Riapre al pubblico, dopo quasi nove anni, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, all'Aquila.
Gravemente danneggiata dal terremoto del 6 aprile 2009, la Basilica - di proprietà del Comune dell'Aquila - è stata restaurata grazie a una donazione di 12 milioni di euro dell'Eni, con progettazione e direzione dei lavori curate dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per L'Aquila e Cratere.
Alla cerimonia ufficiale sono intervenuti il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi, il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini, Claudio Granata, Chief Service & Stakeholder Relations Officer Eni, la Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio Alessandra Vittorini e l'Arcivescovo metropolita dell'Aquila Giuseppe Petrocchi.
Petrocchi ha presieduto, insieme a monsignor Giuseppe Molinari, monsignor Orlando Antonini e i canonici del Capitolo Metropolitano, la liturgia della benedizione della Basilica, con la traslazione delle spoglie di San Celestino V.
Il trasporto delle sacre spoglie dall'oratorio di San Giuseppe dei Minimi è stato effettuato dai Vigili del fuoco del Comando provinciale dell'Aquila, con la scorta del Corpo di Polizia Municipale.
La Basilica a partire da giovedì 21 dicembre sarà aperta tutti i giorni secondo i seguenti orari: mattina 9-12:30, pomeriggio 15:30-18.
Vittorini: "Lavoro straordinario"
"E' stato realizzato uno straordinario lavoro di consolidamento, sulla sicurezza, intervenendo sulla materia, sugli elementi costruttivi, su murature e pilastri, così da restituire alla Basilica forza e continuità strutturale".
Lo ha spiegato Alessandra Vittorini, Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. "Più che di cambiamenti - ha aggiunto - si può parlare di ricostituzione e reintegrazione della parte crollata, il transetto, dal quale si vedeva il cielo, la cui struttura di copertura si era sbriciolata in pochi secondi così come i pilastri che la sorreggevano. Si è operato nel progettare una ricostituita unità strutturale: in tutte le Chiese, il transetto è la parte più fragile, che subisce la principale moltiplicazione di sollecitazione per la sua struttura e la sua forma; il primo problema, dunque, è stato ricostituirgli unità strutturale e capacità di resistenza".
Ovviamente, anche dal punto di vista del restauro si è lavorato - sin nei minimi dettagli - nel recupero degli elementi di pietra, decorativi, nelle finiture e negli arredi. "Ci sono punti oltre i quali non si può andare: ci sono parti definitivamente perse che non è stato possibile ricomporre; in quei casi, l'approccio è stato di provarci fin dove è stato possibile, di riproporre fin dove c'erano elementi corretti per farlo, e altrimenti prendere atto del limite oltre il quale la reinterpretazione non è né culturalmente né scientificamente accettabile ricomponendo così, nella forma più neutra e compatibile possibile, gli elementi di raccordo. Sono stati eliminati anche elementi incongrui, per lo più danneggiati dal terremoto, forse inadeguati già in sede di costruzione, che non erano più in grado di garantire stabilità: parlo dei pilastri della navata, ad esempio, laddove alcuni pezzi non in grado di garantire resistenza sono stati sostituiti".
Alcune opere d'arte sono state restaurate, altre sono in fase di lavoro, molte devono avviare anche dal punto di vista del reperimento delle risorse il loro percorso di restauro. "E' il nostro impegno per l'anno a venire: oggi è una fine, ma per noi è l'inizio di una nuova fase: a partire dal bellissimo organo barocco che valorizzava la prima campata dopo il pilastro, il cui restauro è quasi completo; vale lo stesso per le 19 tele che ornavano absidi e cappelle, che non è stato possibile recuperare prima della riapertura. E ancora, gli arredi lignei, il coro, il famoso gruppo della Madonna con Bambino in terracotta, attribuito a Saturnino Gatti, esposto al Munda e che tornerà presto a casa".
Vittorini ha inteso elogiare il così detto 'modello Eni', della sponsorizzazione, cioé, delle opere di ricostruzione. "C'è stato l'impegno importante di una grande azienda privata che ha dato uno dei contributi più rilevanti per la ricostruzione: è chiaro che se ci fossero altre riproposizioni del modello saremmo ben lieti di mettere a frutto l'esperienza maturata. Con Eni, il percorso è stato particolarmente felice e condiviso, con l'impresa e con i soggetti pubblici".
