Lunedì, 20 Gennaio 2014 10:30

Addio al maestro Claudio Abbado: immaginò l'Auditorium del Parco

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"Anche la musica è un bene di prima necessità. Credo sia Nietzsche ad aver scritto che la vita, senza la musica, sarebbe un errore. Portare il nostro concerto in Abruzzo e raccogliere fondi per evitare che l’attività musicale degli aquilani si interrompa è un gesto doveroso di generosità. Generosità che, a sua volta, porta sempre in cambio un arricchimento: in tutti questi anni ho imparato che più si dà, più si riceve".

Parole del maestro Claudio Abbado. Era il giugno 2009. L'Aquila ancora sconvolta dal terremoto del 6 aprile. Abbado venne in città con l'Orchestra Mozart di Bologna e regalò un concerto meraviglioso, nell'Auditorium della Guardia di Finanza. Credeva davvero nella funzione terapeutica della musica. Era una mente aperta, per molti aspetti un innovatore in un mondo difficile e diffidente come quello della musica classica. Era, a modo suo, un sognatore.

Nacque quella sera l'idea di regalare al capoluogo abruzzese un luogo speciale, una 'casa per la musica'. Verrà realizzato dalla matita di Renzo Piano, tempo dopo. E Abbado tornò a L'Aquila per inaugurarlo, l'Auditorium del Parco, con l'orchestra in formazione 'barocca' che eseguì alcuni capolavori di Johann Sebastian Bach. In prima fila, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. 

Stamane, il maestro Claudio Abbado se ne è andato. Aveva ottant'anni. E' stato uno dei più illustri direttori d’orchestra del mondo. Tra le altre cose, direttore musicale della Scala, della Staatsoper di Vienna e direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica di Berlino. Nominato senatore a vita lo scorso 30 agosto, a dicembre aveva deciso di rinunciare allo stipendio per devolverlo alla scuola di Musica di Fiesole a sostegno di borse di studio.

Nato a Milano il 26 giugno 1933 e figlio di un insegnante di violino, nel 1955 si era diplomato in pianoforte e direzione d'orchestra presso il Conservatorio di Milano. Il primo grande riconoscimento arrivò già nel 1958, quando conquistò il primo posto al concorso Koussevitsky a Tanglewood, nel Massachussets: grazie a quel premio debuttò negli Stati Uniti con la New York Philarmonic. L'anno dopo debuttò a Trieste come direttore sinfonico, mentre l'esordio alla Scala arrivò nel 1960.

La sua ascesa è stata inarrestabile. Nel 1963 si aggiudicò il premio Mitropoulos della New York Philarmonic e fu invitato da Herbert Von Karajan a dirigere i Wiener Philharmoniker al Festival di Salisburgo. Nel 1968 il debutto al Covent Garden di Londra e quello alla Metropolitan Opera House di New York. C'era lui sul podio della Scala la sera del 7 dicembre 1968, quella della famosa contestazione a colpi di uova marce. Nel periodo della sua direzione, durata fino al 1986, Abbado contribuì a un profondo rinnovamento nella programmazione e nelle scelte artistiche del teatro milanese, sganciandosi da una logica puramente filologica e recuperando autori e opere per lungo tempo dimenticati. Queste sue idee, lontane dalle tradizionali logiche del suo ambiente, lo resero oggetto di aspre critiche, senza però scalfire le sue convinzioni.

Sempre sotto la sua direzione, nel 1972, furono inaugurati i Concerti per studenti e lavoratori, testimonianza della profonda volontà di Abbado di avvicinare alla lirica e alla classica anche le classi meno abbienti. Nel 1971 divenne direttore principale del Wiener Philharmoniker, mentre dal 1979 al 1987 fu direttore musicale della London Symphony Orchestra. La sua avventura artistica è proseguita poi alla Staatsoper di Vienna (dal 1986 al 1991), mentre dal 1989 al 2002 ha diretto i Berliner Philharmoniker. Alla fine del suo ultimo concerto con i Berliner, il pubblico lanciò quattromila fiori e lo salutò con trenta minuti di applausi.

Dal 2004 è stato direttore musicale e artistico dell'Orchestra Mozart di Bologna. Con loro, ha regalato qualche ora speciale anche alla nostra città.

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