Giovedì, 19 Dicembre 2019 15:04

SpazioRimediato: il 21 dicembre 'Diossido di cromo', di e con Matteo Di Genova & Marco Crivelli

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"Agendo" i suoi versi, abbattendo i fogli di carta, i leggii, le aste microfoniche, i pulpiti e tutte le altre sovrastrutture poste a barriera tra esso e la sua comunità, il poeta si ricolloca oggi nell'ambito dell'oralità di secondo grado e dei nuovi media, riappropriandosi di elementi ad esso finora sottratti: la voce, la scena, il corpo, il ritmo. E da questi quattro elementi naturali nasce l'alchimia che porta il percussionista Marco Crivelli e il poeta/performer Matteo Di Genova a vincere l'edizione 2017 del più importante premio di poesia con musica presente in Italia, dedicato al giovane poeta/rapper ed attivista politico Alberto "Dubito" Feltrin.

Il lavoro del duo aquilano è stato così descritto dal presidente onorario del premio, tra i massimi esponenti in Italia dell'oralità in poesia, Lello Voce: "...credo che la vittoria di Matteo Di Genova e Marco Crivelli sia pienamente meritata perché la loro performance è stata quella che ha rappresentato maggiormente e con maggiore efficacia la natura sostanzialmente 'ritmica' e sonora della poesia. La scelta di affidarsi alle percussioni e dunque di mettere allo scoperto il rapporto tra accenti musicali e poetici, tra ritmo dei versi e ritmo dei suoni, è stato assumersi un grande rischio, una scommessa pericolosa: avrebbe potuto funzionare solo se fosse stata perfetta. E lo è stata."

Questo importante traguardo (accanto ad altri importanti traguardi di rilievo nazionale come la vittoria della sezione poesia orale del "Poverarte – festival di tutte le arti" e l'aver rappresentato l'Abruzzo durante le finali nazionali di poetry slam del 2017 per Di Genova, o la vittoria del premio Antonio Striano per Crivelli), costituisce il primo di una serie di livelli sui quali è stato impalcato il progetto "Diossido di Cromo", debuttato a luglio 2018 all'interno della prestigiosa rassegna "I Cantieri dell'Immaginario" (L'Aquila).

Lo spettacolo andrà in scena all'Aquila, allo Spazio Rimediato, sabato 21 dicembre; è stato compilato come fosse la scaletta di un concerto e l'intrattenimento è informale: queste caratteristiche (che potrebbero rendere il progetto assimilabile a quello di una "band") vengono tradite dalla profonda teatralità delle performance, che posseggono una vera e propria drammaturgia interna e vengono infatti da entrambi gli artisti "recitate". Nella maggior parte dei casi infatti il movimento scenico è codificato al pari delle note e dei versi.

Tutto lo spettacolo scaturisce dalla ritmica interna dei testi e dall'evocatività di questi, evolvendo fino al punto in cui ogni elemento assume una propria autonomia compositiva, aderendo così al concetto di intermedialità intrinseco della spoken music. I numerosi momenti di decompressione, leggeri ma mai neanche lontanamente volgari, favoriscono l'attenzione del pubblico che riesce a sentirsi coinvolto nonostante la complessità delle pièce. Il diossido di cromo è il materiale con cui vengono costruiti i nastri delle audiocassette, uno strumento passato velocemente di moda, ma rimasto nelle memorie d'infanzia dei nati tra gli anni '80 e i primi '90. Un oggetto legato soprattutto al concetto di "viaggio", essendo utilizzate principalmente come supporto per le autoradio durante le vacanze, ma legato molto anche al concetto di amicizia e creatività, venendo fino alla metà degli anni 2000 ancora impiegate come strumento di autoproduzione di compilation e cosiddetti "mixtapes", soprattutto nei contesti controculturali punk ed hiphop, ma anche come scambio di contenuti musicali tra comitive.

È quindi questo (come raccontato nel libro Stringi i denti e bruci dentro - Agenzia X, 2017 - la raccolta di materiali del premio Alberto Dubito 2017), un duo "on the road" legato da un passato di esperienze conflittuali vissute spalla a spalla nella controcultura, oggi duo di professionisti della musica e del teatro, ricombinatisi quasi casualmente nel contesto della performance poetico-musicale, con un'attitudine progressive.

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