Granata (Eni): "Siamo particolarmente orgogliosi"
"Aspetto il parere degli amici dell'Aquila: da par nostro, siamo soddisfatti, orgogliosi di aver potuto lavorare con le amministrazioni pubbliche, con la Soprintendenza - c'è stato alto ingaggio operativo, ci hanno dimostrato competenza e preparazione - al restauro di un monumento di tale importanza".
Così Claudio Granata, Chief Service & Stakeholder Relations Officer Eni: "Abbiamo speso 14 milioni, 2 per il Parco del Sole che sarà concluso entro la prossima primavera: intanto, volevamo restituire l'Abbazia per Natale, così che gli aquilani potessero riunirsi e sorridere per le festività. Ci siamo riusciti, e in un tempo ragionevole; da parte di Eni, c'è una particolare attitudine: quando prendiamo impegni sulla realizzazione di opere per l'energia, dobbiamo farlo nei tempi e nei modi giusti. Qui, abbiamo portato la nostra esperienza, la capacità appunto di portare a compimento progetti per qualità e tempi".
Biondi: "Grande gioia"
"Questa mattina mi sono alzato presto, più presto del solito perché - vedo i primi cittadini dei Comuni che partecipano a questa giornata, e li ringrazio per la loro presenza – i sindaci si alzano presto per affrontare tutto il carico di responsabilità che li attende. Mi sono alzato prima del solito con un’emozione addosso quasi fanciullesca, come quella che provano i ragazzini, soprattutto in questo periodo natalizio. Mi sono chiesto come avrei fatto a vincere l’emozione di questa giornata. Questa non è soltanto una cerimonia per la riapertura della Basilica di Collemaggio, questo è un pezzo della rinascita della nuova città dell’Aquila. Una città in cui ormai i dolori, le lacrime la sofferenza, fanno parte della nostra esistenza: oggi, però, è il giorno della gioia, della passione, dell’ottimismo, della fiducia".
Così il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. "La riapertura della Basilica è un momento di rinascita, spirituale, religiosa, qui è stato incoronato Papa Celestino V ed è stato celebrato il primo Giubileo della storia della Cristianità. Da qui è partito un messaggio rivoluzionario, di riscatto degli umili, dei poveri, di riconciliazione, che dobbiamo rilanciare nella sua forza e unicità: per questo chiedo il sostegno al ministro Franceschini in questo sforzo collettivo che stiamo facendo per far diventare la Perdonanza Celestiniana patrimonio immateriale dell’Umanità dell’Unesco".
La giornata odierna - ha aggiunto Biondi - "rappresenta anche un momento di riscatto civile: gli aquilani ed il territorio ritrovano uno dei suoi simboli identitari e Dio solo sa quanto questa comunità abbia bisogno di simboli e di luoghi attorno a quali riunirsi. E quindi io ringrazio tutti coloro che hanno consentito che oggi si svolgesse questa festa, naturalmente a partire dall’Eni, rappresentato da Claudio Granato, e quanti si sono impegnati in quest’opera. Ringrazio un figlio di questa terra, un amico dell’Aquila, che ha fatto tanto per questa città, parlo di Gianni Letta: grazie per tutto quello che fai, per la tua attenzione, presenza e vicinanza. Grazie al ministro Franceschini, che ci darà un’importante notizia, ringrazio la Soprintendenza nella figura dell’architetto Vittorini, e tutte le donne e gli uomini che hanno lavorato in questi luoghi perché ho potuto constatare quanta passione e attenzione hanno messo nella cura dei dettagli, nel restauro di ogni singola pietra di questa chiesa: oggi si dimostra a tutti che la ricostruzione di beni pubblici si può fare e fare bene, in tempi congrui".
Biondi ha ringraziato anche i dipendenti del Comune che si sono impegnati sia sotto il profilo amministrativo sia in questi giorni "per fare in modo che questa giornata riuscisse nel migliore dei modi, con una grande dedizione e attaccamento all’Ente di cui sono dipendenti. Naturalmente ringrazio quanti hanno effettuato delle donazioni che hanno consentito di completare il ritorno all’originale bellezza della Basilica anche se forse qualcuno non se ne è accorto ma mancano ancora alcune cose che renderanno il tutto ancora più meraviglioso, nella parte degli apparati decorativi e delle tele e per cui ancora bisogna fare trovare delle risorse".
