Domenica, 26 Gennaio 2020 16:12

27 gennaio, il Giorno della Memoria torna d'attualità: le iniziative all'Aquila

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Istituito per ricordare e onorare le vittime della Shoah e tutti coloro che furono torturati e uccisi nei campi di sterminio nazisti, per tanto tempo il Giorno della Memoria è stato un monito affinché tali orrori non potessero ripetersi. E tante volte questo giorno – il 27 gennaio, in ricordo della liberazione del campo di Auschwitz avvenuta nel 1945 – è stato celebrato con manifestazioni istituzionali, politiche e culturali che hanno ricostruito la cornice storica in cui si generò quell’abisso dell’uomo chiamato Olocausto.

Una cornice storica (la guerra mondiale, la follia di Hitler) immaginata come non più ripetibile e ormai consegnata al passato.

Ma dobbiamo invece chiederci se davvero è così. Se davvero non si debbano avvertire i segnali di un pericoloso imbarbarimento. E se quest’anno nel Giorno della Memoria non si dovrà fare tutti uno sforzo in più.

Si diffondono in maniera inquietante i germi dell’intolleranza, della discriminazione, dell’odio. Parole violente contro rifugiati e migranti, bestialità razziste nello sport con striscioni e cori da stadio, assalti a famiglie Rom costrette a lasciare le case legittimamente assegnate, saluti fascisti esibiti senza vergogna, manifestazioni nostalgiche del fascismo, ostilità gratuite contro i diversi, stupri e violenze sulle donne, addirittura attacchi a Papa Francesco per le sue parole di umanità e accoglienza, gesti di vendetta contro gli ebrei fino a segnare con lo spray la casa del figlio di una deportata a Ravensbruck.

Nel 2019 l’Italia ha registrato 969 reati legati a razzismo, identità di genere e disabilità: uno ogni 9 ore. Sono aumentati i casi di incitamento alla violenza, le aggressioni fisiche, gli atti di vandalismo. Molti, sottovalutando o giustificando, li considerano fatti isolati, singoli, sporadici, frutto di qualche esaltato. Ma purtroppo la cosa grave, gravissima, è che questi atti sono favoriti da un clima generale, da un silenzio complice o – peggio ancora – dalla quotidianità di un linguaggio feroce, dalla brutalità di certa politica, da una cultura immorale e cinica, da una indifferenza che rende “normale” assistere a questi episodi.

Se lo Stato, le Istituzioni, i partiti, se la società tutta non reagisce riaffermando con più forza il valore delle persone e della comunità, il rispetto di diritti e doveri sociali, i principi di democrazia e solidarietà, allora ogni singolo si sentirà autorizzato e magari incitato a superare i confini del vivere civile, a insultare chi vuole, ad aggredire chi dissente o gli da solo fastidio, a umiliare chi è debole e diverso, a farsi giustizia da sé.

Con questa ansia e questo impegno, vorremo vivere il 75° anniversario del Giorno della Memoria.

E per questo l’ANPI dell’Aquila ha promosso un incontro pubblico, lunedì 27 gennaio alle ore 17.30 nella Sala Rivera di Palazzo Fibbioni, sede del Comune, a cui interverranno: Marialuisa Serripierro, dirigente dell’ANPI dell’Aquila; David Adacher, docente e membro del direttivo dell’Istituto Storico per la Resistenza e l’Italia contemporanea; Silvia Nanni, ricercatrice di pedagogia generale e sociale del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università dell’Aquila; Tommaso Cotellessa, studente e presidente della consulta degli studenti abruzzesi.

 

Anche l'Università dell'Aquila celebra il Giorno della memoria

Anche quest’anno l’Università degli Studi dell’Aquila intende celebrare il Giorno della Memoria, dedicato al ricordo dell’Olocausto.

Lunedì 27 gennaio 2020, alle ore 11, nell’Aula magna “Alessandro Clementi” del Dipartimento di Scienze umane, dopo i saluti del Magnifico Rettore prof. Edoardo Alesse, le celebrazioni saranno aperte da un dialogo a tre voci: Massimo Fusillo e Luca Zenobi, professori di Letterature comparate e Letteratura tedesca, discuteranno di letteratura e ebraismo con Carlo De Matteis, professore di Letteratura italiana contemporanea, a partire dal suo ultimo volume "Da parte ebrea. Narrazioni dalla Grande Guerra a dopo la Shoah".

Al dialogo seguirà un concerto, con inizio alle 11.40, dell’Ashira Ensemble, formato da Evelina Meghnagi (voce), Cristiano Califano (chitarra) e Arnaldo Vacca (percussioni).

Il concerto, dedicato alle vittime dei campi di sterminio nazisti e organizzato come di consueto in collaborazione con l'associazione Officina musicale, costituirà l’occasione per ricordare una delle pagine più tristi della storia universale attraverso l’esecuzione di brani musicali ai quali saranno alternati canti in lingua yiddish, parlata dalla gran parte degli ebrei della Mitteleuropa, e in lingua judeo-espanol, che appartiene alle comunità ebraiche di Rodi e di Salonicco anch’esse perseguitate nei campi di sterminio.

