Doppio presidio di Amnesty Internazional all’Aquila per chiedere la liberazione di Patrick George Zaki.
Uno striscione raffigurante il volto disegnato del giovane ricercatore egiziano con su scritto "Libertà per Patrick Zaki" è stato esposto prima davanti al rettorato dell'Università dell'Aquila e successivamente alle Fonta Luminosa.
Patrick George Zaki era partito da Bologna, dove vive per motivi di studio, per trascorrere un periodo di vacanza nella sua città natale, al-Mansoura, in Egitto. La mattina del 7 febbraio, in base a quanto riferito dai suoi avvocati, agenti dell’Agenzia di sicurezza nazionale (NSA) hanno arrestato Patrick e lo hanno tenuto bendato e ammanettato per 17 ore durante il suo interrogatorio all’aeroporto e torturato.
Nei suoi confronti, l’accusa di diffusione di fake news sui social network, di incitamento alla protesta non autorizzata, di turbamento dell’ordine pubblico e di attentato alla stabilità delle istituzioni.
Dato che parte di questi reati rientrano nella più ampia normativa sull’anti-terrorismo, ora il giovane rischia fino alla condanna all’ergastolo.
Per Zaki si è quindi subito creata una grande mobilitazione: dalle fiaccolate fino agli appelli di governi e istituzioni – tra cui l’Unione Europea – per invocarne la scarcerazione. Il sospetto che il ragazzo abbia subito torture durante l’interrogatorio ha inoltre richiamato alla memoria il caso del ricercatore italiano Giulio Regeni e sollecitato l’intervento lucido e doloroso dei familiari del ricercatore italiano. “Noi sappiamo di cosa è capace la paranoica ferocia egiziana: sparizioni forzate, arresti arbitrari, torture, confessioni inverosimili estorte con la violenza, depistaggi, minacce. Il tutto con la complicità ipocrita di governi e istituzioni che non voglio rompere l’amicizia con questo paese. Speriamo che ammonite dalla tragica vicenda di Giulio le istituzioni italiane ed europee sappiano questa volta trovare gli strumenti per salvare la vita e l’incolumità di questo giovane ricercatore internazionale, senza far più passare neppure un’ora”.
Anche la Conferenza dei Rettori Italiani ha espresso preoccupazione rispetto alle notizie relative all’arresto dello studente di nazionalità egiziana, regolarmente iscritto all’Università degli Studi di Bologna nell’ambito del Programma Erasmus Mundus e pertanto, a pieno titolo, parte della comunità universitaria italiana ed europea. In ragione di ciò la CRUI si mantiene in costante contatto con le Associazioni rappresentative delle realtà universitarie europee ed extraeuropee nonché con il Ministero dell’Università e della Ricerca scientifica e con il Ministero degli Affari Esteri, di cui sollecita e segue le concrete iniziative già in atto a tutela dei valori di civiltà che costituiscono il proprium della vita universitaria. La CRUI ha espresso con forza l’augurio che Patrick George Zaky possa presto ritornare al dialogo con i propri colleghi e maestri e completare i suoi studi.
Sabato 15 febbraio i giudici hanno confermato la detenzione preventiva. Patrick tornerà in tribunale il 22 febbraio.