Mercoledì, 19 Febbraio 2020 14:38

Patrick Zaki: presidio a L'Aquila per chiedere la liberazione dello studente

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Presidio di Amnesty Internazional domani all’Aquila per chiedere la liberazione di Patrick George Zaki.

Due gli appuntamenti: alle ore 18 davanti al Rettorato dell'Università degli Studi (Palazzo Camponeschi, Piazza dei Gesuiti) e alle ore 19 alla Fontana Luminosa.

Patrick George Zaki era partito da Bologna, dove vive per motivi di studio, per trascorrere un periodo di vacanza nella sua città natale, al-Mansoura, in Egitto. La mattina del 7 febbraio, in base a quanto riferito dai suoi avvocati, agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) hanno arrestato Patrick e lo hanno tenuto bendato e ammanettato per 17 ore durante il suo interrogatorio all’aeroporto e torturato.

Nei suoi confronti, l’accusa di diffusione di fake news sui social network, di incitamento alla protesta non autorizzata, di turbamento dell’ordine pubblico e di attentato alla stabilità delle istituzioni.

Dato che parte di questi reati rientrano nella più ampia normativa sull’anti-terrorismo, ora il giovane rischia fino alla condanna all’ergastolo.

Per Zaki si è quindi subito creata una grande mobilitazione: dalle fiaccolate fino agli appelli di governi e istituzioni – tra cui l’Unione Europea – per invocarne la scarcerazione. Il sospetto che il ragazzo abbia subito torture durante l’interrogatorio ha inoltre richiamato alla memoria il caso del ricercatore italiano Giulio Regeni e sollecitato l’intervento lucido e doloroso dei familiari del ricercatore italiano. “Noi sappiamo di cosa è capace la paranoica ferocia egiziana: sparizioni forzate, arresti arbitrari, torture, confessioni inverosimili estorte con la violenza, depistaggi, minacce. Il tutto con la complicità ipocrita di governi e istituzioni che non voglio rompere l’amicizia con questo paese. Speriamo che ammonite dalla tragica vicenda di Giulio le istituzioni italiane ed europee sappiano questa volta trovare gli strumenti per salvare la vita e l’incolumità di questo giovane ricercatore internazionale, senza far più passare neppure un’ora”.

Anche la Conferenza dei Rettori Italiani ha espresso preoccupazione rispetto alle notizie relative all’arresto dello studente di nazionalità egiziana, regolarmente iscritto all’Università degli Studi di Bologna nell’ambito del Programma Erasmus Mundus e pertanto, a pieno titolo, parte della comunità universitaria italiana ed europea. In ragione di ciò la CRUI si mantiene in costante contatto con le Associazioni rappresentative delle realtà universitarie europee ed extraeuropee nonché con il Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e con il Ministero degli Affari Esteri, di cui sollecita e segue le concrete iniziative già in atto a tutela dei valori di civiltà che costituiscono il proprium della vita universitaria. La CRUI ha espresso con forza l’augurio che Patrick George Zaky possa presto ritornare al dialogo con i propri colleghi e maestri e completare i suoi studi.

Sabato 15 febbraio i giudici hanno confermato la detenzione preventiva. Patrick tornerà in tribunale il 22 febbraio. 

Intanto, la scorsa notte la street artist Laika è tornata sul muro che circonda Villa Ada, a pochi passi dall'Ambasciata d'Egitto per un "atto secondo" della sua opera sull'abbraccio fra Regeni e Zaki che era stata rimossa da 'mano ignota'. "Dopo la rimozione, in tanti mi hanno chiesto di riattaccare l'opera – ha dichiarato l'artista – ma il bello della strada è proprio questo: le opere diventano organismi viventi in continua evoluzione e, come tali, possono cambiare". E così è stato. Il manifesto è cresciuto e maturato, svelando una meravigliosa verità.

L'artista ha voluto rappresentare il momento esatto dello strappo del poster ad opera del misterioso "qualcuno", per farglielo rivivere. Ma dietro a quell'immagine non c'è un vuoto, ma un mare di persone che fa sentire la propria voce per la liberazione di Patrick. "Ci siamo tutti noi", precisa Laika.

Nella nuova opera, infatti, si vede un'ombra la cui mano strappa l'abbraccio di Regeni e Zaki e ci trova sotto l'immagine di un gruppo di persone, capeggiato dalla poster-artist con maschera e caschetto rosso d'ordinanza, con in mano tanti cartelli gialli con su scritto "Free Patrick".

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