Dalla scrittrice Dacia Maraini al presidente della Laurea magistrale in Scienze dei sistemi naturali dell'Università di Torino Massimo Delfino, dal professore di Politica economica e Rettore di Universitas Mercatorum Giovanni Cannata al presidente dell'Area marina protetta Torre del Cerrano Leone Cantarini, dal presidente del Parco nazionale Gran Sasso e Monti della Laga Tommaso Navarra allo scrittore e giornalista Giovanni D'Alessandro e fino al presidente del Parco nazionale della Maiella Lucio Zazzara, cinquanta autorevoli personalità hanno raccolto l’invito del WWF e firmato l’appello diretto al Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e all’Assessore Emanuele Imprudente per scongiurare il taglio del Parco Regionale Sirente Velino.
I firmatari sono persone di spicco nel mondo della scienza e della cultura.
C’è chi vanta una ormai pluridecennale attività in prima linea per la protezione della natura, come Fulco Pratesi, presidente onorario dell’Associazione del Panda e primo sottoscrittore dell’appello; chi si occupa dello studio del territorio, spesso proprio nella nostra Regione; chi racconta l’Abruzzo attraverso la cronaca giornalistica o i romanzi; ci sono, insomma, professori e rettori universitari, ricercatori, giornalisti, scrittori, presidenti di aree protette, personalità accademiche e del mondo della cultura nazionale e abruzzese tra le più note, che fanno sentire la propria voce per il Sirente Velino.
L’appello sottolinea il valore non solo conservazionistico dell’area protetta, ma culturale, storico ed economico, ed è un richiamo alla tutela della bellezza e del valore della nostra terra. “Un Parco è un bene di tutti, un patrimonio di tutti e come tale va pensato e difeso”, si legge nel testo.
Quello che i cinquanta firmatari chiedono alla Regione Abruzzo è che “il Parco regionale Sirente Velino venga rilanciato, ricostituendo i suoi organi di gestione con le giuste competenze, potenziandone il personale, intraprendendo interlocuzioni positive con i Comuni e gli operatori economici, dotandolo di moderni strumenti di gestione digitale, attribuendo spazio e possibilità di confronto ai portatori di interessi generali, al fine di renderlo un Ente proficuo e in grado di garantire la tutela del paesaggio e di chi lo abita”.
Appare del resto veramente sconcertante che si continui a progettare tagli del Parco (non è la prima volta e non è solo un’idea della attuale maggioranza) proprio mentre studi ed esperienze a ogni livello indicano le aree protette ben gestite come un sicuro volano per l’economia dei territori.
Non può essere un caso che contro lo sciagurato progetto della Giunta ci sia stata una generale sollevazione, con la mobilitazione di tantissime associazioni ambientaliste, con la costituzione di un comitato spontaneo di cittadini che ha promosso un riuscito sit-in venerdì scorso a Rocca di Mezzo, e con il lancio di una petizione on line che questa mattina aveva raggiunto l’impressionante numero di ben 83.650 firme, un numero peraltro tuttora in costante aumento.
Presidente, assessori e consiglieri regionali tutti ci riflettano, si ritiri la proposta di riduzione del perimetro del Parco (basata su motivazioni prive di qualsiasi fondamento scientifico) e si lavori invece a un programma di rilancio per dare nuova vita all’area protetta.