Abruzzo "pienamente adempiente", ancora una volta in materia di Lea, i livelli essenziali di assistenza nella sanità: per il 2018 la Regione raggiunge i 209 punti, a fronte di un punteggio di 202 del 2017 e del punto di partenza della precedente legislatura di 152 sotto l'adempienza.
"Un dato che registra l'azione che abbiamo portato avanti con decisione durante l'amministrazione di centrosinistra, tirando fuori la Regione dal Commissariamento, registrando l'avanzamento più significativo nel Paese sugli indicatori della griglia Lea per ora vigenti (+57 in 4 anni)", commenta il capogruppo Pd in Consiglio regionale Silvio Paolucci, già assessore alla sanità della giunta D'Alfonso.
"Certo non ci sfugge che gli indicatori in sanità vanno maneggiati con cura e che proprio quelli riguardanti i Lea stanno per conoscere un aggiornamento. Dell'utilizzo di questo nuovo metodo di valutazione abbiamo solo i dati del 2016; anche in questo caso, però, se prendessimo a riferimento i dati degli ultimi 5 anni registreremmo un miglioramento deciso per la nostra Regione".
Nel corso del 2018 vi è stato un ulteriore balzo in avanti sull'appropriatezza ospedaliera, prevenzione e allarme target sul tempo di risposte per le urgenze "che certifica - rivendica Paolucci - lo sforzo messo in atto, non senza difficoltà, per migliorare la qualità dell'assistenza offerta ai nostri concittadini nel quinquennio 2014-2018; una crescita che mi auguro continui, perché frutto di un lavoro e scelte che ci hanno dato ragione".
Miglioramenti da consolidare e portare ulteriormente avanti, ribadisce Paolucci: "L'auspicio è che la Giunta di centrodestra non arresti questo passo, puntando sui punti di forza per far crescere la nostra sanità. Purtroppo, comincio ad intravedere con timore la lentezza con la quale si sta procedendo. Intanto, temo che i dati della prevenzione stiano arretrando e, se così fosse, presto lo troveremo scritto nei dati relativi al 2019; così come temo che in alcune Asl sia in corso una significativa contrazione delle prestazioni chirurgiche, sia per numero che per complessità, con l'aumento della mobilità passiva che mi risulta esserci, tra l'altro, per le malattie cardiovascolari e quelle dell'apparato muscolo-scheletrico. Ancor di più constato l'assenza di programmazione: senza piano sanitario, rete ospedaliera e rete territoriale non potremo utilizzare i circa 400 milioni già a disposizione per i nuovi ospedali, né procedere alle assunzioni annunciate. Non vorrei che a pagare il conto delle non-scelte della Giunta Lenta, magari strumentalizzando i "niet" ministeriali con la logica del farsi dire di no dal Ministero per non dover riconoscere che le promesse fatte erano sostanzialmente delle sciocchezze, sia il Servizio Sanitario Regionale, con gli operatori e i cittadini che ne sono parte integrante".