Martedì, 23 Settembre 2014 18:17

'Vie e civiltà della Transumanza': la riscoperta degli antichi cammini

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"… s'ordina, che si tenghino li tratturi ampli e spatiosi almeno di trapassi sessanta…. che siano mantenuti accomodati li ponti da dove passa la Regia Dohana…"

L'idea è valorizzare gli antichi percorsi tratturali ed altre vie di comunicazione di significato storico non solo dal punto di vista turistico e culturale ma promuovendo il contesto in cui si collocano: dunque il paesaggio, i prodotti tipici, l'artigianato, il patrimonio storico-monumentale. Con l'obiettivo di rilanciare la candidatura dei tratturi e della transumanza come patrimonio materiale e immateriale dell'umanità.

E' il progetto di cooperazione interregionale e internazionale 'Vie e civiltà della Transumanza Patrimonio dell'Umanità', promosso dal GAL Gran Sasso-Velino e che verrà presentato lunedì 29 settembre in occasione della 'Notte della Transumanza' che inaugurerà l'VIII edizione del cammino lungo il 'Tratturo Magno'. Appuntamento alle 21:30, al Convento di Sant'Antonio a Civitaretenga (Navelli).

Notte della TransumanzaIl progetto presenta una serie di azioni che saranno attuate - entro la fine del giugno 2015 - su una selezione dei tanti tracciati storici che attraversavano l’Abruzzo Aquilano e che connettevano l’Italia Centrale e Settentrionale con le regioni del Sud. Tracciati divenuti celebri perché percorsi da figure di Santi viaggiatori (Papa Celestino V e San Francesco) o rimasti nella storia per il loro ruolo di connessione dei flussi economici, artistici e culturali (la cosiddetta “Via degli Abruzzi). Oltre ai cammini che più legano il loro nome all’Abruzzo: i tratturi.

I tratturi hanno collegato per secoli i pascoli dell'Appennino Centro-Meridionale, che ospitavano le greggi nella stagione estiva, alle aree costiere di Puglia, Lazio e Campania, dove erano situati gli stazzi invernali (le cosiddette “locazioni”). Ai tratturi, alla transumanza stagionale ed alla pastorizia è legata una cultura dai tratti molti particolari che si è evoluta nei secoli e che ha contribuito a 'disegnare' il paesaggio e, spesso, a determinare la nascita e l'affermarsi degli stessi insediamenti umani.

Nel periodo d'oro, raggiunsero l'estensione massima di 3000 km ed interessavano tutte le regioni del centro-sud. La loro larghezza, calcolata in "passi napoletani", era nella maggioranza dei casi di 111 metri (60 passi) per i tratturi principali, tra i 32 e i 38 metri (circa 20 passi) per i "tratturelli" e di circa 16-18 metri (10 passi) per i "bracci". I tracciati - d'altra parte - dovevano assicurare non solo il transito ma anche il foraggiamento delle greggi transumanti e quindi erano dotati, ai lati delle piste, di fasce erbose o cespugliate in grado di provvedere alla bisogna (spesso integrate da aree di pascolo che i massari prendevano in affitto lungo il percorso). Era prevista anche la presenza di vegetazione arborea sia per garantire riparo dal sole sia per fornire la legna da ardere per i pastori in transito.

Non solo. Lungo i tratturi erano presenti strutture di servizio che rendevano possibile la transumanza. E infatti c'erano numerosi manufatti di grande interesse. Il periodo italico ci ha lasciato una serie di recinti fortificati, si è poi diffuso - a partire dall'anno 1000 - un vasto numero di monasteri e più tardi, col movimento Francescano, di conventi che avevano il ruolo di assistere i pastori, fittare loro i terreni il pascolo e, nelle aree montane, favorire l'insediamento e lo sfruttamento dei pascoli montani. Valgano fra tutti gli esempi della “Grancia” Cistercense di Santa Maria del Monte di Paganica - alla “sorgente” del Tratturo Regio - di Sant’Antonio a Civitaretenga, di San Benedetto in Perillis e di Santa Maria Assunta a Bominaco.

