Mercoledì, 03 Luglio 2019 16:24

Montagne per tutti, senza barriere: la transumanza verticale in joelette. Il racconto di Massimo Prosperococco

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L'Abruzzo è la terra delle montagne, aspre e selvagge, un ambiente naturale magnifico in cui flora, fauna e paesaggio soddisfano la sete di bellezza dell'escursionista. Coloro che la frequentano conoscono le gratificazioni emotive che la montagna regala e sanno anche quanto sia importante condividere queste emozioni con i compagni di escursione. Diventa spontaneo cercare di estendere a tutti la possibilità di fruire dei benefici che l’andare per i monti garantisce, sia in termini di salute fisica che di benessere mentale. L’escursionismo, però, si pratica su terreni aspri ed impervi, non sempre accessibili a tutti. In particolare, le persone portatrici di disabilità trovano difficoltà insormontabili alla frequentazione della montagna e ciò costituisce una severa privazione, perché il contatto con gli elementi naturali, l’esperienza dell’ambiente fisico, la fruizione della bellezza della natura sono elementi centrali nella vita dell’uomo. Da qui nasce l’idea di “Montagne senza barriere” [qui, le informazioni utili], un progetto che intende accompagnare i disabili in montagna, rendendoli partecipi delle emozioni che la natura sa regalarci, in condivisione con i compagni di escursione; nell'ambito delle iniziative, il prossimo 28 luglio si terrà un evento organizzato da Majella Sporting Team di Lama dei Peligni (Ch) che porterà in quota diverse persone a bordo di joelette, speciali carrozzelle da fuori-strada a ruota unica, che permetteranno alle persone a mobilità ridotta, adulti o bambini, anche se totalmente dipendenti, di praticare escursioni, con l’aiuto di due o più accompagnatori.

Una prova generale si è tenuta lo scorso 30 giugno, una "transumanza verticale", da Collemesole a Fonte Torricella: a testare la joelette, Massimo Prosperococco del coordinamento delle Associazioni dei disabili dell'Aquila.

"Il merito è stato di Osvaldo D'Andrea, medico di medicina generale di Arsita (TE), impegnato nel settore della montagna-terapia e componente della Commissione Medica regionale del CAI", spiega Prosperococco. "Proprio il CAI - come il Parco Gran Sasso Monti della Laga - è entrato in possesso di una joelette che aveva necessità di essere testata. Io non l'avevo mai provata, allora ho comunicato la mia disponibilità e qualche settimana fa abbiamo fatto una passeggiata a Montorio al Vomano; dunque, l'ardita sperimentazione di domenica scorsa - di solito la joelette in Italia viene usata unicamente in città - che è stata propedeutica alla manifestazione del 28 luglio".

Nel video che hai realizzato viene citata la Cooperativa Masserie del Parco che si occupa di produzione di formaggi ad Arsita (TE): che ruolo ha avuto nel viaggio?

"E' una cooperativa di famiglia di varie generazioni: i genitori erano allevatori e produttori del noto pecorino di Farindola, i figli si sono laureati e hanno avviato un processo di conversione dell'azienda verso una produzione più attenta e sensibile a mercati consapevoli e a raggio nazionale. Ogni anno, con l'arrivo dell'estate, portano il gregge in altura e invitano chi ne ha piacere a fare il percorso tutti insieme. Noi abbiamo fatto il tratto da Rigopiano a Fonte Torricella, ben 600 metri di dislivello. E' grazie a loro se siamo riusciti a fare il percorso in sicurezza, perché hanno messo a disposizione una macchina adatta a quel tipo di sentiero essenziale in caso si fossero manifestati dei problemi. Per fortuna non è servita".

Anche in Abruzzo e nell'aquilano si sta diffondendo la possibilità di utilizzare la joelette al fine di rendere le escursioni in montagna accessibili a tutti. Come dicevamo il Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga e il CAI ne hanno alcune: pensi che questo sia un settore su cui si possano investire più energie?

"Assolutamente. Il turismo accessibile ha una potenzialità del 20% sul totale delle presenze turistiche - questo perché non si va soli ma almeno con 2/3 persone a supporto - ma per il momento in Italia si attesta su una percentuale assai più bassa; si tende ad andare solo al mare perché è più statico e, dunque, di più facile accessibilità. Ma la montagna è in grado di dare altre emozioni nonché benefici psicologici, come stanno dimostrando gli studi del dott. Osvaldo D'Andrea e della dott. ssa Patricia Giosué, psichiatra. I due lavorano per misurare gli effetti della montagna somministrando dei test psicologici prima e dopo un'escursione. Dunque, per un tipo di turismo diverso sul Gran Sasso e sulle altre montagne del nostro territorio io mi offro volentieri come cavia e promotore".

Nelle foto e nei video si vede una squadra di uomini 'forzuti' con grandi sorrisi: come vi siete trovati?

"Io conoscevo solo Elio Ursini, che ha fatto lo sforzo maggiore portando la joelette dalla parte anteriore. Dietro c'era Osvaldo D'Andrea e a sostegno c'erano persone della zona che non avevo mai incontrato prima ma che si sono prestate per l'impresa. Appassionati di montagna che conoscevano il percorso molto bene e che piano piano si sono alternati dividendo e condividendo la fatica".

Nel percorso della transumanza avete attraversato dei paesaggi meravigliosi: cosa hai provato?

"Ti dico solo che io amavo andare in montagna, ed erano 15 anni che non ci tornavo, non così almeno, in un posto non raggiungibile in automobile. All'inizio del percorso abbiamo attraversato una faggeta bellissima, ed è stato un momento particolarmente emozionante per tutti perché eravamo sulla scia della valanga che ha coinvolto l'Hotel Rigopiano. Abbiamo impiegato 2 ore e mezza circa per salire al rifugio e il percorso non è stato facile: c'erano punti difficili, con forte pendenza e con breccia che rendeva il suolo scivoloso. Ma quello che ho provato non si può descrivere: rivedere quei panorami, sentire il silenzio della montagna, o anche i pochi suoni, come il rumore dei passi nella breccia, l'avevo completamente dimenticato".

Tornando a L'Aquila, oggi è una giornata speciale per la città perché è stata riaperta dopo i lavori di restauro la chiesa di San Silvestro. Tu hai avuto il privilegio di visitarla in anteprima e di testarne l'accessibilità: com'è andato il sopralluogo e, allargando il discorso al raggio cittadino, com'è la situazione dell'accessibilità a chiese, musei e monumenti?

"E' andata bene perché la ricostruzione della chiesa è stata curata dal Segretariato Regionale MIBAC Abruzzo il cui personale, dato quello che mi era successo a Collemaggio, ha manifestato sin da subito la volontà di fare dei piccoli lavori non invasivi per rendere accessibile la chiesa. Quindi è stata fatta una pedana in pietra nel portale laterale che, con gli ultimi accorgimenti, consente l'accesso all'interno. In più, ci sarà uno scivolo anche per il sagrato e per l'abside per vederne da vicino gli affreschi. Più in generale, la situazione della città negli ultimi anni è migliorata anche grazie all'istituzione della figura del disability manager che, sebbene senza fondi a disposizione, ha contribuito ad aumentare la sensibilità e l'attenzione per questo tema all'interno del Comune. Ultimamente è stato anche organizzato un corso di formazione di altissima qualità per i tecnici dell'intera provincia aquilana".

Ultima modifica il Mercoledì, 03 Luglio 2019 17:09

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