Roberta Zavarella aveva 26 anni ed era studentessa della facoltà di Ingegneria. Il giorno dopo avrebbe dovuto sostenere un esame. Alla sessione precedente aveva preso 28, poco per la sua media, aveva studiato moltissimo e voleva il 30. Per questo aveva deciso di rifiutarlo e tenere nuovamente l’esame. Ha perso la vita in via XX Settembre.
Carmelina Iovine aveva 25 anni. Era studentessa di Psicologia. Aveva già conseguito la laurea triennale e stava frequentando il biennio di specializzazione. Era tornata all’Aquila, nonostante le scosse, per stare vicina al fidanzato, che abitava in via Gabriele D’Annunzio. Li hanno trovati abbracciati.
Roberta e Carmelina, l'una di Sulmona e l'altra di Raiano, due tra le 309 vittime del terremoto del 6 aprile 2009, sono state ricordate nel pomeriggio, nell'aula consiliare a Villa Gioia, con la consegna, da parte del Comune di Sulmona al Comune dell'Aquila, di un'opera dedicata alla loro memoria creata dal Liceo Artistico della città peligna.
Alla cerimonia sono intervenuti il vice sindaco del Comune dell'Aquila, Raffaele Daniele, il presidente del Consiglio comunale Roberto Tinari, l'ufficio di presidenza del Consiglio comunale di Sulmona guidato da Katia Di Marzio, il sindaco di Raiano Marco Moca; erano presenti anche la consigliera comunale di Sulmona Elisabetta Bianchi, la dirigente scolastica del Liceo Artistico di Sulmona Caterina Fantauzzi e Simone Spina, lo studente che ha realizzato l'opera cui il vicesindaco Daniele ha donato le chiavi della città. Unica nota stonata, i banchi vuoti della maggioranza consiliare, sebbene fosse stata proprio l'amministrazione attiva a voler organizzare a L'Aquila, e non a Sulmona o Raiano, l'evento in ricordo di Roberta e Carmelina.
"In qualità di Presidente del Consiglio comunale dell’Aquila, sono emozionato nel ricevere un’opera che ricorderà per sempre la bellezza e la bravura delle due giovani, qui, nell’aula consiliare del Consiglio comunale dell’Aquila, la casa degli aquilani, luogo di impegno civico ma anche di memoria e condivisione", le parole di Tinari. "Sono passati dieci anni dalla tragedia ma il dolore per le oltre 300 vittime è sempre lo stesso. Sono anche io genitore, ho due figli che frequentano l’università, che hanno sogni e speranze per il futuro. Roberta e Carmelina hanno lasciato un forte messaggio che, oltre ai miei due figli, rivolgo a tutti gli studenti universitari aquilani: l’invito a studiare per essere migliori per loro, per le loro famiglie, per questa città. E’ per questo che sento, da padre, una profonda e sentita vicinanza alle famiglie delle ragazze di origine peligna che avevano scelto L’Aquila per studiare e programmare il loro futuro. A loro dico che non saranno dimenticate perché la memoria è un dovere primario così come lo è la ricostruzione. Lo dobbiamo ai giovani che sono il nostro futuro, lo dobbiamo a Roberta e Carmelina che non ci sono più e che dall’alto ci guidano".