Mercoledì, 24 Aprile 2013 19:50

Brecht all'Aquila: i giovani attori dell'Eutheca chiudono la mostra del MU.SP.A.C.

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“L’eccezione e la regola” di Bertolt Brecht, reinterpretato dai ragazzi del secondo anno dell’Accademia EUTHECA (European Union Academy of Theatre and Cinema)  diretta da Federica Tatulli, ha chiuso sabato 20 aprile l’ultima mostra del MU.SP.A.C., “L’eccezione e la regola. Visioni contemporanee sull’opera di Bertolt Brecht”, diretta da Martina Sconci e Francesca Campli.

“Ci sembrava un'ottima idea chiudere la mostra con uno spettacolo teatrale proprio su L'Eccezione e la regola. Abbiamo pensato che, in tal modo, lo spettatore avrebbe potuto avere una visione davvero complessiva di questo testo, che oggi più che mai risulta attualissimo”, racconta Martina Sconci a News Town.

Gli allievi-attori hanno catturato il pubblico, trascinandolo nel loro viaggio attraverso un deserto lontano, mettendolo di fronte alla realtà di uno sfruttatore e di due sfruttati. L’influenza del teatro orientale e della danza classica all’interno dell’opera, l’alternanza di più attori per un solo personaggio, il lavoro spettacolare sulle maschere e i costumi -elaborate e realizzate interamente dai ragazzi- hanno conferito alla performance una pluralità di voci e punti di vista che non solo risveglia la coscienza critica dello spettatore ma grida alla riflessione.

Tener bene a mente la regola per comprenderla attraverso l’eccezione, così da non accettare il sopruso che si cela nella consuetudine e poterlo riconoscere, per urlare contro esso e non lasciarsi schiacciare.

La “classe” di attori -ventisei in totale- è composta da ragazzi stranieri e provenienti da tutte le parti d’Italia, fra i quali anche tre allievi abruzzesi, dall'Aquila, Chieti e Pescara. Alla guida dei promettenti giovani c’è Giancarlo Fares, regista e attore, nonché uno dei migliori docenti di recitazione. Il talento e la determinazione degli allievi, uniti alla bravura dell’insegnante, hanno portato alla messa in scena di uno spettacolo di grande qualità, dai movimenti puliti e precisi nelle danze alla melodia limpida dei momenti corali. Dalla chiara e forte espressività delle maschere all’efficacia della selezione e della rielaborazione dei brani.

Fares, maestro di tecniche teatrali e tecniche di narrazione presso l’Accademia EUTHECA, attore e regista, scrittore e direttore di numerosi spettacoli di teatro narrativo di risonanza europea, racconta a News Town il lavoro dietro l’opera: “Prima di tutto ringrazio Federica Tatulli, direttrice artistica dell'Accademia, che in questo momento di crisi sta facendo i miracoli per permetterci di andare avanti e continuare a mettere in scena i nostri spettacoli. Passando allo spettacolo, l'idea di alternare i ruoli è un espediente che si è reso necessario per far partecipare tutti. Essendo un lavoro accademico tutti dovevano andare in scena. I ragazzi hanno fatto un lavoro eccezionale e molto bello. Quest'anno hanno lavorato sull'antropologia teatrale con me, quindi hanno potuto sperimentare un percorso particolare studiando il teatro polinese, indiano e cambogiano, poiché il testo consente questo tipo di studio essendo ambientato in un paese esotico. In più, c'è l'incontro con la commedia dell'arte e la danza classica, che hanno radici comuni nel movimento. Alla fine siamo riusciti a fondere tutto in un unico lavoro. Devo ammettere che sono stati bravi: ho fatto la proposta ma loro hanno lavorato tanto da soli, in maniera quasi eroica direi, perché quasi da autodidatta, senza incontrare troppo i maestri”.

Nei suoi ringraziamenti, a fine spettacolo, ha detto: "il calore del pubblico risolleva il morale dopo la giornata politica di oggi”.

“Penso che quella di oggi [sabato 20 aprile n.d.r.] sia una giornata storica per la Repubblica italiana. Il 25 aprile è un giorno di liberazione. Oggi è un giorno di disfatta. Almeno da parte mia, è morta la fiducia nella politica italiana. Ho vissuto una giornata di sconforto, mi sento indignato, offeso e non mi sento tutelato dalle istituzioni”.

Oggi, insieme agli studenti, avete anche fatto un giro per la città.

