Mercoledì, 21 Luglio 2021 08:59

"20 anni dal G8 di Genova", il 21 luglio iniziativa a Casematte

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A vent'anni dal G8 di Genova, CaseMatte propone una serata di informazione e riflessione riguardo gli avvenimenti che hanno fatto sì che quei giorni di luglio 2001 segnassero per sempre un confine nella storia del dissenso in Italia e nella vita di tutti noi.

L’appuntamento è per mercoledì 21 luglio, al parco dell’ex ospedale psichiatrico di Collemaggio, a partire dalle ore 19, con un aperitivo e microfono aperto alle testimonianze di "chi c'era”.

A seguire la proiezione di "The Summit" (2012) di Franco Fracassi e Massimo Lauria e dibattito.

L'iniziativa si svolgerà nel totale rispetto delle norme anti-Covid.

The Summit

Genere Documentario, - Italia, 2012, durata 97 minuti 20-21 luglio 2001.

Gli occhi del mondo sono puntati su Genova dove si sta tenendo il G8. I Movimenti No Global si sono organizzati per mettere in atto una serie di dimostrazioni pacifiche. I Black Bloc intervengono in formazioni da guerriglia per assaltare banche e distruggere auto senza che le Forze dell'Ordine intervengano. I manifestanti pacifici vengono invece caricati. In Piazza Alimonda un Defender della Polizia viene accerchiato dai manifestanti. Qualcuno dall'interno spara e sull'asfalto rimane il corpo di un ragazzo, Carlo Giuliani.

Nella notte del 21 polizia e carabinieri fanno irruzione nella Scuola Diaz dove si trova un centro del Social Forum e presso cui dormono numerosi partecipanti alle manifestazioni. Viene attuato un pestaggio senza precedenti e un centinaio di feriti vengono portati negli ospedali. Gli arrestati verranno tradotti alla Caserma/carcere di Bolzaneto dove subiranno altre violenze ed umiliazioni. Il documentario di Fracassi e Lauria è uno strumento prezioso, a dieci anni di distanza dai fatti, per procedere a una ricostruzione di quanto avvenne in quei giorni. Le testimonianze sono numerose e provengono da fonti diverse. Non vengono quindi ascoltate solo le tesi dei manifestanti ma si mettono in campo anche valutazioni di esperti di tattiche militari oltre a telefonate registrate in quei giorni.

Il quadro che ne emerge è sconcertante. Fatta salva la vicenda Giuliani (che viene affidata a una ricostruzione teatrale basata su immagini dalla quale emerge la ricerca di una verità ancora oscura sia per la famiglia che per il presunto omicida) ciò che risveglia la coscienza di chi vede il documentario è il riproporsi di una domanda che chiunque non fosse accecato solo dall'odio ideologico si era posto in quei giorni osservando non chissà quali riprese 'segrete' ma le pure e semplici immagini rilanciate dai media di tutto il mondo. La domanda era: perché si erano lasciati agire indisturbati i Black Bloc non fermandoli alle frontiere e, non avendo operato in tal senso, non contrastandone l'azione violenta sul nascere? L'idea di un disegno preciso esula dalla dietrologia che tanto spesso ha inficiato il modo di fare informazione italiano, per divenire evidenza alla quale si susseguono, in lucida successione, gli eventi della Diaz e di Bolzaneto.

Fracassi e Lauria fanno riecheggiare, senza forse volerlo, le parole di Pasolini sui poliziotti e ci fanno 'sentire' come quelli in azione a Genova appartenessero a una generazione nuova ed estremamente pericolosa, distante anni luce dai loro colleghi di Valle Giulia. Questo non significa affatto (e nel documentario non accade mai) affermare che 'tutta' la polizia è così. Anzi. Le testimonianze di alcuni appartenenti al corpo vanno in senso contrario anche quando, come in un caso, approvano in parte l'operato distinguendo però, con lucidità professionale, lo scopo dai disastrosi esiti.

E' un film che, diranno alcuni, dimostra la forza della democrazia: è possibile denunciare quanto accadde ma una vera democrazia non avrebbe mai dovuto assistere a episodi come questi.

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Luglio 2021 09:04

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