Lunedì, 04 Febbraio 2019 09:40

'Foresta modello': approvata candidatura della Media Valle dell'Aterno come area pilota

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La Regione Abruzzo ha approvato la delibera che riconosce il territorio della Media Valle dell’Aterno come area pilota del progetto Foresta Modello. Si tratta della prima Foresta Modello d’Abruzzo, seconda in Italia, dopo quella della Val di Sieve, in Toscana.

La Foresta Modello è un innovativo metodo di gestione partecipata di un’area forestale ed agricola, in cui soggetti pubblici e privati lavorano insieme per realizzare progetti concreti per il territorio. L’Iniziativa si avvale di partner da tutto il mondo: la Rete Internazionale delle Foreste Modello (IMFN) (http://www.imfn.net/international-model-forest-network) è un network internazionale nato più di 20 anni fa in Canada, che riunisce enti pubblici ed associazioni impegnati a gestire in modo sostenibile oltre 84 milioni di ettari di superfici boschive in 31 nazioni del mondo.

Lo scorso 27 ottobre, la Regione Abruzzo ha sottoscritto un accordo con la Rete Mediterranea delle Foreste Modello per identificare una prima area pilota in cui attuare i principi della Foresta Modello. Quindici comuni della Media Valle del fiume Aterno (L’Aquila), per una superficie complessiva di circa 30mila ettari, si sono candidati e sono stati riconosciuti nel costituire tale area: Acciano, Caporciano, Fagnano Alto, Fontecchio, Fossa, Molina Aterno, Ocre, Poggio Picenze, Prata d’Ansidonia, San Benedetto in Perillis, San Demetrio ne’ Vestini, Sant’Eusanio Forconese, Secinaro, Tione degli Abruzzi e Villa Sant’Angelo.

Gran parte della Media Valle dell’Aterno insiste all’interno del Parco regionale naturale del Sirente-Velino e presenta, sotto il profilo della biodiversità vegetale, una straordinaria ricchezza di ambienti, di specie e di tipologie di vegetazione, dovuta alla conformazione geomorfologica e alla grande differenza di altitudini, comprese tra i circa 600 m s.l.m. del fiume Aterno, fino alle aree di alta quota che culminano con il Monte Sirente (2343 m s.l.m.), passando attraverso i pascoli dei piani carsici e i boschi dei versanti.

Il progetto è stato promosso dal Centro di Educazione Ambientale “Torre del Cornone - ILEX” di Fontecchio (L’Aquila) nell’ambito del più ampio programma Mosaici Mediterranei (www.mediterrananmosaics.org).

“Nessuno può ottenere qualcosa da solo, - ha sottolineato Alessio Di Giulio, responsabile del CEA ‘Torre del Cornone - ILEX’ - nessuno, isolato, ha la forza sufficiente per fare la differenza tra rilancio ed abbandono definitivo: solo un lavoro difficile ma condiviso può restituire una prospettiva di futuro a questo magnifico territorio ed alla sua comunità. È questo che la Foresta Modello si propone di fare”.

“C’è una grande soddisfazione - ha dichiarato Sabrina Ciancone, sindaca del Comune di Fontecchio - ed anche un’assunzione di responsabilità. Al di là degli obiettivi, che comunque per noi sono un’urgenza, è il metodo che è utile e opportuno in questo momento della nostra storia di amministrazioni comunali di piccolissimi paesi tra le montagne: il fatto di dover lavorare in maniera coordinata in un ambito più ampio di quelli che sono i confini dei nostri comuni fa veramente bene, anche perché si tratta di questioni che evidentemente affrontate singolarmente non hanno nessuna chance di essere risolte”.

Le prossime fasi dell’iniziativa prevedono un percorso di ascolto e coinvolgimento di tutti i portatori di interesse - agricoltori, tartufai, operatori turistici, associazioni, esperti, sindaci dei comuni interessati, cittadini - per redigere il Piano Strategico. A questo fine, sono stati avviati dei gruppi di lavoro tematici (turismo, boschi, agricoltura, cultura) per delineare una visione comune ed un piano d’azione che abbracci esigenze e risorse di tutto il territorio.

L’obiettivo è quello di creare “un’associazione permanente di valle” che riunisca enti pubblici, partner privati e ogni portatore d’interesse, che si impegnerà a gestire l’area secondo i criteri indicati nel Piano Strategico. Un’associazione che punti a superare l’isolamento congenito di alcune zone e ne rappresenti una risorsa contro lo spopolamento e una spinta verso una maggiore cooperazione di tutto il territorio, per creare e portare avanti progetti di interesse comune, e migliorare la qualità della vita.

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