Mercoledì, 17 Aprile 2019 16:47

Compie 98 anni Gilberto Malvestuto, ultimo ufficiale della Brigata Maiella

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Compie 98 anni Gilberto Malvestuto, ultimo ufficiale vivo della Brigata Maiella, l'unica formazione partigiana medaglia d'oro della Resistenza.

Il tenente Malvestuto dopo la liberazione di Sulmona nel giugno 1944 proseguì il percorso verso nord alle dipendenze dell'Armata alleata per finire il 21 aprile 1945 con l'entrare tra i primi nella Bologna liberata.

"Eravamo animati dallo spirito della libertà, volevamo la democrazia, ecco perchè oggi quando vedo quegli sciocchi che fanno il saluto fascista mi rendo conto che non capiscono nulla, che sono dei cretini, che la storia non è entrata nel cuore di questa gente. Gli facessero vedere le migliaia di partigiani impiccati dai tedeschi piuttosto", commenta un lucidissimo Malvesuto che oggi ha festeggiato il compleanno con tutti i familiari.

"So solo io che esperienza fu quando con il mio plotone ci mandarono vicino Bologna per tirare fuori da un fosso 10 partigiani uccisi dai fascisti, mi ricordo ancora ora il fetore emanato da quei poveri corpi", conclude Malvestuto.

Buon 98° compleanno, carissimo Gilberto
di Domenico Logozzo

Buon compleanno, carissimo amico Gilberto!

Compie oggi 98 anni Gilberto Malvestuto l'ultimo degli ufficiali superstiti della storica Brigata Maiella. Una persona meravigliosa. Nel pomeriggio mi ha telefonato: "Grazie per gli auguri caro amico mio. Lei è sempre gentile". Ed io molto emozionato: "Sono io a ringraziare lei per la bella amicizia. Orgoglioso di essere suo amico. Che voce brillante e giovanile, da diciottenne!". Gilberto si fa una risata e mi risponde: "Magari! Gli anni si fanno sentire". Una piccola pausa e poi: "Spero di esserci anche il prossimo anno!" . Gli dico di essere ottimista, il traguardo dei 100 anni è vicino. "L'ottimismo non manca", mi risponde e mi ringrazia affettuosamente.

E' stato un colloquio emozionante e commovente con un personaggio storicamente rilevante. 98 anni spesi per la Libertà.

"Ho fatto soltanto il mio dovere, ho fatto la cosa giusta, lottando e rischiando la vita con altri per la libertà dell’Italia", ripete con molta umiltà. La libertà, un bene prezioso. Da difendere. Una conquista pagata a caro prezzo. Tante giovani vite sacrificate. Ed è ai giovani che Malvestuto si rivolge frequentemente. Determinante il ruolo della scuola. "Ha una funzione importante per l’affermazione dei valori della Resistenza". Senza memoria non c'è futuro.

"Continuerò a tenere accesa la “fiammella” del ricordo finché ne avrò la forza", assicura. Tante battaglie, lutti e dolori, quindi la grande gioia: "Quando il 21 aprile 1945 con le Sezioni mitraglieri della Compagnia Pesante della Brigata Majella al mio comando, entrai a Bologna, tra le primissime truppe liberatrici alleate, insieme ai fucilieri della prima Compagnia agli ordini del sottotenente Laudadio, una enorme folla di cittadini ci accolse osannante perché era terminato per loro l’incubo che toglieva il respiro, di una terribile occupazione nazifascista che, nella città felsinea, aveva seminato terrore e morte. Ancora oggi, nel lago dei miei ricordi di quel tempo ormai lontano, rivedo il restante territorio emiliano, al di là del fiume Reno, che fu anche teatro della nostra attività bellica successiva alla liberazione di Bologna: un territorio anch’esso violentato e martoriato durante la Resistenza da un nemico che, rinnegando le più elementari leggi dell’umanità, vi trucidò donne, vecchi e bambini innocenti. Siamo tornati più volte come reduci della “Majella” a Brisighella, a Marzabotto, a Bologna e in altre località collegate alla nostra storia di liberazione, per tuffarci sempre nel calore e nella cordialità di quelle meravigliose genti emiliane-romagnole, in cui ha sempre palpitato un’anima generosa, un cuore aperto a ogni esigenza di pace, di progresso, di giustizia".

Pagine di storia che è sempre opportuno rileggere. “E’ scarsa in molte regioni del Sud l’attenzione della scuola, mentre al Nord c’è maggiore interesse”, osserva criticamente. E sottolinea che anche il mitico comandante Ettore Troilo riteneva necessario coinvolgere il mondo della scuola per non disperdere la memoria del glorioso passato. “Ricordo l’enorme soddisfazione di Troilo quando una trentina di anni fa Aldo Aniasi scrisse a tutti i Capi d’Istituto invitandoli a “rivalutare la Resistenza”.

Non far inaridire il seme prezioso della libertà. “Ho seminato con tanti compagni che ora purtroppo non ci sono più. Continuerò a farlo, soprattutto incontrando i giovani. La libertà è un patrimonio immenso, da difendere, con ferma determinazione”.

Grazie, Gilberto, e ancora tanti auguri caro amico mio!

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