Il sindaco dell'Aquila ha concluso citando una vicenda che lo riguarda personalmente, "anche se magari inusuale parlare di questioni personali: mia figlia è nata il 20 agosto 2016, quattro giorni dopo c’è stato il terremoto che ha devastato il Centro Italia e un pensiero va a quelle popolazioni che stanno ancora combattendo. A nove giorni dalla sua nascita ho portato qui mia figlia, perché volevo che la benedizione di Papa Celestino l’accompagnasse nella sua vita. Vorrei che la giornata odierna rappresentasse per gli aquilani quello che ha rappresentato quella giornata del 2016 per me e mia figlia: ovvero l’inizio di una nuova vita, contrassegnata dai colori unici di questa chiesa e la forza incredibile di questa città".
Franceschini: "Finanziato in modo permanente il Maxxi"
"E' una straordinaria prova di collaborazione tra pubblico e privato, una straordinaria prova delle competenze tecnico scientifiche nel settore del restauro che abbiamo e che invidia il mondo".
Così il ministro Dario Franceschini, giunto all'Aquila per la riapertura della Basilica di Collemaggio. "Porto un'altra notizia positiva", l'annuncio: "stanotte, è passato un emendamento alla Camera che finanzia in modo permanente le attività del MAXXI L'Aquila con 2 milioni di euro l'anno; consentirà di avere in città un importante centro d'arte contemporanea, un'altra delle cose dovute all'Aquila, e ne dobbiamo molte altre".
Sul Munda - sulla cui situazione la direttrice del polo museale d'Abruzzo Lucia Arbace ha espresso una grande preoccupazione - Franceschini ha chiarito che "stiamo assumendo mille persone, storici dell'arte, archeologici, architetti, una parte verrà all'Aquila. Vorrei tranquillizzare la direttrice: stiamo risolvendo problemi in tutta Italia, a maggior ragione li risolveremo a L'Aquila.
Monsignor Petrocchi: "Evento di grande importanza ecclesiale e sociale"
"In questa appassionante manifestazione, vorrei raccogliere il mio intervento in tre parole-chiave:
- Evento, che stiamo vivendo, di grande portata ecclesiale e sociale. Come è noto, questa basilica fu fatta costruire da Pietro da Morrone, che vi fu incoronato papa il 29 agosto 1294. È anche la sede storica della celebrazione della Perdonanza, che anticipò di pochi anni la indizione del primo Giubileo, nel 1300. Questa chiesa è un segno distintivo della “Aquilanità”: infatti, a mio avviso, compare tra i “cromosomi” culturali e religiosi che costituiscono il “patrimonio genetico” della nostra Città. Un capolavoro monumentale ed artistico, che oggi viene riconsegnato agli Aquilani. L’opera che possiamo ammirare mi sembra anche una testimonianza esemplare di restauro architettonico. Entrando si resta come “folgorati” dalla maestosità, sobria e solenne, di questa basilica.
L’impegno ricostruttivo profuso nell’edificio sacro non si è limitato al semplice ripristino della “versione” architettonica antecedente il sisma. Si avverte, invece, un “novum” estetico, frutto di un intervento competente e pregevole, che ha gettato una luce inedita su una bellezza che, nel corso dei secoli, era rimasta in parte coperta. Questa celebrazione rappresenta un “evento di popolo”, oltre che un lodevole “attestato” di creativa interazione tra varie Soggettività: istituzionali, politiche e economiche. Per questo, anche a nome della intera Comunità ecclesiale, esprimo una convinta e sentita riconoscenza al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; all’Eni (che ha finanziato questa straordinaria impresa) e al Comune di L’Aquila.
- Simbolo. Per uscire dal devastante “trauma”, materiale e psicologico, del terremoto, non basta “rifare” i muri, ma occorre ricostruire la Città, nella mente e nel cuore degli Aquilani. Questa impresa postula una dimensione spirituale e culturale, che non può essere assicurata solo da metodologie di stampo ingegneristico e urbanistico. Bisogna mobilitare l’“anima” cristiana e sociale della nostra gente, per attivare anche un condiviso “umanesimo civico”, che consenta di rinvigorire i valori dell’“etica comunitaria” e delle “solidarietà municipale”. Nell’impresa della ricostruzione,il cuore della speranza deve pulsare con il ritmo della partecipazione integrata, della rigorosa legalità e della rapidità esecutiva.
