Martedì, 02 Aprile 2013 23:57

"Il volto della giustizia": gli studenti del Cotugno in un video

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L’associazione Libera e la sezione abruzzese dell’associazione Magistrati, con il patrocinio del Comune dell’Aquila, hanno organizzato per il 6 aprile un convegno pubblico sul tema della legalità e del contrasto ad ogni forma di criminalità: "Ricostruiamo la legalità... partendo da L'Aquila".

Tra gli ospiti il presidente del Senato, Pietro Grasso, don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e dell'associazione Libera contro le mafie, il magistrato Giuseppe Pignatone, procuratore della Repubblica di Roma, oltre ai giornalisti Gian Antonio Stella e Carlo Bonini. 

Nel corso del convegno è stato proiettato il video-denuncia sulla situazione della legalità nel post-terremoto curato dagli studenti del Liceo Cotugno: "Il volto della giustizia". La regia è di Stefano Ianni, l'idea e il testo della professoressa Annalucia Bonanni che ha raccontato a NewsTown la genesi di questo importante lavoro di denuncia e di educazione civica: "L'associazione nazionale magistrati ha invitato le scuole a partecipare all'incontro con una loro riflessione sul tema della legalità e della giustizia nel post terremoto. Abbiamo deciso di accettare l'invito e, con i ragazzi della scuola, abbiamo iniziato un lungo lavoro di ricerca e di studio di tutte le inchieste aperte dopo il sisma. I ragazzi hanno scoperto, così, che in questa città c’è qualcosa che non è funzionato in termini di legalità".

Le inchieste sono tantissime e hanno riguardato le istituzioni a tutti i livelli

Si, sono moltissime. Le abbiamo suddivise in tre filoni: le inchieste sui crolli e sulla mancata prevenzione, con il processo alla commissione Grandi rischi, le inchieste sulla corruzione che hanno toccato da vicino gli enti pubblici e quelle che hanno riguardato, invece, i movimenti cittadini nati all’indomani del sisma.

Individuati questi tre filoni, su quali inchieste vi siete concentrati?

Abbiamo lavorato sulle inchieste più significative. Iniziando proprio da quella sulla commissione Grandi rischi per rassicurazione disastrosa, mancata prevenzione e analisi del rischio. Poi i crolli, di palazzi pubblici e privati. I ragazzi hanno studiato le relazioni che, assai prima del 6 aprile 2009, mettevano in guardia dalle criticità di molti edifici pubblici come la Prefettura, la Casa dello studente, il Convitto nazionale, la Biblioteca. Siamo così arrivati alle inchieste che, a vario titolo, hanno riguardato dirigenti delle pubbliche amministrazioni, dal Comune alla Protezione civile di Guido Bertolaso, dalla Struttura commissariale nella persona di Gaetano Fontana,fino al prefetto Giovanna Iurato. Inchieste per reati gravissimi: corruzione, falso, abuso. Per non parlare dei tentativi di truffa sui fondi del terremoto, le indagini hanno sfiorato persino la Curia. Ci sono stati, poi, tentativi di infiltrazioni della malavita organizzata: camorra, mafia, ‘ndrangheta, non ci siamo fatti mancare nulla.

Che tipo di riflessioni sono scaturite da questo lungo lavoro di indagine e ricerca?

Abbiamo riflettuto con i ragazzi su che cosa è illegale e su che cosa è giusto. Quello che è illegale è sempre condannabile? E' condannabile, per esempio, chi ha violato la zona rossa per reclamare i propri diritti?

Che tipo di reazioni hanno avuto i ragazzi?

Sono rimasti, innanzitutto, stupefatti. Non conoscevano molte delle cose che sono accadute negli anni scorsi qui a L’Aquila. E che, spesso, hanno avuto anche contorni immorali, scandalosi. Quando hanno letto le intercettazioni del direttore generale della Provincia, Angelo Valter Specchio, sono rimasti sconvolti: si parlava di prostituzione, anche con delle minorenni. Così come quando hanno sentito delle finte lacrime della prefetto Iurato davanti la Casa dello studente: sono rimasti stupiti e scandalizzati. Per loro è stato un percorso di conoscenza e informazione. E devo dire che sono molto più severi di noi nei giudizi.

Delle inchieste e dei processi ai cittadini che, nel corso di questi anni, hanno manifestato la loro indignazione cosa pensano invece?

Che sono state manifestazioni di disobbedienza civile. Gli è sembrato assurdo che ci sono dei cittadini sotto processo per aver violato la zona rossa con delle carriole e che personalità istituzionali, dai dirigenti comunali fino al massimo rappresentante dello Stato sul territorio, il Prefetto, coinvolte in indagini molto gravi ancora esercitino regolarmente le loro funzioni.

La scelta del video?

Eravamo stati invitati a riferire, nel corso del convegno, con un intervento di 5 minuti. Ci sembrava, però, di buttar via così l'importante lavoro di dossieraggio che avevamo fatto. E allora abbiamo trasformato quei 5 minuti in un video, per mostrare il percorso fatto attraverso il volto dei ragazzi.

Come si snoda la storia?

Non ci sono dialoghi, i ragazzi fanno un resoconto di quanto successo prima e dopo il terremoto. Dallo sciame sismico ai palazzi crollati. Fino alle inchieste, ai processi, alle condanne. Alla fine, si chiedono che cosa è legale e che cosa è giusto. Il cuore di questo lavoro. La ricostruzione non è possibile se non c'è legalità, ma la legalità deve avere il volto della giustizia. Alcune azioni sono legali, ma ingiuste. Altre sono illegali ma giuste. 

E' un modo altro di raccontare quanto accaduto a questo territorio, e di fare educazione civica.

Questo video, anche se dura solo 5 minuti, rende l’idea di quello che è successo a L'Aquila. Lo fa vedere, fisicamente. Le immagini amplificano il significato dei testi. Non sono didascaliche, mostrano la città e la violenza che ha subito. Colpisce molto, a livello emotivo. La legalità è necessaria ma deve avere il volto della giustizia. E il volto della giustizia è quello di questi ragazzi. 

 

Nel corso della presentazione, in auditorium, don Luigi Ciotti ha lanciato un appello: trasmettete il video "Il volto della giustizia" in Rai

Ultima modifica il Domenica, 07 Aprile 2013 13:58

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