Giovedì, 16 Gennaio 2014 17:16

American Hustle: glamour in pelliccia

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Tempo di saldi e nulla di più semplice che dedicarvi delle parole in un blog che si occupa principalmente di moda… E' esattamente quello che vorrei fare qui solo che i miei consigli per i vostri acquisti passeranno attraverso una folgorazione avuta qualche giorno fa al cinema.

American Hustle. Non vi dico nulla di nuovo se accenno al fatto che l’aspetto dei costumi non è per nulla secondario alla riuscita generale del film ma ho trovato che in questo caso particolare gli outfit (termine tanto in voga ultimamente) siano la quintessenza stessa del risultato filmico. Effetto strepitoso. Un elogio al glamour magnificamente snocciolato in 138 minuti di pellicola, delizia per gli occhi, in un film che oltretutto, contributo all’eleganza generale, non è mai volgare nonostante la vicenda si presti benissimo.

È il costume designer Michael Wilkinson (nome noto alle grandi produzioni hollywoodiane) il fautore di questa riuscitissima operazione. C’è da precisare che il film è ambientato tra New York e New Jersey negli anni ’70 e sarà perché la moda è ciclica, sarà perché questi abiti sono cuciti sui personaggi e che gli attori li Indossano (la “I” maiuscola non è casuale) in maniera magistrale, ma la sfilata di Wilkinson dovrebbe entrare di diritto in una qualche settimana della moda del mondo!

Ovvio, il Signor Wilkinson si è armato di foto e numeri di Vogue e Playboy dell’epoca, ha visto film, selezionato pubblicità, nulla di più semplice. Risultato? Alle declinazioni del marrone vediamo accostati colori pop applicati nei tessuti sintetici e sfavillanti, svelati da morbidi soprabiti in un crescendo di tessutacci discount.

Gente, l’andamento è questo: iconico per lo svolgimento del film, quindi sfacciato. Pellicce e accessori vintage appartenenti a collezioni recuperati tra New York e Los Angeles emblema di una generazione, per lo più femminile, che iniziava a scoprirsi e prendere consapevolezza dei propri bisogni in fatto di stile. Sydney, interpretata da Amy Adams, indossa quasi sempre scivolati abiti in seta dalle vertiginose scollature, sensualissime su un corpo dalle forme discrete; Jennifer Lawrence si culla nella sua fisicità da bambolona bionda esaltata da stampe animalier su tute pantalone tornate di gran moda negli ultimi due-tre anni; echi pastello di serate allo “Studio 54” per gli uomini mischiati al velluto cittadino.

E, soprattutto, ogni abito è esatta espressione del personaggio, non tanto di quello che realmente è, ma di quello che vuole comunicare. E il trikini all’uncinetto color panna della Adams in una delle prime scene, indossato sotto una pelliccia? Presentatevi ad una festa così e poi ne riparliamo…

A noi, tapini orfani di Sex and the City certi film fanno bene allo spirito. Fate incetta di tute, occhiali da sole “coreografici” sul viso, giacche marroni con inserti di velluto e gonne a tubino da sovrapporre a morbide camicie di seta. Anche voi uomini buttateci un occhio, anche due. Limitatevi con le catene d’oro (fateci e fatevi un favore) ma se vedete del marrone/senape/cammello buttatevi!! Immaginate di avere la possibilità di entrare in qualche archivio di una qualche rivista che ha fatto la storia della moda e correte a fare shopping: qui arriviamo e brevemente concludiamo con i saldi.

Emulare alla perfezione lo stile presentato nel film mi sembrerebbe eccessivo ma ispirarsene è vivamente consigliato.

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