Giovedì, 01 Marzo 2018 21:41

Ricerca: geologi e ricercatori del MeSVA alla ricerca delle Rocce Viventi (Parco dei Trovants, Romania)

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Con il paese impegnato nell’eterna diatriba dei risultati elettorali, i Geologi ed i Ricercatori del Laboratorio di Geologia e Sismologia del dipartimento MeSVA, assieme al professore (emerito) Aldo Lepidi, una vera autorità mondiale nel campo della microbiologia, stanno partendo per le montagne tra Romania e Transilvania alla ricerca di singolarissime formazioni rocciose note come “pietre viventi” o, piu correttamente, “trovantes”, termine rumeno derivato dall’Italiano trovanti.

Recentemente si è parlato molto di queste strane e singolarissime forme geologiche: c’è chi afferma di avere visto delle “gemme” staccarsi dalle pietre più grandi e crescere durante le piogge, chi parla di possibili pseudoradici, chi sospetta addirittura possano essere una forma di vita “minerale” parallela alla nostra e così via. Naturalmente ben diverse sono le opinioni dei nostri scienziati, anche se "l’importanza scientifica di queste formazioni potrebbe essere enorme, tale da permettere di gettare nuove luci sulle origini stesse della Vita sulla Terra" sottolinea Antonio Moretti.

"Niente alieni tuttavia, ma colonie di archeobatteri autotrofi (cioè in grado di crescere unicamente con reazioni chimiche basate su composti inorganici) che traggono la loro energia combinando l’acido carbonico (HCO3- in pratica la famigerata CO2 disciolta in acqua) con ioni alcalini come il calcio (Ca++) ed il magnesio (Mg++) producendo varie forme di carbonato di calcio", sottolinea il geologo.

moretti7Nei primi anni del millennio, sul fondale dell’oceano atlantico a migliaia di metri di profondità, furono scoperte e studiate dal sommergibile oceanico Alvin stranissime e candide torri calcaree, alte fino a 60 metri, immediatamente ribattezzate con il nome poetico di “Lost City”, la Città Peduta. "Le torri, antiche di molte decine di migliaia di anni, erano prodotte dall’attività di numerosissimi batteri calcificatori che traevano energia dalle sorgenti alcaline del mantello", aggiunge Antonio Moretti. "In sezione le concrezioni risultarono composte da minutissime cellule minerali rivestite al loro interno da composti organici complessi, generati anche essi dalle reazioni chimiche tra le acque alcaline, calde, del mantello e le acque, acide e fredde, del fondale marino. Dopo la scoperta delle sorgenti alcaline e delle bioconcrezioni calcaree dei fondi oceanici, sempre più scienziati ipotizzano che le prime forme vitali abbiano preso l’avvio da un tale tipo di cellule minerali, aprendo affascinanti ipotesi sul’origine della Vita".

moretti4In effetti negli ultimi decenni la carbonatogenesi batterica ha aperto enormi orizzonti alla ricerca, ma anche interessantissime prospettive pratiche: "si pensi al campo del restauro dei monumenti, alla creazione di cementi in grado di ripararsi da soli in caso di violente deformazioni, ma anche alle prospettive per la cura dell’osteoporosi". Il professore Aldo Lepidi dell’Università dell’Aquila ed il suo gruppo di agguerriti collaboratori da anni sono all’avanguardia nello studio di queste specie microbiche. Per questo motivo i campioni che andranno a prelevare rivestono grande importanza per lo studio dei batteri e delle loro tappe evolutive.

Il loro DNA sarà selezionato nei laboratori del gruppo di biologia e confrontato, per esempio, con quello di analoghe concrezioni batteriche provenienti dalle grotte di Stiffe, anche esse un importante “hot spot” della ricerca microbiologica. "Fino a pochi anni fa – conclude Moretti – avrei considerato le grotte come un mondo morto, silente ed immobile, dominio della geologia e della mineralogia. Ora scopro, dopo decine di visite nelle grotte di Stiffe alla ricerca solo di faglie e tracce di antichi teremoti, un mondo nuovo, in continuo fervente cambiamento per l’attività di innumerevoli miliardi di microscopiche creature che continuano, oggi come bilioni di anni fa, la loro instancabile opera di costruire montagne. Un nuovo, affascinante punto di interesse per le nostre grotte".

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I TROVANTI

Le nostre pietre vengono chiamate “trovants” termine analogo al piemontese “trovanti” che sta ad indicare grandi blocchi rocciosi sradicati e trasportati lontano dal loro luogo di origine anche per decine di chilometri.

Oggi sappiamo che la maggior parte dei trovanti, o “massi erratici”, sono stati trasportati nella pianura dalle lingue glaciali che scendevano dalle vallate alpine. Una volta però la loro origine era sconosciuta e veniva attribuita fenomeni soprannaturali, da cui il nome di “massi delle streghe” e venivano spesso utilizzati come altari e luoghi di culto spesso ricoperti di graffiti ed incisioni preistoriche.

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THE LOST CITY

Singolarissime biocostruzioni calcaree, scoperte nell’anno 2000 nell’oceano Atlantico, sono probabilmente molto simili agli ambienti dove, 4.000 milioni di anni fa, si sviluppò la Vita attraverso semplici reazioni di ossido-riduzione tra le acque calde ed alcaline, provenienti dal mantello, e l’acido carbonico disciolto nel mare.

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