Venerdì, 29 Maggio 2020 14:00

"A proposito di didattica a distanza": una riflessione di Oltre il Musp

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Oltre il Musp - Sostanziosa letteratura sottolinea ormai tutti gli aspetti negativi di una modalità operativa in remoto - la famosa D.a.D. - che trova nella considerazione del contesto emergenziale l’unica giustificazione al suo praticarsi.

Senza alcuna formazione, il corpo docente ha trovato gli strumenti adatti per corrispondere alle aspettative di un corpo discente lasciato in tutta fretta! Utilizzando tempi dilazionati e molto sostanziosi, risorse economiche proprie, rimodulando l’organizzazione familiare, ri-allenandosi emotivamente, le/gli insegnanti hanno iniziato sin dal giorno successivo alla chiusura nazionale delle scuole a tenere forte le fila di relazioni personali, professionali, intrapersonali, mettendo a completa disposizione delle studentesse e degli studenti loro stess*, il comune forte senso del dovere, ma soprattutto il grande senso di amore.

Questo ha evitato scollamenti relazionali, crisi emotive, perdita del senso del diritto all’istruzione.

La dedizione e la disponibilità del corpo docente ha consentito al sistema scolastico italiano di sostenere un momento storico doloroso, completamente inaspettato; di risettare immediatamente il contesto operativo; di esserci, sempre e comunque, accanto a famiglie straordinarie, per puntellare gli obiettivi raggiunti e non consentire dispersione di affetti, di energie, di risultati pregressi; di individuare gli strumenti più democratici per raggiungere ciascuno studente e ciascuna studentessa, affinché nessuno e nessuna rimanesse indietro; per favorire pari opportunità; per rendere accettabile e praticabile l’attività a distanza.

Questa è la D.a.D., che non è la didattica! E tanto meno è la scuola!

La didattica è accoglienza ed inclusione; è contatto visivo, fisico ed empatico; è reattività fisica ed emotiva; è scambio dialogico; è percezione di agio e di disagio; è laboratorio; è confronto; è divergenza; è colloquio; è circolarità; è sostegno; è presenza e molto altro se entriamo nel campo disciplinare. E’ tutela e rispetto delle fragilità personali di studenti e studentesse, quelle che sono emerse in modo struggente da uno schermo entrando in case altrui. Agendo in classe tutto questo, le/i docenti tessono quotidianamente il percorso di insegnamento-apprendimento, sostenuto da principi metodologici innovativi, quelli che fanno riferimento alle emozioni che generano apprendimento e alle relazioni che lo favoriscono. Emozioni e relazioni che hanno svolto un ruolo fondamentale in questi lunghi 3 mesi.

E’ fuorviante far riferimento all’immaginario collettivo di nativi digitali che favorirebbe la D.a.D.: in questi mesi abbiamo approfondito che un conto è l’utilizzo di uno strumento a fini ludici e comunque personali, ben altra cosa è saperlo utilizzare per finalità didattiche e obiettivi disciplinari (a questo sono dedicate le ore di informatica a scuola!). Sarà poi oltremodo complesso valutare ciascuna persona impegnata in un contesto di apprendimento decisamente critico. Possiamo rilevare il senso di impotenza di chi abita in zone mal raggiunte da connessione? Possiamo penalizzare il non possesso di strumentazione idonea per le videolezioni? Possiamo rilevare l’effettiva originalità di un prodotto? Possiamo stigmatizzare la demotivazione di coloro messi all’angolo da fragilità familiari? Possiamo far risultare oggettivo un contesto alterato e a noi sconosciuto? No, non possiamo!

E basta fare continuamente appello al buon senso di docenti, discenti e genitori, quello che risolve sempre tutto, quello che trova la risposta a qualunque criticità di ogni contesto emergenziale: facciamo invece appello al buon senso di chi, evidentemente, non si rende conto dello scollamento incipiente tra “realtà reale” e “realtà remota”!

Ci impegneremo, certo, a restituirci bellezza e significatività, a elaborare o ri-elaborare tempi e spazi radicalmente mutati e spesso non facili da vivere. Ci impegneremo, certo, a raccogliere frammenti di esperienze vissute o tracce di percorsi di insegnamento-apprendimento, per rintracciare qualità e spendibilità. Ci impegneremo, certo, a restituirci dignità e rispetto. Possiamo chiedere lo stesso impegno a chi deve lavorare per assicurare un rientro a scuola in sicurezza? Possiamo chiedere se sono all’opera tavoli partecipativi per individuare opportune strategie operative?

In una realtà come quella aquilana, alterata da più di 11 anni di non-ricostruzione scolastica, come si sta agendo per consentire anche l’utilizzo di quei Musp con riscaldamento ad areazione? Quali ulteriori spazi si stanno individuando per consentire presenza e distanza? Come si gestirà il trasporto, la mensa e il prescuola? In poche parole: sarà garantito il diritto allo studio?

Le docenti e i genitori della Commissione Oltre il MUSP

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