“Per me non è stata la prima volta all’Aquila, né al MU.SP.A.C., al quale ho offerto tutto il mio sostegno artistico. Ed è per tutta la città, che ho amato e amo tutt'ora, visto che qui ho anche lavorato in ambito teatrale insieme a Giancarlo Sepe. Ho vissuto L’Aquila prima del terremoto e ogni volta che ci torno mi piange il cuore. Poi c'è il rapporto con le persone. Io faccio principalmente teatro di narrazione e sentire le vicende personali degli aquilani, che hanno vissuto il terremoto, mi fa venire una gran rabbia. Non so cosa avrei fatto al posto loro. Forse niente, forse mi sarei rovinato, letteralmente. Penso che ci sia da arrabbiarsi in un momento così duro. Soprattutto c'è bisogno di solidarietà tra i cittadini”.

La disillusione politica noi aquilani ce la portiamo dietro dal terremoto, ma abbiamo scoperto che la collaborazione , la solidarietà vera, soprattutto in ambito culturale, si fa a volte anche senza l'appoggio delle istituzioni locali e nazionali. Come a Piazza d'arti, dove una scuola romana porta lo spettacolo di Brecht.

“Questa è una realtà stupenda, ho offerto i miei lavori di teatro narrativo anche in forma gratuita, teatro civile, lavori di Pirandello e altri. Mi fa piacere perché se non ci aiutiamo tra di noi non si va da nessuna parte. La cultura è la risposta migliore che la popolazione offre al momento di disillusione politica di cui parlavamo prima. Vogliono distruggere la cultura, nessuno la vuole sostenere perciò bisogna elaborare una risposta percorribile. Sono collaboratore e amico di Eugenio Barba e il suo parlare di resistenza culturale, la conquista della diversità, sono cose in cui credo fortemente. Il teatro sono le persone che lo fanno. Non solo un edificio può rappresentare il teatro come l'arte in generale. Abbiamo un patrimonio nazionale da difendere e chi fa cultura deve riuscire a collaborare sempre e comunque”.

Pensate di tornare in città per altri spettacoli?

“Io personalmente penso di si, se possibile mi offro” conclude l’insegnante.

E’ la prima volta che gli allievi portano lo spettacolo al di fuori delle mura dell’EUTHECA, esibendosi oltretutto a titolo gratuito, per sostenere L’Aquila nella cultura. Solo attraverso la riflessione comune volta alla ricerca di una realtà oggettiva, attraverso un’analisi critica, la popolazione esce dal torpore delle attese disilluse e reagisce. E questo è solo l’inizio della collaborazione fra MU.SP.A.C. ed EUTHECA: “Non c'è per ora l'idea di riproporre lo stesso spettacolo, ma dato il grande successo di pubblico e la bella collaborazione e armonia che si è creata con L'Accademia EUTHECA, con Giancarlo Fares e con gli attori, sicuramente ci saranno collaborazioni future. Sarebbe bello fare qualcosa in centro storico”, dice Martina Sconci.

“Per il momento attendiamo la prossima iniziativa del Museo Sperimentale, Oltre i muri, evento che coinvolgerà anche altre Associazioni di Piazza d'Arti. Proprio in questi giorni stiamo definendo un programma di tre giornate in cui si rifletterà appunto sul tema del muro inteso come confine, limite, divisione, chiusura.

L'evento si inaugurerà sabato 11 maggio alle 17,00 al MUSPAC con una mostra di artisti contemporanei dal titolo "Muri crollati, muri dentro”. Nel mese di giugno, invece, è prevista una mostra in collaborazione con alcuni docenti e studenti dell'Accademia di Belle Arti dell'Aquila e un laboratorio artistico (ancora in fase di definizione) in collaborazione con Arci e Circolo Querencia di Piazza d'Arti”, ci anticipa la Sconci.

Ricordiamo che i giovani attori dell’EUTHECA si sono già rimessi all’opera per un’ulteriore rivisitazione della performance tenutasi all’Aquila. Si esibiranno sabato 27 aprile a Roma: il nuovo palcoscenico è quello del FACTORY- Spazio Giovani Roma Capitale, presso Piazza Orazio Giustiniani n° 4, zona ex Mattatoio- Testaccio. Stavolta con Sara Greco Valerio alla regia. L’appuntamento con l’omaggio a Bertolt Brecht è alle ore 22.

Ultima modifica il Giovedì, 25 Aprile 2013 13:54

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