Dodici fotografie, dodici scatti per raccontare la rinascita dell’Aquila a dieci anni dal terremoto.
E’ la mostra “Laquilanuova, la rinascita”, voluta dall’associazione culturale ‘Segno’ e installata lungo il corso cittadino, laddove, fino a ieri, erano esposte le opere dell’artista e fotografo Roberto Grillo, i tredici ritratti in bianco e nero di coloro che, in ruoli e tempi diversi, hanno vissuto, direttamente o indirettamente, il sisma del 6 aprile 2009; ognuno di loro, con gli occhi chiusi, aveva tracciato sulle rughe del proprio volto una parola, una riflessione, un segno che raccontava il ricordo, l’emozione, il sentimento, la speranza.
Una mostra che ha suscitato discussioni e polemiche, “cogliendo nel segno” ha tenuto a sottolineare la presidente dell’associazione Anna Maria Marra; “era il nostro intento, muovere idee, stimolare una riflessione”.
Le opere di Roberto Grillo saranno esposte tra le vie di Castelvecchio Calvisio, che ne ha fatto espressamente richiesta: “così, si è aperta la strada ad un’idea diversa” ha spiegato Marra; “dare spazio alla ricostruzione, far vedere la rinascita della città da diversi punti di vista: materiale, sociale e culturale. Credo siamo riusciti nell’intento”.
Le fotografie esposte sono state selezionate a valle di un partecipato concorso ideato dall’associazione ‘Segno’; sono stati scelti 12 bellissimi scatti di fotoamatori, alcuni giovanissimi: Luca Benedetti, Laura Cantusci, Lorenzo Di Cola, Stefano Di Scipio, Marco Equizi, Andrea Fiordigiglio, Domenico Gualtieri, Fatima Marchini, Elia Micciché e Luca Mondellini, allievi del Centro sperimentale di Cinematografia, Gianni Simone e Massimiliano Tesone.
Le opere resteranno esposte fino alla fine dell’anno. “Non è stato facile selezionarle”, ha riconosciuto Anna Maria Marra, “ma credo davvero che le fotografie scelte raccontino come L’Aquila stia finalmente rinascendo a dieci anni dal terremoto. Siamo orgogliosi del risultato, così come della mostra di Roberto Grillo: d’altra parte, vogliamo fare cultura in città, viverla anche attraverso idee diverse che possano stimolare un dibattito vero”.
La presidente dell’associazione ‘Segno’ ha inteso ringraziare la ditta ‘Piccoli Grandi Passi’ di Carmine Murri per l’affissione e Mauro Basile, presidente regionale Anaci Abruzzo, l’associazione degli amministratori di condominio coinvolta pienamente – ha inteso ricordare il presidente – “nella ricostruzione della città. Abbiamo accolto con favore la proposta di sostenere la mostra, permettendone la realizzazione, e siamo davvero felici del risultato”.
A Basile si è rivolto con affetto Roberto Grillo: “oltre a ringraziare l’associazione ‘Segno’ per aver sostenuto il mio progetto iniziale, da cui è derivato quello che stiamo presentando oggi, voglio ringraziare Mauro Basile perché, come Anaci Abruzzo, ha acquistato una mia mostra, esposta all’Emiciclo per un loro evento e che ora sta girando l’Italia, permettendomi, così, di finanziare il progetto sul decennale cui tenevo davvero molto e che, come sapete, non è stato finanziato dal programma Restart”.
Grillo lo ha detto chiaramente: “Non mi aspettavo, e nessuno di noi si aspettava, che la mia mostra potesse essere così divisiva; d’altra parte, il progetto era stato già presentato in bozza nel 2013, sia al Vittoriano a Roma che nella ex sede Carispaq a L’Aquila, con oltre 70mila presenze certificate. Evidentemente, l’ambito espositivo, di certo impattante, ha scatenato il dibattito che conoscete. Credo che la mia mostra abbia fatto emergere il cuore del problema che viviamo in città, e cioè la divisione tra chi sta tentando di superare il trauma e chi lo sta tenendo sotto il tappeto”.
L’artista e fotografo si è detto “dispiaciuto” per le polemiche: “abbiamo proposto un progetto unico al mondo, nel suo genere; una parte di città ce lo ha riconosciuto, un’altra parte no. Gli amministratori, i pensatori, l’intellighenzia della città avrebbe potuto far sua la riflessione sulla reazione che la città ha avuto nei confronti della mostra per portarla ad un livello più alto d’elaborazione. Non è andata così. Rivendico, tuttavia, e con fermezza, la mia scelta artistica: purtroppo, la città sta perdendo l’occasione di interrogarsi davvero su se stessa”.
“Ciò che mi ha fatto male è stata l’aggressione personale che ho dovuto subire”, ha aggiunto Roberto Grillo; “comprendo e accetto le critiche, ci mancherebbe, ma purtroppo in alcuni casi si è andati oltre. Le polemiche sulla mostra, d’altra parte, hanno coinciso con le mie dimissioni da presidente dell’associazione ‘L’Aquila centro storico’ e, dunque, sono stato attaccato nella mia componente sociale, oltre che sul piano personale. Mi ha scatenato una sofferenza molto profonda, che ho vissuto privatamente; oggi, però, posso dire che le critiche mi hanno restituito una forza tale che mi ha spinto a preparare un nuovo progetto, serio ed importante, che uscirà in febbraio e che porterò avanti da solo, con l’aiuto delle persone che mi vogliono bene”.
Di certo, la mostra ha avuto il merito di aprire un altro percorso, interessante, che ha dato l’opportunità a 12 fotoamatori di poter esporre in pieno centro storico raccontando la ‘loro’ rinascita, il loro amore per la città. Un tributo all’Aquila altrettanto forte, più facilmente comprensibile rispetto alle opere di Grillo e, tuttavia, assolutamente emozionale, come è stato il progetto dell’artista e fotografo aquilano.
“La mia mostra poteva restare esposta fino al 31 dicembre 2019, avevamo le autorizzazioni: era un diritto mio e dell’associazione. Da parte mia, c’è stata la volontà di ‘cedere’: in un certo senso, è una sconfitta morale per me”, ha riconosciuto Grillo. “Dalla rinuncia, però, è venuta l’idea della mostra sulla rinascita della città, di riflesso alle parole di chi, senza comprendere minimamente il senso del mio lavoro, mi aveva accusato di aver esposto volti di morte. Di questo, non posso che essere orgoglioso”,
Alla presentazione della mostra hanno partecipato alcuni dei fotoamatori selezionati. “La mia foto premiata è stata realizzata nell’ambito dell’attività didattica del corso di reportage fotografico che sto seguendo presso il Centro sperimentale di cinematografia”, ha raccontato Elia Micciché, giovanissimo studente siciliano. “Abbiamo fotografato la vita di operai, restauratori e tecnici impegnati nella ricostruzione del centro storico per poi realizzare una mostra esposta all’Emiciclo. E’ in questo ambito che è stata scattata la foto, con una go-pro piazzata su una gru e un grandangolo particolare”.
Lo scatto di Lorenzo Di Cola, invece, è stato frutto del caso: “una mattina, era pieno inverno, ero andato a Rocca Calascio per scattare delle foto all’alba. Scendendo verso L’Aquila, dopo il curvone di Poggio Picenze, ho visto la valle aquilana coperta dalla nebbia. Così, mi è venuto in mente di salire sulla collina di Roio, per attendere che dalla nebbia iniziassero ad emergere monumenti e gru. Lo scatto è nato così”.