Verrà presenato venerdì 12 novembre, alle 18:30 al Ridotto del Teatro comunale, “Diari di Notte” di Marcello Di Giacomo edito dalla Onlus Antonio Padovani nell'ambito delle sue finalità sociali e di promozione del territorio.
"Sì, perché la fatica di Marcello racconta ben 50 anni di storia aquilana, dal 1960 al 2009, da un punto di vista nuovo ed assolutamente unico", sottolinea il presidente della onlus Gianni Padovani. "Un lavoro fortemente sentito da Marcello, che delle notti aquilane è tra i principali attori; un'opera unica nel suo genere perché testimonianza della città notturna raccontata direttamente dai protagonisti in storie di vita sapientemente organizzate nel volume dall'autore".
"Un lavoro appassionante - prosegue Padovani - un'opera originalissima, dove Marcello mette cuore ed infinita passione.
Perché come onlus avete deciso di sostenere la pubblicazione di questa opera? "E' doverosa una premessa: nel nostro Paese, e non solo all'Aquila, viene sbrigativamente etichettata come 'movida' quell'insieme di relazioni sociali, attività musicali ed anche culturali, disco dancing, eccetera, che animano la vita delle città dal tramonto all'alba. L'approccio sulla movida è sempre molto parziale e, nel dibattito pubblico, spazia senza alcuna fantasia tra i concetti di 'sicurezza', 'decoro' e 'ordine pubblico'. Senza negare alcuni aspetti patologici del fenomeno della movida, questo volume di Marcello Di Giacomo racconta con la voce diretta dei protagonisti e con la ricca citazione di luoghi e fatti la poliedricità della notte, senza propinare al lettore l'ipocrita dicotomia tra 'giusto' e 'sbagliato' che taglia con l’accetta le complessità e propone al decisore pubblico soluzioni totalmente inefficaci".
Le amministrazioni locali affrontano i fenomeni narrati nei 'diari della notte' con un misto di indifferenza, evocazione di ronde e telecamere, nell’ambito di operazioni di propaganda politica e facile raccolta del consenso. "L'opera di Marcello ha una esplicita finalità sociale, perché non solo dimostra la ricchezza e la creatività di fenomeni che vanno letti sotto la crosta delle apparenze perbeniste, ma permette pure al policy maker di assumere decisioni sulla base della conoscenza. La 'movida', al netto delle degenerazioni da gestire (come risse, schiamazzi e graffiti), è un movimento di massa e celebra la creatività, la libertà, la controcultura, nella musica, negli eventi, nella letteratura e nel cinema. Tant'è che storicamente la movida è nata in Spagna come forte reazione sociale alla cappa liberticida imposta dal regime dittatoriale di Francisco Franco. Un’origine dimenticata e sommersa dalla retorica spicciola a cui assistiamo da tempo, perché invece nel nostro dibattito pubblico la parola 'movida' ha assunto un’accezione negativa con la produzione di una enorme mole di ordinanze sindacali frutto di un’inventata perenne emergenza".
Il grande merito di Marcello Di Giacomo, conclude Gianni Padovani, "è quello di raccontare senza nascondere e così facendo apre nella nostra città un dibattito su vita notturna, socialità e inclusione, invitando a pensare per L'Aquila un modello di sviluppo che, tra le sue componenti, deve considerare la valorizzazione della socialità, degli spazi, dei presidi musicali e culturali, dei luoghi di incontro. Non posso che concludere con un auspicio: mi auguro che, partendo dai 'Diari di Notte', si possa avviare all'Aquila un dibattito corale e senza paraocchi con le associazioni, le forze politiche, le organizzazioni di interessi, il terzo settore, i cittadini e le associazioni giovanili, capace di cogliere e affrontare le complessità, partendo dal territorio e realizzando proposte per affrontare il tema enorme degli spazi di aggregazione e della socialità, anche dopo il tramonto e correndo verso l'alba".