La giuria di TFFDoc / Italiana.doc, del Torino Film Festival, composta da Sara Fgaier, Annamaria Licciardello e Davide Maldi, ha assegnato il premio per il Miglior Film a Rue Garibaldi di Federico Francioni.
Il regista qualche anno fa si è diplomato nella sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia e oggi ottiene un importante riconoscimento in uno dei festival più importanti del panorama cinematografico italiano. Ecco la motivazione del premio al film: «Per aver raccontato, con delicatezza, onestà e vicinanza, la storia di due persone, una sorella e un fratello, in un momento di definizione delle loro vite partecipando dei loro sogni e delle loro frustrazioni. Per averci fatto vivere il loro rapporto con il mondo esterno e la città lontana, pur restando chiusi all’interno dell’intimità del loro spazio domestico che diventa rifugio. Una Storia contemporanea, che ci riguarda tutti, fatta di origini che si intrecciano con un futuro da dover ancora scrivere».
I protagonisti sono Ines e Rafik, hanno vent’anni e lavorano da dieci. Vivono da poco in una periferia parigina, hanno origini tunisine ma sono cresciuti in Sicilia: la loro esistenza è un movimento precario, fatto di interruzioni, cambiamenti e umiliazioni. Nella casa, l’uno è lo specchio dell’altro. Il tempo si dilata, la città si fa più lontana. Vivono in Rue Garibaldi.
«Mentre giro, mentre vivo con loro, mi chiedo dove stia andando questo film, che strada prenderà. Le loro esistenze sono costantemente attraversate dalle traiettorie più disparate: questioni di lavoro, di precarietà, di identità, di una ricerca di senso. Sono fratelli, amanti, una famiglia, sono ancora adolescenti e già adulti, a volte quasi bambini. Provo ad essere pronto, ma sono in balìa degli imprevisti; cerco la giusta distanza. I confini mi sfuggono, ma non riesco a smettere di osservare questi due fratelli, di partecipare alla loro umanità, a questo momento di passaggio che faticosamente sta avvenendo», racconta il regista a proposito della sua esperienza con i due protagonisti.