Oggi viviamo con gioia il raggiungimento di una tappa importante del cammino, lungo e faticoso, verso la “rinascita aquilana”: infatti, la strada che ci aspetta è ancora in salita, specie nel settore dell’edilizia pubblica. Questo successo, tuttavia, ci somministra una provvidenziale dose di entusiasmo e di sano ottimismo. Viene varata, così, una formula promettente, che può diventare una “virtuosa ipoteca” sul futuro prossimo, e non solo remoto.
- Profezia. Sapete che questa basilica oggi funge da “cattedrale provvisoria”. Spero, che la fattiva e lungimirante “managerialità”, dimostrata nel restauro di questa chiesa, sia trasferita anche nella ricostruzione del Duomo. Rivolgo, perciò, un appello accorato, a tutti gli Organismi statali, regionali e comunali, coinvolti in questa opera, affinché siano accelerate le procedure tecnico-giuridiche mirate ad avviare, in tempi brevi, l’apertura dei cantieri. Sono, inoltre, persuaso che l’odierna “inaugurazione” - se viene assunta come “paradigma” vincente - può diventare un potente “volano”, capace di portare presto al recupero della agibilità di altre chiese, che rappresentano un impareggiabile “tesoro”, religioso e monumentale della nostra Città. Anche per questo suo magnifico patrimonio, edilizio e artistico, l’Aquila è stata giustamente denominata la “Regina degli Appennini”.
In forza di queste istanze, tutti noi Aquilani siamo chiamati ad essere sapienti custodi della “bellezza”, ereditata dalle generazioni che ci hanno preceduto. Infatti, se ogni bellezza è “epifania” (cioè manifestazione) di Dio, ancora di più l’arte sacra irradia la “gloria” del Signore: per tale motivo, lo splendore di questo edificio evoca il senso avvincente del mistero, aiutando coloro che vi entrano a sentirsi avvolti dalla presenza del Creatore. Per questo la gioia, che oggi ci fa vibrare, è “polifonica”, perché composta da tante “voci” - spirituali, storiche e affettive - che si accordano in una compiuta armonia. La prossimità della inaugurazione al Natale (tenacemente voluta) e il ritorno di Celestino V nella sua “basilica”, moltiplicano l’esultanza di tutti e di ciascuno. Davvero questa è una festa corale, che ci stringe in un unico e sentito “Noi”, ecclesiale e sociale.Ecco perché il nostro motivato plauso va a tutti coloro che ci hanno fatto questo stupendo regalo, che ci rende, ancora di più, fieri di essere Aquilani!
D'Alfonso: "Recuperato un simbolo dell'identità della città"
Presente alla cerimonia di riapertura della Basilica anche il Presidente della Giunta regionale Luciano D'Alfonso che ha evidenziando l'importanza del "recupero di un simbolo dell'identita' della città di L'Aquila" sottolineando come il monumento sia stato restituito "nella sua interezza, rispettandone la sacralità e il significato storico".
D'Alfonso ha quindi elogiato il "modello Eni", "un'alleanza tra pubblica amministrazione, università e impresa - ha dichiarato - e un esempio operativo di grande efficienza".
Pezzopane (PD): "Con Basilica Collemaggio rinascono L'Aquila e l'Abruzzo"
"La basilica di Collemaggio è il simbolo della grandezza e della forza della città dell'Aquila e dell'Abruzzo. La sua riapertura, il cui restauro è stato il frutto di una collaborazione tra Eni, ministero dei Beni culturali, Università e Comune, simboleggia la rinascita dal terremoto di tutto il nostro territorio. Nel 2009 questa chiesa meravigliosa, luogo importante della cristianità e di indiscusso valore storico, era distrutta, i danni sembravano davvero irreparabili e con Massimo Cialente condivisi l'orrore del crollo e i passi successivi per la ricostruzione. Ora è rinata, come stanno risorgendo dopo quella tragedia la città e tutta la regione". Lo dice la senatrice del Pd Stefania Pezzopane.
"Una collaborazione tra pubblico e privato ha permesso un miracolo - prosegue Pezzopane - del quale ringrazio anche le maestranze e tutti coloro che hanno operato concretamente. Ora anche le spoglie di Celestino V sono tornate nella loro dimora e con loro gli aquilani. Oggi insieme con il ministro della Cultura Franceschini, con il sindaco e con le altre autorità abbiamo vissuto un giorno di festa. Il terremoto, che pure ci ha colpito duramente e più volte, non ha piegato lo spirito dell'Abruzzo".
Basilica di Collemaggio, dal terremoto alla riapertura
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