Una scaletta quasi equamente divisa tra brani propri, tratti dall'ultimo album di inediti Come in cielo, così in guerra, pubblicato nel 2013, e cover del padre Fabrizio, di cui, nel 2014, ricorrono i 15 anni dalla scomparsa.
E' durata circa un'ora e mezza, venerdì scorso, l'esibizione di Cristiano De Andrè al Set Action Stage, una delle ultime tappe presanremesi di un lungo tour iniziato lo scorso anno. Tra pochi giorni, infatti, Cristiano si esibirà sul palco dell'Ariston (sarà la quarta partecipazione in carriera), dove presenterà i brani Invisibili e Il cielo è vuoto.
Accompagnato solo dal chitarrista Osvaldo Di Dio, in un live set completamente acustico, De Andrè ha saputo ben miscelare le canzoni del nuovo disco (tra cui Non è una favola, Vivere e Il vento soffierà, cover del celebre hit dei Noir Desir Le vent nous portera) con le riletture dei brani paterni.
Del vastissimo repertorio di Faber sono sfilate Se ti tagliassero a pezzetti, Nella mia ora di libertà, Canzone del maggio, Verranno a chiederti del nostro amore (eseguita al piano), Andrea, Un giudice, La canzone di Marinella.
Ottimi, anche nella scarna veste acustica in cui sono stati proposti venerdì, i brani di Come in cielo, così in guerra, disco prodotto da Corrado Rustici (Zucchero, Ligabue) e registrato negli Stati Uniti.
Ma sono stati gli omaggi a Fabrizio a segnare i momenti più emozionanti e coinvolgenti del concerto. In alcuni passaggi, Cristiano ha rinunciato anche a cantare, lasciando che a farlo fosse il pubblico, composto da tante teste bianche ma anche da molti giovani. Quasi a voler dire che il corpus delle canzoni di Fabrizio De Andrè - riconosciuto, anche al di fuori della cerchia dei suoi fan, come uno dei più grandi musicisti del Novecento - è diventato ormai patrimonio comune, un tesoro di musica e poesia che si tramanda di generazione in generazione.