All’uomo - citiamo Ashira Ensemble - è dato sapere quello che l’uomo può fare. Pochi lo potranno raccontare, ma bisogna sapere, per onorare chi non c’è più, per vegliare, perché non succeda ancora. E si può ricordare in molti modi. Noi lo vogliamo fare suonando e cantando nelle lingue parlate in quei luoghi, in quei tempi. Per rispondere alla morte con la vita.

 

Le iniziative delle Democratiche della provincia dell'Aquila

"Il 27 gennaio celebriamo la Giornata della Memoria. Ricordiamo e rendiamo onore alle vittime dell'orrore nazifascita. Una Memoria che non deve andare perduta, un ricordo che abbiamo, tutti, il dovere di perpetuare perché la disumana ferocia di quei giorni non venga dimenticata: un monito per tutti noi e per coloro che verranno".

Si legge in una nota delle Democratiche della provincia dell'Aquila.

'È avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo il nocciolo di quanto abbiamo da dire': "dalle parole di Primo Levi, una lezione da non dimenticare, mai. Il 27 gennaio, a L'Aquila, in piazza Duomo, nel cuore della città, vivremo momenti di condivisione, testimonianze di memoria. Un doppio appuntamento: alle 16 l'incontro nella parte alta della piazza, nei pressi della pietra d'inciampo che ricorda Giulio Della Pergola, ebreo deportato dall'Aquila e ucciso dalla ferocia nazista nel campo di sterminio di Auschwitz; aveva una bottega dietro piazza Duomo e la sua vita è stata annientata dal buio della ragione di quegli anni oscuri, terribili. Sulla pietra d'inciampo che lo ricorda, chi vorrà, potrà portare un fiore. Il pomeriggio proseguirà, alle 16:30, nella libreria Mondadori, in piazza Duomo 47, con 'Le parole della Memoria', lettura a staffetta dei testi sulla Shoah".

Mai dimenticare i milioni di vittime; bambine, bambini, giovani, anziane e anziani; persone di ogni età rinchiuse e uccise nei campi di sterminio nazisti. "Una strage attuata con metodo 'scientifico', un genocidio messo in atto con disumana determinazione fino al 27 gennaio 1945, quando i carri armati dell'esercito sovietico sfondarono i cancelli del campo di concentramento di Auschwitz in Polonia. Da quel giorno, quel campo dell'orrore è luogo simbolo, ma non l'unico, della discriminazione e delle atroci sofferenze patite da chi, innocente, è stato internato, torturato, ucciso in nome dell'odio".

 

Lo spettacolo della Società aquilana dei concerti 'Barattelli'

In occasione della Giornata della Memoria, lunedì 27 gennaio, all’Auditorium del Parco, alle 19, la Società Aquilana dei Concerti “B. Barattelli” propone, nell’ambito del cartellone concertistico: “Cronache dalla Shoah – Filastrocche della nera luce” spettacolo di Giuseppe Manfridi con la regia di Livio Galassi prodotto dal Teatro della Toscana con l’Associazione Teatro Zeta dell’Aquila, con il sostegno del Miur, Direzione generale per lo studente, l’integrazione e la partecipazione.

Un’esecuzione polifonica, un “canto recitato” a più voci e a più personaggi, che vede l’attore  Manuele Morgese calarsi nei panni di più personaggi testimoni e narratori dei terribili e drammatici episodi legati alla Shoah. La voce dell’attore, attraverso le “filastrocche di nera luce”, si fonde alla musica della tromba di Fabrizio Bosso e del pianoforte di Julian Oliver Mazzariello. Lo spettacolo in forma di “breve lettura” ha debuttato, nella Giornata della Memoria, ad Auschwitz.

Così il regista Livio Galassi: “Tutto è stato detto, e tutto resta ancora da dire: esaurite le più atroci parole a descrivere l’orrore del più abominevole crimine che la storia ricordi, non esistono parole per comprenderne il recondito perché!…  E come spiegare, come giustificare il complice silenzio di tutti? Doloroso e difficile è stato per l’autore immergersi in questo oceano di amarezza… Ma la luce della poesia è stata il faro che ha illuminato l’approdo. Una luce nera è il dolente ossimoro che si riverbera nella struggente scrittura, la quale sfiora appena i fatti e si dilata nello smarrimento esistenziale che da quei fatti scaturisce. Dolorosa e difficile l’impostazione registica. Può questa immane tragedia essere trattenuta in una struttura estetica? E quale? Quella con meno estetismi, ho pensato“.

Info: 0862.24262  – www.barattelli.itQuesto indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Ultima modifica il Lunedì, 27 Gennaio 2020 08:31

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