L’Accademia della Belle Arti dell'Aquila ha reso omaggio a uno degli artisti più influenti del secondo dopoguerra: Fabio Mauri (1926-2009).
Maestro dell’avanguardia italiana, Mauri ha segnato la scena dell’arte italiana e internazionale con i suoi lavori intensi, nei quali le vicende individuali si fondono con quelle collettive, legate alla storia e al dramma della guerra, per diventare una grande narrazione sul vivere contemporaneo.
Attento indagatore dei meccanismi di pensiero e di percezione, delle ideologie e dei conflitti, Mauri è stato docente di Estetica della Sperimentazione presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila per vent’anni, dal 1979 al 1999, formando intere generazioni di giovani studenti e dando un generoso e vitalissimo contributo alla vita culturale della città.
Fondatore della rivista “Il Setaccio” insieme a Pier Paolo Pasolini – con il quale ha collaborato a lungo – Mauri si è mosso tra scultura, pittura, disegno, installazione, performance, e i suoi lavori sono stati esposti alla Biennale di Venezia negli anni 1954, 1974, 1978, 1993, 2003, 2013, 2015 e a dOCUMENTA(13) di Kassel nel 2012.
A breve, il 19 maggio 2019, ricorreranno i 10 anni dalla scomparsa di Mauri e MU6 – la rivista fondata nel 2005 da Germana Galli – con lo Studio Fabio Mauri, Associazione per l’Arte L’Esperimento del Mondo, ha deciso di ricordarne la figura e il lavoro.
L’Accademia di Belle Arti dell’Aquila ha ospitato un talk dedicato a Fabio Mauri con Laura Cherubini, una delle personalità di maggior spicco del mondo della critica d’arte già docente presso l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila e ora docente presso l’Accademia di Brera; Marco Brandizzi (Abaq), Osvaldo Menegaz (Fondazione Malvina Menegaz per le Arti e le Culture), Antonella Muzi (MU6), Achille Mauri (Presidente Studio Fabio Mauri), Marcello Gallucci (Abaq), Giancarlo Gentilucci (Arti e Spettacolo).
Durante la mattinata è stato proiettato un filmato di documentazione di alcune tra le opere più significative di Mauri: Ebrea, Ideologia e Natura (entrambe nella versione del 2014, realizzate presso l’Istituto italiano di cultura di Buenos Aires) e Zerbini (Kassel – dOCUMENTA(13)), realizzato appositamente per l’occasione dallo Studio Fabio Mauri.
Nel pomeriggio della stessa giornata, dalle 15.30 alle 19.00, nel Teatro dell’Accademia sono state proiettate altre tre performance storiche di Fabio Mauri, che ne hanno segnato il percorso artistico e che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia dell’arte del secondo dopoguerra. Performance che, rilette oggi, si rivestono di nuovi ulteriori significati e parlano un linguaggio potente, che guarda al passato per illuminare il presente, che va indietro nel tempo e che è attualissimo.
- Che cosa è il fascismo, presentata per la prima volta il 2 aprile 1971 negli Studi Cinematografici Safa Palatino di Roma e poi riproposta con gli allievi dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila nel 1993 al Museo Pecci di Prato, nel 1994 al Forte Spagnolo dell’Aquila e nella retrospettiva Fabio Mauri. Opere e Azioni 1954-1994, presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma e nel 1997 nella mostra Das Böse und das Schöne alla Kultur House di Klagenfurt.
- Gran Serata Futurista 1909 – 1930, che ha debuttato nel 1980 al Teatro Comunale dell’Aquila con la partecipazione degli allievi e dei docenti dell’Accademia di Belle Arti dell’Aquila ed è stata poi riproposta nel 1982 al Teatro Olimpico di Roma, al Teatro Nuovo di Milano, nell’Antico Ospedale di San Bernardino dell’Aquila; nel 1986 al Teatro Goldoni di Venezia e, ancora a L’Aquila, nel complesso di San Domenico.
- Che cosa è la filosofia. Heidegger e la questione tedesca. Concerto da tavolo, presentata nel 1989 a L’Aquila, presso lo Studio D’Arte Quarto di Santa Giusta e poi riproposta nel 1990 a Firenze, nel 1993 al Museo Pecci di Prato, nel 1994 in Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea a Roma e nel 2012 a dOCUMENTA (13) a Kassel.
LSi tratta di materiali originali, concessi dallo Studio Fabio Mauri, che “tornano” idealmente nei luoghi in cui sono state provate, elaborate, messe a punto anche con gli studenti dei corsi tenuti in Accademia. Performance che, come tutto il lavoro di Mauri, sono generate da un autentico senso di responsabilità, da una necessità politica – etimologicamente intesa – tesa a suscitare riflessioni e a far nascere uno spirito critico nell’osservazione della storia, passata e presente.
Data l’eccezionalità dell’occasione, l'Accademia deciso di ampliare la possibilità di visionare queste performance così dense e preziose: nei pomeriggi del 28, 29 e 30 novembre, il Teatro dell’Accademia diventerà un luogo espositivo in cui si potrà entrare liberamente e assistere alla proiezione delle tre performance.