L’abruzzese Miriam Foresti si afferma al Premio Tenco nel segno e nel ricordo di Rino Gaetano. La cantante e chitarrista aquilana ha infatti preso parte all’album tributo “Ad esempio a noi piace Rino”, pubblicato dall’etichetta Isola Tobia Label, arrivato primo nella categoria “Album collettivo a progetto”.
Il disco propone 12 riletture di altrettanti brani del grande cantautore, scomparso esattamente 40 anni fa, pescando soprattutto tra le sue gemme nascoste.
Miriam Foresti ha contribuito al progetto reinterpretando e facendo sua “I tuoi occhi sono pieni di sale” - brano del 1974 contenuto nel disco d’esordio di Gaetano, “Ingresso libero” – rivisitata in un’originale versione arrangiata per chitarra e oud (strumento simile al liuto appartenente alla tradizione araba, suonato per l’occasione da Alan Malusà Magno), in cui, oltre a cantare, è autrice anche dei cori, sovraincisi a creare suggestivi intrecci vocali.
“Al di là dell'aspetto artistico” spiega la cantante - andata molto vicina dall’ottenere una clamorosa doppietta, arrivando in finale anche nella categoria “Interpreti di canzoni” con l’album “A soul with no footprint”, dedicato a Nick Drake - “credo che la forza di questo disco sia lo spirito con il quale è nato: è stato l'occasione per farci forza l'un l'altro in un momento complicato per tutti noi artisti. L'album è insieme unità e molteplicità, ognuno ha portato il suo vissuto e ha lasciato che s'intrecciasse con quello degli altri”.
Il progetto infatti, è stato concepito e realizzato in pieno lockdown: “E’ il modo con cui abbiamo reagito a un periodo che poteva portarci a chiudere tutto” dichiara Carlo Mercadante, direttore artistico di Isola Tobia Label “Abbiamo fatto tutto nel giro di un mese e mezzo, coordinando 12 artisti, 10 studi e 53 musicisti”.
Quella 2021 è stata un’edizione del Tenco ricca di riconoscimenti per la musica abruzzese. Oltre all’affermazione di Miriam Foresti, c'è stata anche quella di Nicola “Setak” Pomponi, da Penne, arrivato secondo a un soffio dalla vittoria nella categoria “Miglior album in dialetto” con il disco "Alestalé", inciso in puro vernacolo pescarese.