Una delegazione abruzzese in Croazia per parlare di integrazione tecnologica e delle risposte di protezione civile nel quadro del progetto AdriaRadnet.
Il bilancio complessivo delle inondazioni che a metà maggio hanno devastato i Balcani è di 77 vittime, di cui 51 solo in Serbia.
A queste vanno aggiunti anche i 2 morti di Senigallia: perché l’intensità di questi fenomeni deve portare a leggere l’Adriatico - anche dal punto di vista della Protezione civile - come un unico ecosistema.
Il progetto AdriaRadnet nasce proprio al fine di migliorare la previsione e la gestione degli eventi idrometeorologici disastrosi.
Questa iniziativa prevede infatti lo sviluppo e l’implementazione di un sistema composto da mini radar, da moderni sensori e da modelli numerici di previsione idrometeorologica avanzati, integrati verso differenti tipologie di utenza.
I radar verranno istallati in Abruzzo, Marche, Albania e Croazia. Per implementare le strategie di azioni e affinare le capacità di previsione tra i diversi partner, dal 3 al 7 giugno, si terrà a Dubrovnik il IV project meeting.
Si tratta di un’importante occasione per definire le fasi finali che porteranno alla prossima installazione dei dispositivi, il primo dei quali, da fine luglio, sarà operativo a Tortoreto (Te). La delegazione della Regione Abruzzo sarà guidata dal Direttore della Protezione civile Pierluigi Caputi e dal Responsabile del Centro Funzionale Antonio Iovino.
Il soggetto leader di AdriaRadnet è il Centro d’Eccellenza dell’Università di L'Aquila Cetemps, diretto dal prof. Frank Marzano.
Questa iniziativa - cofinanziata dal Programma di Cooperazione Transfrontaliero IPA Adriatico - si avvale della partnership di diversi enti italiani e stranieri, quali la Protezione civile della Regione Marche, la Beep Innovation Srl, il Branch of CIMA Research Found (Albania), l'Institute of Geosciences IGEWE (Albania), il Ministero degli interni Albanese e la Regione di Dubrovnik e Neretva (Croazia).