero essere eliminate con fondi ad hoc per la tutela dell'area. I terreni di Paganica e Tempera inoltre sono di fondamentale importanza anche per alcune produzioni agricole di eccellenza come il Fagiolo di Paganica, la Patata Turchesa e il Grano Solina, Presìdi Slow Food dell'aquilano, per la cui coltivazione potrebbero essere utilizzati i terreni più marginali della Riserva, storicamente adibiti ad orti. "L'agricoltura costituisce infatti in primo luogo un importante fattore di tutela dell'ambiente naturale e montano, e in secondo luogo una fonte di attività di socializzazione, terapia e didattica che oggi vengono realizzate solo in via sporadica in città ma i cui effetti benefici sui cittadini sono riconosciuti e promossi a pieno a livello nazionale e internazionale".
Cialone ha poi annunciato che con i fondi POR-FESR della Regione Abruzzo verrà messo in campo un intervento di restauro della ex centrale elettrica sita nell'area della riserva, che ne costituirà il punto informativo. Inoltre, invece di portare in loco elettricità e acqua corrente con lavori invasivi, saranno realizzati interventi differenti e perfettamente compatibili con l'ecosistema della Riserva. Anche i ruderi della cartiera saranno probabilmente recuperati per la creazione di un museo dedicato a questa antica lavorazione artigianale.
Facendo una riflessione alla luce della giornata di studi, sembra si stiano ponendo le prime basi per un obiettivo "alto": fare della Riserva Naturale Regionale il punto di unione di una rete di luoghi di grande interesse naturalistico e storico-artistico nell'area compresa tra Paganica, Tempera e il Gran Sasso, quali il Santuario della Madonna d'Appari e il relativo percorso a piedi dall'abitato di Paganica, le sorgenti del Vera e gli antichi mulini. D'altronde si tratta di una porta d'accesso al Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, la cui sede è a soli 8 km, con cui è stato avviato un dialogo finalizzato all'integrazione della rete di sentieri includendovi la Riserva e dunque all'incremento delle presenze turistiche anche in quest'area più a valle. Certo, per realizzare qui quanto accade in altre Riserve Naturali della Regione, in cui fervono attività didattiche e turistiche, il lavoro da fare è ancora molto e gli attori coinvolti numerosi e differenti. Ma la riserva è relativamente "giovane", staremo a vedere.