Col tempo, per provvedere all'assistenza spirituale e materiale dei pastori, sono sorte - generalmente in corrispondenza di luoghi chiave del tratturo, come incroci, ponti, valici - chiese e cappelle spesso di grande pregio, non di rado dotate anche di ricoveri per l’accoglienza dei viandanti. La necessità di sosta dei pastori e di alloggio hanno determinato anche la creazione di una rete di taverne di varia epoca, oggi prevalentemente abbandonate ma spesso altamente significative.

Interi insediamenti sono nati in funzione del tratturo che li attraversava così come pure strutture fortificate o doganali (alcuni esempi, tra gli altri: la città romano-vestina di Peltuinum, i castelli di San Pio delle Camere, di Barisciano, di Bominaco, di Capestrano oltre alle dimore rustiche di pietra dei pastori sui pascoli montani e nelle aree di svernamento che hanno spesso in comune con i trulli pugliesi la tipica forma a tronco di cono a testimonianza degli influssi culturali che i tratturi procuravano).

Un patrimonio storico, naturale e viario preziosissimo che può tornare a giocare un ruolo economico e sociale di prima grandezza attraverso un attento rilancio come elemento di attrazione di un turismo di qualità e a ridotto impatto ambientale.

E' l'obiettivo del progetto, evidentemente.

 

Quali sono i cammini su cui insisterà il progetto?

 

