Giovedì, 20 Agosto 2020 16:15

Siti archeologici chiusi, Soprintendenza: "Dal Comune informazioni fuorvianti e dannose"

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In questi giorni, con la città presa d'assalto dai turisti, in molti hanno evidenziato la chiusura dei siti archeologici del territorio aquilano, in particolare dell'area di Amiternum. La vicenda ha creato non pochi malumori tra i turisti costretti a fare dietrofront senza avere la possibilità di accedere al sito.

Sulla questione è intervenuta la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio L'Aquila e cratere che, in un post su facebook, ha evidenziato come la chiusura sia dovuta alla carenza del personale di vigilanza.

Non viene tuttavia risparmiata una stoccata all'amministrazione comunale, in particolare all'assessorato al turismo guidato da Fabrizia Aquilio. Nella guida turistica presentata lo scorso 7 agosto proprio da Aquilio, alla presenza del titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere, Raffaele Fico, che ha collaborato attivamente alla realizzazione del prodotto, i siti archoelogici di Amiternum vengono infatti indicati come visitabili.

Per la Soprintendenza, che ha appreso la notizia della pubblicazione del libretto dalla stampa, si tratta di informazioni "fuorvianti se non dannose. Apprezzando l’impegno e le energie profuse nell’iniziativa di promozione - si legge nel post - non si può non constatare il fatto che l’inserimento di dati e notizie su siti in consegna agli uffici Mibact – soprattutto in un anno di particolari difficoltà, in cui tutte le progressive riaperture dei siti culturali e turistici del Paese si stanno misurando ancora con i seguiti dell’emergenza Covid – sia avvenuto senza adeguati contatti preventivi di verifica con il nostro ufficio".

Riportiamo di seguito il post pubblicato dalla Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio L'Aquila e cratere  

La chiusura temporanea dei siti archeologici di Amiternum deriva da motivi logistico-organizzativi noti da tempo. Infatti, alla chiusura obbligata disposta per l’emergenza Covid (dallo scorso mese di marzo), si è aggiunta la cronica carenza di addetti, acuita dai recenti ulteriori pensionamenti, che hanno di fatto limitato il personale di vigilanza a sole 3 unità, tuttora in servizio ridotto in attuazione delle disposizioni di legge. Tale numero non è pertanto sufficiente a garantire l’apertura in sicurezza dei siti (per i quali, è bene ricordare, la normativa vigente prevede la presenza in servizio di minimo 2 unità per sito).

Questa cronica criticità di organico investe anche i funzionari addetti alla tutela archeologica, attualmente in forza in una sola unità in servizio stabile sul vasto territorio del capoluogo e dell’intero cratere sismico".

La problematica è stata segnalata più volte ai superiori uffici MIBACT per i provvedimenti del caso (interpelli, nuove assunzioni, etc.). Nell'attesa, l’impossibilità di garantire le condizioni di lavoro in sicurezza per il personale ha indotto a malincuore la Soprintendenza, dopo il tanto impegno profuso negli anni scorsi, a non poter riaprire al pubblico i siti di Amiternum dopo il lockdown, come indicato e comunicato da tempo sui siti ufficiali. D’altra parte è una difficoltà che condividiamo con centinaia di altri siti archeologici e museali (anche più strutturati e solidi) in tutto il Paese, vista la straordinarietà dell’emergenza in corso.

Per quanto riguarda il Tempio italico di Castel di Ieri, che da anni viene aperto nei weekend estivi grazie a un protocollo tra Comune e Soprintendenza, la Soprintendenza precisa che "il sito è attualmente oggetto di lavori di manutenzione e messa in sicurezza, in via di conclusione".

Infine, la Necropoli di Fossa è eccezionalmente aperta quest’anno in tutti i weekend estivi grazie a un accordo sottoscritto con il Comune e UnivAQ, con il supporto di un’associazione locale.

Su tale complessa situazione è intervenuta la recente iniziativa dell’Amministrazione comunale che, per il tramite dell’Assessorato al Turismo, ha avviato una campagna di promozione del territorio, con la produzione di una guida distribuita in 15.000 copie cartacee e disponibile on line. Ebbene, in essa i siti archeologici di Amiternum vengono indicati come visitabili e per questo nei giorni scorsi è aumentata a dismisura la richiesta di visite da parte dei cittadini (e con essa la comprensibile delusione/irritazione nel trovare i cancelli chiusi).

Apprezzando l’impegno e le energie profuse nell’iniziativa di promozione, non si può non constatare il fatto che l’inserimento di dati e notizie su siti in consegna agli uffici Mibact – soprattutto in un anno di particolari difficoltà, in cui tutte le progressive riaperture dei siti culturali e turistici del Paese si stanno misurando ancora con i seguiti dell’emergenza Covid – sia avvenuto senza adeguati contatti preventivi di verifica con il nostro ufficio.

Infatti, dell’esistenza della guida la Soprintendenza ha appreso notizia solo dalla stampa, in occasione della presentazione pubblica del 7 agosto.

Spiace quindi dover evidenziare che l’informazione fornita è stata fuorviante, se non dannosa, dando per scontate le possibilità di visita a siti come il Teatro e l’Anfiteatro di Amiternum, l’area archeologica di Forcona e il Tempio italico di Castel di Ieri (comunicando come riferimento il recapito della Segreteria del Soprintendente, senza alcun preavviso). E inserendo incomprensibilmente nel “pacchetto” anche l’antica Cattedrale di S. Massimo a Civita di Bagno, che notoriamente appartiene alla Diocesi.

Non è stato fatto un utile servizio ai cittadini neppure per la necropoli di Fossa, dove il riferimento per le viste avrebbe dovuto segnalare i contatti dell'associazione (e non quelli della Segreteria del Soprintendente).

Ciò ha provocato una catena di incomprensioni sgradevoli, proteste e pesantissimi attacchi sulla stampa, con informazioni improprie e ricostruzioni strumentalmente polemiche, condotte senza la minima cura di verifica preventiva dei fatti.

Resta comunque immutato l’impegno della Soprintendenza in questo campo, nonostante le tante difficoltà, con l’obiettivo di favorire l’accessibilità a luoghi così importanti e simbolici in un momento di passaggio decisamente complesso e difficile, che speriamo venga rapidamente superato con i provvedimenti del caso, a partire dai rinforzi di personale.

Infatti il “nutritissimo numero di dipendenti in forza alla Soprintendenza” fantasiosamente citato da qualche organo di stampa ammonta ad oggi a meno di 50 unità complessive, impegnate a tutto campo nella tutela e ricostruzione post sisma del patrimonio culturale, su una dotazione prevista di 105. Un numero inferiore alla metà del previsto, che entro pochi mesi si ridurrà a 35 -40 unità, mentre con l'imminente attivazione della nuova Soprintendente L'Aquila- Teramo, il territorio di competenza sarà triplicato.

Ultima modifica il Giovedì, 20 Agosto 2020 19:34

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