Una brutta notizia per L'Aquila.
Chiude la sede Abruzzo della Scuola Nazionale di Cinema, la più antica del mondo che ha, anzi aveva - dal 2011, aperta a seguito della crisi dell'Accademia dell'Immagine - una delle sue cinque sedi all'Aquila (le altre sono a Roma, Milano, Torino e Palermo).
Mercoledì 19 dicembre, alle ore 11, il direttore generale Marcello Foti illustrerà le motivazioni che hanno portato alla decisione di spegnere le luci ad una delle esperienze più interessanti e culturalmente qualificanti del post terremoto raccontando le attività, molteplici, fin qui svolte. Inoltre, Foti spiegherà quando e come avverrà la chiusura; di certo, ad affossare la sede Abruzzo della Scuola Nazionale di Cinema è stata la decisione di Regione Abruzzo che, dal 2016, non ha più garantito i 300mila euro annui che erano previsti in convenzione ed è davvero difficile spiegarsi il motivo, considerato che tanto si sta discutendo della istituzione dell'Abruzzo Film Commission come volano per l'economia abruzzese e, in particolare, delle aree interne, mentre si lascia morire, nell'indifferenza generale, una Istituzione di straordinario prestigio.
Ad oggi, nella sede Abruzzo della Scuola lavorano tre persone come amministrativi a tempo intedeterminato e, in totale, sono una trentina i docenti che tengono o hanno tenuto dei corsi in questi anni; quindici gli studenti iscritti, non è stato possibile farne accedere di più per l'anno accademico in corso stante le difficoltà economiche dell'Ente.
Stiamo parlando di un istituto di formazione professionale di altissimo livello, con un diploma che, per decreto ministeriale, è equipollente ad una laurea triennale. Dal 1935 ad oggi, nelle sedi del Csc, hanno studiato o insegnato personaggi come Steno, Michelangelo Antonioni, Marco Bellocchio, Gabriel García Márquez, Vittorio Storaro, Giancarlo Giannini, Andrea Camilleri e tanti altri. Nella sede abruzzese si studia reportage audiovisivo, e l'istituto, in pochi anni, è divenuto un punto di riferimento nazionale unico in Italia nel settore. Tanto che a dirigerla è stato chiamato Daniele Segre, tra i più importanti documentaristi italiani.
E in questi anni, sono stati prodotti lavori che hanno partecipato ad importanti festival, raccontanto L'Aquila e l'Abruzzo al mondo, per non parlare delle iniazitive, impossibile ripercorrerle tutte, che hanno animato il territorio. E' francamente incomprensibile si sia arrivati al punto di far chiudere la Scuola che, qui a L'Aquila, poteva e doveva restare un punto fermo del progetto di sviluppo come città della conoscenza e dell'alta formazione. Purtroppo, oltre la retorica e le parole, tante, ascoltate e che ascolteremo nei prossimi mesi, c'è la realtà quotidiana che racconta ben altro.
Pietrucci: "Ci sono i margini per evitare la chiusura"
"La notizia della possibile imminente chiusura della sede abruzzese, all'Aquila, del Centro sperimentale di cinematografia, credo che abbia il valore di un avvertimento, di una chiamata senza ulteriore appello, per fortuna ancora né sicura né definitiva. Esistono margini per continuare le interlocuzioni aperte da tempo e ancora in corso, anche grazie al diretto interessamento del presidente vicario della Regione, Giovanni Lolli".
Ad assicurarlo è il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci che si dice pronto a "garantire sul fatto che il percorso e le professionalità della Scuola, la loro tutela e la loro salvaguardia, sono per noi importantissime. Stiamo studiando il modo migliore per continuare a valorizzarle, proprio nell'ambito di un percorso che ha portato come primo, solo primo, importante traguardo l'istituzione dell'Abruzzo Film Commission. Non voglio pensare e non posso consentire che la Regione Abruzzo, mentre si dota di uno strumento come la Film Commission, perda la sede regionale del prestigioso CSC. Continuerò quindi in queste ore a fare il possibile perché le differenti esigenze trovino un terreno comune sul quale confrontarsi".