  • Tratturo L’Aquila – Foggia (Tratturo Magno o Regio). Percorre il territorio del GAL da L’Aquila, dove parte dalla Basilica di Collemaggio, fino alla frazione di San Gregorio; poi attraversa il vallone di San Giovanni sopra San Gregorio e, salito sulla piana di Navelli in corrispondenza del vivaio forestale che lo occupa per intero, ripercorre il tracciato della Claudia nova Romana per raggiungere ed attraversare le rovine della città Romano-Vestina doganale di Peltuinum col suo teatro, il tempio di Apollo e la necropoli Vestina per poi raggiungere la chiesa solitaria di Santa Maria Centurelli; questo rappresenta lo snodo principale del tracciato dato che da qui il tratturo si biforca: il ramo principale piega verso Nord-Est e si arrampica sul lato della valle per raggiungere i piani che gli abitanti della vicina Civitaretenga chiamano Puceno e Aseno; scende quindi verso Ofena per passare ai piedi di Capestrano nei pressi dell’antichissimo monastero di San Pietro ad oratorium e risalire poi al valico di Forca di Penne con la sua torre a 918 m slm ed entrare quindi nel territorio del Gal Terre Pescaresi.
  • Tratturo Centurelli – Montesecco. Si stacca dal precedente tratturo presso la chiesa di Centurelli e percorre la piana, salendo poi al borgo di Civitaretenga dove tocca l’ex conventodi Sant’Antonio e riscende sotto Navelli per raggiungere Collepietro; qui lascia la piana ed il territorio del GAL e, attraverso una ripida valle, scende a Bussi sul Tirino non lontano dall’ex monastero Benedettino di Santa Maria di Cartignano ed entra nel territorio del GAl Terre Pescaresi. Risale sul versante opposto della valle tritana e, attraverso un avvallamento parallelo alla Valle del Pescara, entra nelle colline Chietine.
  • Tratturo Celano-Foggia. Questo tratturo parte da Celano sul versante meridionale del Sirente e sulle sponde di quello che fu il Lago Fucino. Puntava ad Est verso Cerchio e, attraverso il valico di Forca Caruso, entrava nella Conca Subequana per uscirne da Goriano Sicoli, valicare e scendere a Raiano, nel territorio del GAL Abruzzo Italico.
  • Via degli Abruzzi e Cammino di Celestino con la ferrovia Sulmona – L’Aquila. Come sopra ricordato, la Via degli Abruzzi entrava nel territorio Aquilano attraverso il Valico di Sella di Corno, giungeva all’Aquila e poi, presumibilmente, continuava verso Sud lungo il primo tratto del tratturo e se ne staccava poi per percorrere la valle dell’Aterno fino alle Gole di San Venanzio dove usciva dall’odierno territorio del GAL Gran Sasso Velino per entrare in quello del Gal Abruzzo Italico. Il cosiddetto “Cammino di Celestino” percorre parte di questo tracciato dal Morrone a l’Aquila, come a rimarcare il ruolo che questo tracciato ricopriva nel passato. Tutto il tracciato fra Firenze e Napoli, può anche essere percorso in treno grazie ad una serie di ferrovie minori (Firenze – Terontola – Perugia; Perugia-Terni; Terni-Rieti-l’Aquila-Sulmona; Sulmona- Castel di Sangro-Isernia-Napoli) che attraversano e collegano un tratto cospicuo della spina dorsale montana del Paese.
  • Cammino di San Francesco. Il tracciato dei percorsi rigorosamente pedonali che collega i luoghi Francescani dell’Umbria è stato recentemente continuato verso Sud da Poggio Bustone, grazie all’iniziativa dell’Associazione Amici del Cammino “di qui passò Francesco”. Si snoda lungo il percorso ideale che Francesco attraversò per recarsi in pellegrinaggio a Monte Sant’Angelo attraverso Lazio, Abruzzo, Molise e Puglia. Nel nostro territorio, ed in particolare attorno al massiccio del Sirente, sono moltissime le testimonianze di antichi luoghi di culto Francescani; fra di essi spiccano i conventi di Celano, patria di Tommaso biografo del Santo; di Castelvecchio Subequo, dove si conserva un’ampolla col sangue del Santo e che fu fondato dallo stesso Francesco, ospite a Gagliano Aterno; di Fontecchio che fu fondato nello stesso periodo; qui Francesco, recentemente nominato patrono del Parco del Sirente-Velino, fece alcuni dei miracoli che sono ancora scolpiti nella cultura locale.
Il percorso è nato dallo studio sia del territorio che delle Fonti Francescane, nel tentativo di capire da dove Francesco possa essere passato per recarsi alla Grotta dell’Arcangelo, primo luogo di pellegrinaggio cristiano in Italia e cammino particolarmente battuto dagli uomini medievali e dai pastori transumanti che in Michele trovarono il continuatore di Ercole cui essi erano devoti nell’era pagana.
  • Il Grand Tour dei paesaggisti dell’800. Un tracciato incantevole che si snoda tra la valle del Nerfa, i Piani Palentini, attravero i Monti Simbruinied Ernici, per arrivare nella valle del fiume Liri (Valle Roveto). Qui il paesaggio mostra appieno la sua trama di storia, arte, cultura e natura in un tracciato impareggiabile bellezza e fascino. Un itinerario preferito dai pittori di paesaggio che nell’800 percorrevano questi luoghi per poi recarsi a Napoli come Edward Lear e Alessandro Dumas (che diede il nome di “Zompo lo Schioppo” alle stupende cascate di Morino); un paesaggio che catturò l’attenzione dei pittori Danesi che si insediarono nella piccola ed incantevole Civita d’Antino e diedero vita, qui, ad una vera e propria scuola d’arte molto rinomata in Danimarca. Paesaggio di battaglie epocali come quella fra Corradino di Svevia e Carlo d’Angioma anche di pace e meditazione con la sua teoria di eremi Francescani. Paesaggio di celebri grotte come quella di Beatrice Cenci e di acque con spettacolari cascate.

 


Che tipo di attività sono previste dal progetto?

 

Innanzitutto, la ricostruzione e il ripristino dei sentieri: il primo passo del progetto sarà ricostruire i sentieri che verranno poi tracciati con GPS e riprodotti su mappa. Si procederà poi a dotare i cammini di una specifica segnaletica e – dove possibile - si ripristineranno tratti di sentieri oggi inagibili. Ciascun cammino sarà dotato di un sistema di QR code lungo il percorso per fornire informazioni ai possessori di smartphone.

Attraverso la collaborazione con le comunità locali e tutte le realtà associative, produttive e turistiche delle zone interessate poi, si creeranno due guide specifiche (una per i cammini storici ed una per i tratturi), contenenti tutte le informazioni necessarie per visitare e conoscere i cammini.

Per la promozione dei sentieri verrà realizzato anche un docu-film mirato all'approfondimento, all'analisi, alla scoperta dell'Abruzzo interno lungo tratturi e cammini compresi nel progetto.

Come detto, obiettivo finale del progetto sarà la candidatura Unesco dei tratturi e della transumanza come patrimonio sia materiale che immateriale dell’umanità.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 24 Settembre 2014 19:56

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