Prende forma e inizia a muovere i passi il primo Osservatorio Culturale Urbano d'Italia, istituito nella città dell'Aquila grazie all’importante sinergia tra il Comune e il Gran Sasso Science Institute. Il 3 febbraio si è ufficialmente insediato il Comitato d’indirizzo composto dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, dal dirigente comunale Fabio De Paulis, dalla ricercatrice Maria Giovanna Brandano, e dai professori Alessandra Faggian, pro rettrice Gssi, e Alessandro Crociata. Proprio a Crociata, nominato al termine della riunione direttore, il compito di guidare l’organismo di monitoraggio.
Il Gssi, tramite l’Area di Social Sciences, svilupperà un piano di attività incentrato sulla produzione di dati e analisi, ancora poco diffusi su scala urbana.
“L’obiettivo è quello di proseguire su una traiettoria già indicata dall’Ocse nel rapporto sul capoluogo d’Abruzzo, redatto per delineare gli scenari di sviluppo post sisma, e contenuta nel dossier di candidatura dell'Aquila a Capitale italiana della Cultura per il 2022: costruire un modello di sviluppo urbano legato alla cultura e alla conoscenza. L’Aquila è, in questo senso, un laboratorio unico per contemperare capacità di rinascita fisica e immateriale, dove i due elementi non sono disgiunti, ma si compenetrano e danno le risposte che cerchiamo in termini di vivibilità e benessere. Abbiamo talmente creduto nel nostro dossier, da volerlo vedere realizzato a tutti i costi perché L’Aquila è una capitale della cultura e in questo si riconosce e sperimenta”, ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.
“L’Osservatorio, nella sua missione istituzionale, si pone anche come interlocutore con il territorio e i diversi stakeholder che a vario titolo compongono il complesso ecosistema culturale. In tal senso si aprirà al dialogo e alla costruzione di momenti di incontro, riflessione e costruzione di una rete territoriale che ha nella cultura il suo motore di sviluppo. L’analisi sistematica degli aspetti socioeconomici del sistema culturale sarà la base per avviare una nuova stagione di politiche culturali, basate sull'evidenza empirica”, ha aggiunto il direttore Crociata.