Mercoledì, 19 Giugno 2019 11:14

Teatro in carcere: "Dalle sbarre alle stelle" del Tsa approda all'Università di Sassari

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"Dalle sbarre alle stelle", il progetto teatrale del Teatro Stabile d’Abruzzo realizzato con la Casa Circondariale di Pescara, diventa il case history dell’importante progetto formativo sui percorsi da e per il carcere in Italia realizzato dall’Università di Sassaridentro & fuori”.

Entusiasmo unanime durante i lavori per Dalle sbarre alle stelle che è  il risultato di un percorso teatrale sostenuto dal TSA con la direzione artistica di Simone Cristicchi, durato sette mesi e tenuto dal regista Ariele Vincenti, in collaborazione con il giornalista-regista Fabio Masi, in sinergia con il direttore, le assistenti sociali e le psicologhe della Casa circondariale di Pescara.  

Lo spettacolo è tratto dal libro Cento lettere. Dalle sbarre alle stelle di Attilio Frasca e Fabio Masi (Itaca Edizioni), adattamento teatrale di Ariele Vincenti e Fabio Masi, regia di Ariele Vincenti, con dieci detenuti della Casa Circondariale di Pescara  e con la partecipazione di Flavio Insinna.

"È stata una grande soddisfazione per noi tutti essere qui con gli studenti dell'Università di Sassari, - ha sottolineato Fabio Masi - un'altra piccola medaglia che dedichiamo ai ragazzi della compagnia teatrale di Pescara. Ad ottobre nuove date nei teatri fuori. La tournée continua! "

"Dalle sbarre alle stelle racconta la vita criminale di Attilio Frasca, - ha spiegato il regista Ariele Vincenti - dai primi reati alla lunga carcerazione. Tutta la vicenda è intervallata dalle sue lettere e da quelle scritte da due suoi amici fraterni, anch’essi reclusi, che da vari carceri italiani arrivano a casa di un altro loro amico, Massimo, interpretato da Flavio Insinna.

Pur rimanendo fedele alla storia dell’autore narrante in prima persona, il lavoro teatrale ha voluto universalizzarla, facendola diventare la voce narrante degli altri detenuti in scena. Il delirio di onnipotenza, la solitudine e la redenzione descritti nel libro, nello spettacolo vengono tradotti scenicamente da 10 attori detenuti, sempre in scena come un corpo unico, attraverso emozioni forti e intime che solo chi conosce la vita carceraria può arrivare a esprimere. Dalla spensieratezza dei bambini che giocano sui prati di borgata alle prime “marachelle”, dalla violenza allo stadio, ai reati “di strada” e non solo, fino all’inevitabile carcerazione, con tutto ciò che ne consegue".     

Un ringraziamento va a tutti i partner del workshop: il Polo universitario penitenziario dell'Università di Sassari, la Conferenza nazionale universitaria dei poli penitenziari, il provveditorato regionale dell'amministrazione penitenziaria, il Dipartimento  ministeriale giustizia minorile, il Centro giustizia minorile di Cagliari e all'Ufficio interdistrettuale per l'esecuzione penale esterna.

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